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Chi non vede nelle fiabe il riscatto degli adulti?

da Redazione

“C’era una volta” ma c’è ancora la possibilità di cambiare punto di vista. Il lupo, la bella e la bestia e la “sguattera” che sogna di diventare regina.

 

di Simona Bisacchi Pironi

 

C’era una volta…

E c’è ancora…

Un lupo che si aggira famelico in quel bosco in cui non dovremmo proprio entrare, perché è troppo buio. Troppo intricato. E noi abbiamo ancora troppa paura, per capire che quel lupo aspetta qualcuno che gli dia da mangiare. Qualcuno che lo ammansisca. Aspetta un amico che lo metta al suo posto.

C’è un gigante, per cui non siamo altro che formichine. E chi se ne importa se camminando ci calpesta! Ci considera piccoli e non così rilevanti, ma forse sta solo suggerendo la nostra giusta misura nel mondo, a noi che ci crediamo tanto grandi e importanti.

E ci sono i draghi. Che volano sulle nostre teste, enormi e minacciosi. Potrebbero proteggere la città, invece la incendiano. E mentre tutto brucia, siamo così impegnati a dare la colpa a chi li ha fatti entrare, e a cacciare il mostro con frecce e spade, da dimenticarci di spegnere il fuoco.

C’era una volta…

E c’è ancora…

Una matrigna e una fata, una davanti all’altra, come in uno specchio.

Come due facce di un’antica moneta. Come se fossimo noi a scegliere chi essere. Ogni giorno.

C’è una bambina persa in un bosco di perplessità e dubbi. Una bambina, qualunque sia la sua età.

C’è una sguattera che ancora non sa di poter diventare regina. E si ostina a vivere nella cenere.

C’è un’orfanella. Senza più padre e madre ha perso le sue radici, e non sa proprio come costruire una speranza.

C’è un principe, che gironzola su un cavallo bianco in attesa che qualcuno chieda il suo aiuto. Non è un principe vero.

Le favole lo chiamano così, ma è solo un pensiero arrivato da un paese lontano lontano per sollevare il morale. È solo la voce di un amico. Lo chiamano principe, perché non c’è niente di più regale di una parola che ti salva.

E c’è la bella che deve affrontare la sua bestia, per andare oltre alle apparenze e innamorarsi di ciò che non ha un bel aspetto ma fa parte di lei.

C’era una volta…

E c’è ancora…

Chi non crede alle favole, perché raccontano solo fantasie.

Chi non vede, nelle storie degne di essere raccontate a un bambino, la complicata vita degli esseri umani e il loro riscatto.

Chi non coglie il lieto fine, se avviene seguendo disegni misteriosi e perfetti, e non secondo piccoli progetti mentali.

C’era una volta…

E c’è ancora…

La possibilità di cambiare punto di vista.

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