Home Dal giornale “Riforma delle pensioni in un Piano Strategico”

“Riforma delle pensioni in un Piano Strategico”

da Alessandro Carli

Il “cantiere” della riforma delle pensioni va avanti a tappe forzate, secondo il calendario di incontri predisposto dalla Segreteria alla Sanità, “ed è un tavolo che deve continuare a lavorare, perché rendere il sistema previdenziale sostenibile nel tempo è una delle priorità che San Marino deve affrontare, anzi, siamo già in forte ritardo e più tempo passa più la situazione sarà difficile”. Ne è convinto William Vagnini, Segretario Generale di ANIS, dopo la presentazione della bozza di riforma e le prime critiche agli interventi proposti dal Governo. “Sono appunto proposte e siamo pronti e disponibili a ragionarci, visto che come avevamo richiesto, si tratta di un documento aperto, non ci sono blindature. Quello che è invece chiaro e su cui da tempo la nostra Associazione ha posto l’accento, è che il sistema previdenziale così come è strutturato non è sostenibile: il gap previdenziale – la differenza tra i contributi incassati e le prestazioni erogate – è già molto ampio ed è destinato ad allargarsi ulteriormente se non interverranno dei correttivi”.

Nella bozza ci sono diversi interventi in tal senso, sono secondo voi abbastanza efficaci?

“La questione è molto complessa e va affrontata da più parti: c’è il tema dell’attuale reddito da pensione e dei requisiti per uscire dal mondo del lavoro, ad esempio, ma c’è anche il tema di quanti contributi versa durante gli anni lavorativi in considerazione dell’allungamento dell’aspettativa di vita. Va trovato un nuovo equilibrio, perché nel recente passato si è versato molto meno di quanto si andrà poi a percepire, ma questo non può ricadere unicamente sulle spalle delle nuove generazioni. Se c’è necessità di aumentare le aliquote, in base al principio di equità vanno riviste anche le pensioni, con un contributo di solidarietà come è stato proposto, o altri interventi”.

Basterebbe dunque un mero conto economico?

“Dovrebbe essere un intervento minimo e soprattutto progressivo, a cui abbinarne altri che affrontino tutti gli aspetti, dalla gestione dei fondi alla riforma del FONDISS, di cui ancora non abbiamo discusso. Oppure su altri ambiti, come la pensione privata integrativa, su cui altri Paesi stanno attuando politiche incentivanti e su cui San Marino deve fare altrettanto e, visto che la leva fiscale non è lo strumento più efficace nel nostro contesto, vanno introdotti altri tipi di incentivi”.

Quali gli interventi principali?

“Come ANIS ne abbiamo proposti diversi, come la riduzione della contribuzione per i fondi ‘assegni famigliari’ e ‘malattia’, che sono in attivo, per destinare la differenza ai fondi pensione. Se entrerà in vigore l’ISEE, allora anche tutto il welfare state potrà cambiare, passando dai contributi a pioggia a un sistema per fasce di reddito, che potrebbe anche generare economie, oltre a garantire più aiuti a chi ne ha realmente bisogno. Sul piano delle entrate, c’è poi il tema del trasferimento dello Stato: va mantenuto, ma tenendo anche conto del rilevante deficit pubblico. Inoltre, si sta parlando in questi giorni dell’ipotesi di portare quota 100 a quota 103, con cui si avrebbe un duplice effetto, perché si avrebbe qualche anno di contributi in più da incassare e qualche anno di pensione in meno da erogare. Di fatto è una misura che anche altri Paesi stanno introducendo, coerente con l’innalzamento dell’aspettativa di vita. Ma è chiaro che dovranno entrare a regime gli altri interventi e, ci auguriamo, anche le altre riforme”.

Innalzare l’età pensionabile avrebbe solo effetti positivi?

“Gli effetti positivi sono evidenti sul sistema previdenziale, come detto, ma l’obiettivo che si deve raggiungere integrando questa riforma a nuove politiche di sviluppo deve essere favorire a pieno titolo l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, dando loro la possibilità di avere una vita contributiva più regolare e continuativa”.

Pensioni, riforme e sviluppo: in sintesi, un Piano Strategico?

“E’ una richiesta che abbiamo ribadito anche all’attuale Governo e a tutti i gruppi politici, senza dimenticare che negli ultimi 8-9 anni abbiamo promosso questa iniziativa in diverse forme, con documenti e analisi a sostegno, coinvolgendo e portando a San Marino diversi esperti economisti. Lo stimolo era e resta quello di cambiare prospettiva: smettere di ragionare per comparti stagni o riforme singole, ma avere una visione sistemica, integrando le riforme tra loro, per velocizzarle e renderle più efficaci ma anche sostenibili”.

Lo sviluppo economico è quindi la soluzione?

“Non è l’unica soluzione, perché se non risolveremo i problemi che oggi stanno emergendo con tutta la loro forza in questo ambito e in tutti gli altri, avremo comunque dei freni, che si tradurranno in punti di competitività in meno per tutto il sistema. Al contrario, dobbiamo guadagnare competitività e recuperare attrattività nei confronti degli investitori, degli imprenditori così come dei lavoratori. Per questo, anche la riforma delle pensioni è strategica”.

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