Non ci sono solo i numeri del Bilancio, ma i numeri contano – eccome – anche in Aula, dove la maggioranza fa sempre più fatica a serrare le sue fila sui provvedimenti più spinosi. La prova provata è appunto l’assestamento che da qualche mese tiene banco in Consiglio Grande e Generale, ma anche fuori da Palazzo Pubblico, con la protesta in piazza dei sindacati contro le Residenze Fiscali non Domiciliate e l’opposizione che battaglia su ogni singola questione, giovandosi appunto della difficoltà della compagine governativa di approvarsi da sola i provvedimenti. Una situazione che, di fatto, il Governo sta ammettendo e che, per quanto prevedibile, oggi tiene in stallo il Paese. A partire, appunto, dall’assestamento di Bilancio che è stato “rimandato a settembre”. Il problema è che oltre al tema delle Residenze non Domiciliate, ci sono anche diversi interventi che attengono a servizi e funzioni dello Stato, che non possono essere rimandati ulteriormente. Per cui una “mediazione” va trovata ed è quello che si sta tentando di fare in questi giorni in vista della sessione settembrina del Consiglio. Ma non sarà facile e anche se fosse, oltre al senso di responsabilità, c’è da scommetterci che qualcos’altro dovrà essere messo sul tavolo. Anche perché, avendo ritardato così tanto l’assestamento, dal giorno dopo si entrerà praticamente nella fase preliminare della finanziaria. Un autunno caldo, insomma, a cui si aggiungono i round negoziali con l’UE, la visita del FMI, la visita del Presidente Mattarella, per citare alcuni appuntamenti già fissati. Poi ci sarebbero le riforme annunciate, ma per quelle il tempo è sempre poco.
Editoriale: sul Bilancio la sfida ora è “mediare”
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