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Jodice ha un obiettivo: la Porta del Paese

da Redazione

Conosciuta, immortalata con precisione quotidianamente eppure così unica: è la Porta del Paese, qui “fermata”, raccontata dal Maestro Mimmo Jodice (Napoli, 1934) e oggi custodita all’interno della Galleria Nazionale assieme ad altri sette stampe fotografiche ai sali d’argento su carta baritata. “San Marino 1990”, questo il titolo del “percorso”, è una ricognizione fotografica del Monte Titano realizzata in occasione della mostra “Confini, Visività e configurazione nel reale”, curata da Marisa Vescovo e parte del Progetto Logge, presso la sede delle Logge dei Volontari, Galleria Nazionale d’Arte Moderna di San Marino. Mimmo Jodice, in continuità con la propria poetica e con il più ampio discorso artistico dei fotografi di “Viaggio in Italia”, pensa ad un’investigazione visiva rivolta ai luoghi di transito, le soglie della Città Stato di San Marino.

Le immagini sono caratterizzate da una dimensione sospesa, che rivela un’assenza all’interno della scena fotografata. La figura umana, infatti, non mai presente, ma è come attesa, in arrivo.

In relazione a questa posizione scrive Marisa Vescovo: “Jodice immobilizza con il suo obiettivo la realtà per stringerla in un perimetro da cui possono emergere limpidamente luoghi che sembrano ancora abitati dal mistero, dai segreti che ancora possiedono e che noi non “vediamo” più”. I siti ritratti sono così luoghi di transito, passaggio, comunicazione, dialogo tra due ambienti e di cambiamento, luoghi di apertura e chiusura, separazione, differenza, confine. Mimmo Jodice utilizza il linguaggio specifico della fotografia, avvalendosi rigorosamente del bianco e nero, con l’idea, infine, di sottrarre queste immagini al tempo, posizionarle al di fuori della contingenza per amplificare e restituire un’immagine della Repubblica di San Marino atemporale, congelata, quasi magica.

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