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Madrid, 20 anni dopo: l’omaggio fotografico

da Alessandro Carli

Esiste forse solamente un modo per non dimenticare il passato: fermarlo. Renderlo immortale attraverso l’arte. Potesse evitare le tragedie, la fotografia, lo farebbe più che volentieri. Se e quando accadono però, l’obiettivo non può sottrarsi. Sono trascorsi 20 anni dall’attacco terroristico che nel marzo del 2004 squarciò Madrid: 192 vittime più una, un neonato che morì a causa delle ferite riportate dalla madre. Una ferita che 10 anni fa è si è fermata anche a San Marino: nel 2014 la mostra “Project 192”, nata da un’idea di Ciro Prota, è stata ospitata all’interno di Palazzo SUMS. Prota ha chiamato 193 fotografi e ha chiesto loro uno scatto. Tra i selezionati, anche Augusto Betiula, fotografo di San Marino. “L’immagine è stata fermata a San Marino città, nella galleria del trenino biancoazzurro, quel luogo che ha ospitato tanto dolore e tanti rifugiati durante la guerra. Gli unici vincoli per gli scatti, oltre al bianco e nero, sono stati il nome della vittima, che doveva apparire nell’immagine, senza l’ausilio del fotoritocco”.

Sul proscenio è stata posizionata una candela. “Il nome della vittima – prosegue il fotografo – è stata inserita in un cuore di carta. La candela rievoca il collo di una donna e il nastro nero ricorda un foulard, o una collana. Dal fondale, fuori fuoco, si vede un treno, che incombe. Ho scattato molto, anche perché spesso passavano i turisti e si fermavano a fare una fotografia davanti al trenino”.

IL FATTO STORICO: 11 MARZO 2004

Gli attentati di Madrid dell’11 marzo 2004, anche conosciuti come 11-M, furono una serie di attacchi terroristici di matrice islamica sferrati nella capitale spagnola a diversi treni locali, provocando 192 morti (di cui 177 nell’immediatezza degli attentati) e 2.057 feriti. Sono considerati i più gravi attacchi alla popolazione civile dopo la seconda guerra mondiale insieme agli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 all’interno dei confini dell’UE.

Il numero ufficiale delle vittime è di 192 (alcuni alzano il numero a 193 perché una era una donna incinta) e di 2.057 feriti, per cui l’attentato diventava il primo per numero di feriti e secondo per vittime mortali, nella lista dei peggior attacchi sofferti in Europa in tempi di pace dopo l’attentato di Lockerbie.

Il numero definitivo dei morti è comunque calcolato in 191, oltre a due feti rispettivamente di tre e otto mesi di gestazione. Nel computo è stato infatti considerato anche un bambino deceduto il 10 maggio a quarantotto ore dalla nascita: la morte fu causata dalle ferite subite dalla madre nell’attentato.

In alcuni conteggi si riferisce il numero di 192 vittime, calcolando tra le vittime anche l’agente intervenuto a Leganes, e morto con i suicidi.           

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