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Monte salari 2016, il settore manifatturiero è ancora in cima

da Redazione

Costante, negli ultimi cinque anni, la sua crescita e il suo ruolo di “principale erogatore” di economia per il Paese: in soli 12 mesi è cresciuto di oltre un milione e mezzo di euro.

 

di Alessandro Carli

 

Anche nel 2016 l’industria manifatturiera sammarinese ha rimarcato il suo ruolo di “principale erogatore” di economia del Paese, confermandosi come asset assolutamente strategico per il Paese. Suo difatti è il monte salari (l’ammontare complessivo delle retribuzioni lorde percepite dai lavoratori dipendenti, ndr) più elevato del Monte Titano.

Ottima comunque la performance realizzata dall’intero settore privato, che ha “fatto uscire” complessivamente 510.775.686 euro, con un +4.770.000 euro rispetto all’anno prima (506.093.696 euro).

Ai circa 510 milioni di euro, vanno aggiunta poi quelli del settore pubblico, 122 milioni e 432 mila euro (poco meno di 900 mila euro in più rispetto al 2015, quando il “monte salari” era stato invece di 121 milioni e 542 mila euro).

 

MANIFATTURIERO IN COSTANTE CRESCITA


Lo scorso anno le 495 imprese manifatturiere operative sul territorio (dati presi dal bollettino UPECEDS aggiornato a dicembre 2016: già a marzo, come anticipato su San Marino Fixing numero 16, le aziende operative erano salite a 508 unità ed era aumentata anche la forza lavoro) hanno fatto registrare un monte salari totale di 153.272.817 euro che ha riguardato 5.464 lavoratori dipendenti. Un trend di crescita che, se mettiamo a confronto gli ultimi cinque anni (2012-2016), è stato sempre costante.

Nel 2012 le 465 imprese del settore avevano firmato ai 5.150 dipendenti un “assegno lordo” complessivo di 137.782.077 euro. L’anno successivo (2013), nonostante una contrazione del numero delle imprese (453), il monte salari aveva raggiunto l’importo di 142.926.300 euro.

Totale salito anche l’anno successivo: nel 2014 era stato di circa 149 milioni per le 457 aziende e per i 5.224 lavoratori e ulteriormente aumentato nel 2015 quando l’ammontare complessivo delle retribuzioni lorde percepite dai lavoratori dipendenti aveva raggiunto l’importo di 151 milioni e 775 mila euro per le 485 le imprese operative in Repubblica nelle quali erano impiegate più di 5.300 persone.

 

GLI ALTRI SETTORI PRIVATI: CHI SALE, CHI SCENDE

 

Nell’ultimo lustro, la crescita del monte salari – oltre al comparto manifatturiero – ha riguardato, anche se con crescita e incidenza più ridotta, l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca, la fornitura di acqua (reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento), il commercio all’ingrosso e al dettaglio, le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, i servizi di informazione e comunicazione, le attività immobiliari, il noleggio le agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle aziende, l’amministrazione pubblica e difesa, l’assicurazione sociale obbligatoria, l’istruzione, la sanità e l’assistenza sociale, le altre attività dei servizi, le attività di famiglia e convivenze come datori di lavori per personale domestico.

Contrazione invece per le costruzioni, il trasporto e il magazzinaggio, le attività finanziarie e assicurative, le attività professionali, scientifiche e tecniche, le attività artistiche, sportive, in intrattenimento e divertimento e le organizzazioni e gli organismi extraterritoriali.

Nei dettagli, l’agricoltura ha visto crescere l’importo complessivo da 399.904 mila euro del 2012 a 504 mila euro del 2016, la fornitura di acqua da 127.981 mila euro di 5 anni fa a 830.479 mila euro dello scorso anno, il commercio all’ingrosso da 60.058.344 (2012) a 60.860.586 euro (2016), la ristorazione da 12.837.232 a 14.360.968 euro, i servizi di informazione da 20.795.889 euro a 22.326.195 euro, le attività immobiliari invece sono passate da 1.719.302 euro a 1.994.369 euro. Il noleggio le agenzia di viaggio, a fronte di un monte salari di 10.978.298 euro del 2012, al 31 dicembre 2016 hanno fatto registrare un assegno complessivo di 12.930.398 euro. Altalenante la performance dell’amministrazione e difesa: se da un lato i dati degli ultimi 5 anni mettono in luce una lieve contrazione (da 233 a 231 mila euro), rispetto al 2015 la crescita è stata di poco più di 4 mila euro (per la precisione, da 227.806 euro a 231.977 euro). Sale nel quinquennio l’esborso dell’istruzione (da 922 mila euro a 1.076.352 euro), come quella della sanità e dell’assistenza sociale (i 4.854.777 euro del 2012 sono diventati 5.693.333 nel 2016). Idem le altre attività di servizi (da 7.454.718 euro a 8.152.150 euro) mentre le attività di famiglie e personale domestico hanno un andamento simile a quello dell’amministrazione e difesa: sui 5 anni è in calo (3.853.669 – 3.714.136 euro), sul 2015 è in crescita (due anni fa il “monte” era stato di 3.482.429 euro).

 

COSTRUZIONI: CONTINUA LA CRISI


Un capitolo a parte lo merita il mondo delle costruzioni. Per il “Doing Business 2016” firmato da World Bank, alla voce “Permessi di costruzioni” la Repubblica è salita di 20 posizioni, passando dalla 92esima piazza alla 72esima su un totale di 190 Paesi inseriti. Le costruzioni, che negli anni passati hanno trainato l’economia della Repubblica e che devono tornare a avere un ruolo importante per il Paese, mostrano ancora una grande sofferenza. Nel 2012 le 394 imprese hanno “speso” per i 1.132 dipendenti 27.549.178 euro. Importo lievemente più alto l’anno successivo (27.737.271 euro ai 1.094 dipendenti, nonostante meno aziende, 387). Nel 2014 i 1.027 lavoratori hanno ricevuto dalle 415 aziende poco più di 25 milioni e 400 mila euro per poi scendere ancora nel 2015: 931 dipendenti, 414 realtà e un “salario” complessivo di 22 milioni e 988 euro. Lo scorso anno le imprese sono risultate essere 387, i dipendenti invece 875. Il “monte” invece è stato di 22 milioni e 331 mila euro, quindi ancora in discesa, così come il numero di realtà e delle persone impiegate.

 

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: E LA SPENDING REVIEW?

 

Come detto in apertura, e nonostante il periodo di spending review, il monte salari complessivo tra il 2015 e il 2016 è cresciuto di circa 900 mila euro. Un “taglio dei costi” quindi piuttosto “soggettivo” e abbastanza discutibile…

Anche in questo caso, alcuni settori hanno visto aumentare la spesa per gli stipendi mentre altri l’hanno ridotta. Al primo “settore” appartengono l’ISS e l’aviazione civile e navale marittima mentre al secondo i cantieri dello Stato, l’AASPL, il CONS e l’AASS.

Nei cinque anni lo Stato ha “tagliato” (nel 2012 l’importo è stato di oltre 72 milioni e 796 mila euro, nel 2016 di 66 milioni e 780 mila euro) mentre tra il 2015 (66 milioni e 594 mila euro) e il 2016 l’aumento è stato di poco inferiore a 200 mila euro. Più o meno la stessa “curva” l’ha registrata l’Università: riduzione nel quinquennio (nel 2012 i “salari” erano stati complessivamente di un milione e 608 mila euro, nel 2016 un milione e 485 mila euro) ma lieve crescita negli ultimi 12 mesi (nel 2015 “totale” di un milione e 442 mila euro).

Una voce a parte è rappresentata dall’AASFN (Filatelia e Numismatica) e dalle Poste: la prima azienda non è più sotto lo Stato dalla fine del 2013 mentre la seconda è “entrata” nel 2014.

L’ammontare complessivo delle retribuzioni lorde percepite dai lavoratori dipendenti dell’ISS dal 2012 al 2016 è passato da 36.080.409 euro a 37.172.406 euro. L’aumento tra il 2015 e lo scorso anno è stato superiore al milione di euro (35 milioni e 846 mila euro e, come detto, 37 milioni e 172 mila euro). L’Autorità per l’aviazione civile e la navigazione marittima, a fronte di un “monte salari” del 2012 di 88 mila euro, lo scorso hanno è costata ai contribuenti poco più di 92 mila e 500 euro. La crescita dei salari però non è stata accompagnata dall’incremento dei dipendenti pubblici.

Prima di sciorinare i numeri, un dato salta agli occhi: gli statali (settore pubblico allargato) sono più femmine che maschi. Prendiamo per comodità gli ultimi tre anni: nel 2014, su un totale di 3.817 persone, 2.309 erano donne. Nel 2015, a fronte di una “forza lavoro” complessiva di 3.730 unità, il numero dei dipendenti dell’altra metà del cielo era di 2.272. Nel 2016 infine, dei 3.606 lavoratori pubblici, 2.213 erano donne. Il 2017 però è partito con un’inversione di tendenza: da gennaio al 31 marzo il totale è passato da poco più di 3.600 dipendenti a 3.743.

A trainare la performance, la PA che, da quando si è insediato il nuovo Governo, ha registrato oltre 150 nuove assunzioni (2.117 – 2.276).

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