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Profit shifting: il Monte Titano si attrezza contro i BEPS

da Redazione

Le azioni dell’OCSE per evitare le strategie “evasive” delle imprese. Incaricata un’esperta italiana: dovrà declinarle nel contesto sammarinese.

 

di Daniele Bartolucci

 

Evasione fiscale internazionale, il Titano continua a muoversi sulla strada della trasparenza e della cooperazione fiscale. Con l’incarico a Maria Teresa Ciampalini, Responsabile Affari Comunitari di Confapi (Confederazione italiana della piccola e media industria privata), il Congresso di Stato ha infatti deciso di inziare a implementare la normativa di riferimento ai BEPS (Base erosion and profit shifting), da qualche anno “tema caldo” a livello globale. Più specificatamente, nella Delibera del CdS si legge: “avvalersi di un qualificato supporto tecnico per lo studio degli adeguamenti normativi derivanti dagli obblighi previsti dagli accordi multilaterali in materia di implementazione del pacchetto BEPS (Base erosion and profit shifting), scambio automatico di informazioni e dalla Convenzione Monetaria con l’Unione Europea; ai sensi dell’articolo 73 della Legge 21 dicembre 2009 n. 168”. Per cui si “dà mandato al Segretario di Stato per le Finanze e il Bilancio di procedere alla sottoscrizione del disciplinare di incarico con la Dott.ssa Maria Teresa Ciampalini, nel testo posto agli atti della presente seduta”, per la spesa di euro 45.000 “quale corrispettivo per l’attività di consulenza con durata fino al 31 dicembre 2017”.

 

COSA SONO I BEPS E LE AZIONI DELL’OCSE


Per Base Erosion and Profit Shifting (BEPS) si intende l’insieme di strategie di natura fiscale che talune imprese pongono in essere per erodere la base imponibile (base erosion) e dunque sottrarre imposte al fisco.

La cosiddetta “traslazione” dei profitti (profit shifting) da Paesi ad alta imposizione a paesi a tassazione nulla o ridotta è infatti considerata una strategia che conduce all’erosione della base imponibile. Tali pratiche sono consentite: da strategie fiscali aggressive in contesti ad alto tasso di innovazione, digitalizzazione e globalizzazione; dalla rigidità dei sistemi fiscali a fronte di una estrema “flessibilità dei redditi di impresa”; dalla possibilità di scindere l’imposizione delle fonti reddituali dalle attività economiche che le generano; dall’assenza di coordinamento e dalla presenza di asimmetrie tra i diversi regimi fiscali nazionali ad esempio in termini di un difforme trattamento (a fini fiscali) delle componenti di bilancio di impresa (e.g. interessi, dividendi, ecc.) e di una valutazione non uniforme delle voci reddituali associate a transazioni intra-gruppo e non.

I Ministri delle Finanze e i Governatori delle Banche Centrali del G20, riuniti a Lima, hanno approvato un pacchetto di misure per definire una riforma delle regole fiscali internazionali completa, coerente e coordinata, esprimendo così un sostegno unanime al Progetto congiunto OCSE – G20 su “Base Erosion and Profit Shifting”, i cui risultati forniscono ai governi un sistema di soluzioni per colmare le lacune presenti nei sistemi fiscali vigenti che, di fatto, fanno sì che i profitti aziendali possano sfuggire all’imposizione fiscale oppure essere dirottati, senza tener conto del luogo dove l’attività economica sottostante ha luogo, in contesti nazionali a bassa o nulla tassazione. Il pacchetto di misure di contrasto al BEPS costituisce la prima e sostanziale riforma delle regole di fiscalità internazionale da quando sono state inizialmente discusse e via via introdotte. L’obiettivo del nuovo ordine fiscale è di ricondurre l’imposizione dei profitti aziendali nei paesi in cui le attività hanno luogo e dove il valore aggiunto è effettivamente creato, così da rendere inefficaci le strategie di erosione della base imponibile e di traslazione dei profitti poste in essere da alcune imprese che, sfruttando regole obsolete e/o lo scarso coordinamento tra i diversi ordinamenti fiscali nazionali, riducono il gettito fiscale dei singoli paesi.

 

IL CONTESTO SAMMARINESE E LE NORME PER I “BIG”


Come è facile intuire, il contrasto ai BEPS è un ottimo banco di prova per i Paesi che fanno della lotta all’evasione fiscale un obiettivo prioritario, ma è altrettanto facile notare come, nella maggior parte dei casi, queste “strategie” possano essere messe in campo dai cosiddetti “big” del mercato, che siano multinazionali o gruppi importanti. Il contesto sammarinese, in questo caso, è ben distante da quello che si può ipotizzare quindi per Paesi più grandi e/o con una capacità di attrazione molto più marcata per queste tipologie di società. Anche per questo è stata incaricata, si presume, la Dott.ssa Ciampalini, che più volte ha rappresentato le istanze delle Piccole e Medie Industrie al Parlamento italiano. San Marino ha infatti una dimensione industriale di questo tipo e difficilmente tali imprese, industriali e non, potrebbero sostenere i costi e le procedure burocratiche che impegnano i grandi gruppi internazionali, vero target di queste “azioni”. Anche per questo l’auspicio è che si apra presto un confronto con le associazioni di categoria, dove in prima istanza, alla consulente incaricata venga fornito il quadro preciso della situazione, e quindi elaborare il modo migliore e più efficace per declinare le varie azioni dell’OCSE anche su San Marino.

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