Home FixingFixing Il B2B è ancora lento, ma aumentano gli “e-shopper” e Amazon investe 150 mln

Il B2B è ancora lento, ma aumentano gli “e-shopper” e Amazon investe 150 mln

da Redazione

L’eCommerce vola, in Italia, in Europa e nel mondo. Ma non in tutti i Paesi ha la stessa velocità.

 

di Daniele Bartolucci

 

L’eCommerce vola, in Italia, in Europa e nel mondo. Ma non in tutti i Paesi ha la stessa velocità. Se è vero, come ha rendicontato la Casaleggio Associati nell’indagine “E-Commerce in Italia 2016” che gli italiani stanno spendendo molto di più rispetto al 2015, arrivando ad un fatturato finale stimabile in 29 miliardi di euro, è anche vero che come paese industrializzato, l’Italia risulta ancora il “fanalino di coda” dell’Europa nel settore delle vendite online B2B con una quota fatturato passata dal 4 al 9%, del valore di 16,6 miliardi di euro in pochi anni, con prospettive di crescita ulteriori. La media europea, dicevamo, di questa quota per le aziende, è del 17%, considerato che peggio del 9% dell’Italia fanno solo Grecia, Bulgaria e Romania (fonte Eurostat) e in vetta c’è l’Irlanda con il suo irraggiungibile 37%. Detto questo, nel mondo, stima la Frost & Sullivan, un’azienda Usa di consulenze e ricerche di mercato, “la vendita al dettaglio online business-to-business raggiungerà il doppio delle dimensioni delle vendite online B2C (business-to-consumer), producendo entrate per 6.700 miliardi di dollari entro il 2020”. Quei 29 miliardi, quindi, sono irrilevanti. E questo per diversi motivi, primo fra tutti l’arretratezza culturale del Belpaese, poco incline a queste “novità”, se è vero che nello studio “Digital Economy and Society Index” (DESI) della Commissione Europea, la predisposizione degli italiani a fare acquisti online è ancora bassa: nel 2015 la percentuale di utenti che ha fatto eCommerce era del 39%. Una predisposizione che si riflette anche nelle aziende.

Detto questo, i dati confermano che il settore sta crescendo, e quel 39% significa comunque 18,8 milioni di persone (gli e-shopper erano la metà solo cinque anni prima), secondo l’indagine “Net Retail: Il ruolo del digitale negli acquisti degli italiani”, una ricerca di Netcomm e PayPal svolta da Human Highway, ma è evidente che a guadagnarci, almeno in Italia, sono altri, ovvero gli stranieri. Lo dice anche la Casaleggio Associati nella sua indagine: “Questa crescita arriva soprattutto dai retailer esteri entrati in Italia con campagne pubblicitarie aggressive, oltre che da marketplace come Amazon, che è responsabile della crescita importante che ha visto il settore dei centri commerciali on line. L’e-commerce italiano sembra quindi destinato agli operatori esteri, che entrano in Italia beneficiando degli investimenti in servizio e tecnologia già sostenuti in altri Paesi, mentre anche colossi come Poste Italiane decidono di chiudere le loro iniziative di e-commerce”. Non è un caso, quindi che proprio Amazon abbia annunciato un nuovo super investimento in Italia in questi giorni, ovvero la realizzazione di un nuovo Centro di Distribuzione a Passo Corese, frazione del Comune di Fara in Sabina (RI), a 30 km da Roma, per soddisfare la crescita della domanda in Italia. Amazon investirà 150 milioni di euro nella nuova unità operativa da 60.000 mq. Questo annuncio suona come un campanello d’allarme per la grande distribuzione italiana, perché potrebbe essere la base di partenza per l’innovativo servizio “Amazon Prime Now”, che offre la consegna del fresco in un’ora dall’acquisto. E questo potrebbe spingere i grandi marchi a nuovi investimenti, soprattutto perché, come ha spiegato Roberto Liscia, Presidente di Netcomm durante la presentazione dell’indagine menzionata sopra: “Un ulteriore salto evolutivo del settore, con l’ingresso del digitale all’interno del punto vendita fisico. L’acquirente digitale potrebbe voler essere riconosciuto quando entra in un negozio, avere uno scaffale virtuale con i prodotti di proprio interesse, individuati sulla base degli acquisti precedenti, sapere come i propri contatti social li recensiscono, godere di promozioni personalizzate, essere invitato a navigare nel negozio da strumenti di micro-localizzazione e pagare con un clic”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento