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San Marino, una centrale energetica per rendersi autonomi

da Redazione

Il progetto è di Dundee, Mitsubishi-Hitachi e Amec Foster Wheeler. Intanto si annunciano auto elettriche statali e aiuti alle aziende energivore.

consumi elettrici slide

 

 

di Daniele Bartolucci

 

Raggiungere la piena sostenibilità ambientale è un percorso su cui San Marino sembra finalmente essersi incamminato, mentre l’obiettivo di rendersi autonomi energeticamente è ancora molto ambizioso, visti i numeri del consumo di energia elettrica (ormai attestatosi sui 260 milioni di kWh), di gas (quasi 48 milioni di mc), di acqua (3,3 milioni di mc), senza dimenticare l’annosa questione dello smaltimento dei rifiuti.

Ponendosi l’obiettivo di un sempre più corretto uso delle risorse energetiche, avendo partecipato al COP 21 di Parigi nel dicembre scorso, il Gruppo di lavoro sui cambiamenti climatici istituito appositamente si è riunito nelle scorse settimane per dare concretezza agli impegni presi a Parigi, ma soprattutto per “elaborare una progettualità che sia utile al Paese”. Il Gruppo, alla presenza del Segretario di Stato al Territorio Antonella Mularoni, ha convenuto di lavorare su due fronti, operativo e culturale. Sul primo fronte “si partirà col potenziamento della raccolta dei dati relativi al territorio sammarinese al fine di avere un quadro preciso della situazione attuale e di mettere il Paese in linea con le richieste che emergono dall’Accordo di Parigi, che sarà aperto alla firma a New York il 22 aprile, mediante azioni mirate ed efficaci”.

 

AUTO ELETTRICHE E AIUTI ALLE AZIENDE ENERGIVORE

“E’ giusto che lo Stato sia di esempio e cerchi di incentivare le migliori pratiche”, ha commentato il Segretario Mularoni, rifacendosi alla discussione in merito avvenuta in Consiglio Grande e Generale (vedi Fixing nr 6), “pertanto è in fase di valutazione un progetto di mobilità sostenibile attraverso l’utilizzo di auto elettriche sia per il settore pubblico che per il settore privato, con l’installazione di colonnine di ricarica ed incentivazioni di natura fiscale, mentre prosegue il lavoro di ampliamento ed integrazione dei percorsi ciclo pedonali. Si sta anche spingendo verso l’acquisto di prodotti biologici, biodegradabili ed eco-compatibili da utilizzarsi nella Pubblica Amministrazione in sostituzione di quelli inquinanti”. Va aggiunto che proprio nei giorni scorsi la Segreteria al Territorio e quella al Turismo hanno ospitato i responsabili di Tesla Motors, a quanto pare interessati a investire in Repubblica. Inoltre “è allo studio un progetto per incentivare le valutazioni energetiche relative alle industrie maggiormente energivore”, ha annunciato Mularoni, “al fine di abbassare i consumi e valorizzare le fonti di energia rinnovabile ed i processi che riducano l’emissione di CO2 nell’atmosfera”.

 

INFORMAZIONE PUBBLICA SOPRATTUTTO A SCUOLA

Quanto al fronte culturale, “saranno intensificati gli incontri con la popolazione al fine di renderla consapevole degli effetti che il cambiamento climatico porteranno sulla vita di tutti i giorni e su come affrontarli, attraverso incontri pubblici e conferenze a tema al fine di diffondere un senso comune di appartenenza, di rispetto per l’ambiente, di risparmio energetico mediante le buone pratiche quotidiane anche in termini di sostenibilità”.

Ma soprattutto si vuole puntare ai giovani, “partendo dalla consapevolezza che saranno loro a dover affrontare le maggiori conseguenze dovute ai cambiamenti climatici e che sono gli insegnanti il veicolo privilegiato tramite il quale la cultura raggiunge lo studente. Pertanto si proporranno ai docenti corsi di aggiornamento e approfondimento delle tematiche ambientali e di sostenibilità”.

 

UNA CENTRALE ELETTRICA PER RENDERSI AUTONOMI

Oltre al già citato incontro con Tesla Motors, anche altri tre gruppi economici industriali a livello mondiale sono saliti sul Titano per presentare una loro proposta in tema energetico. Si tratta del gruppo finanziario canadese Dundee appartenente al progetto San Marino Energia, del gruppo industriale giapponese Mitsubishi Hitachi Power Systems e del gruppo ingegneristico inglese Amec Foster Wheeler.

L’incontro è avvenuto in “casa” del Consorzio Vini tipici, che ha avuto il piacere di ospitare anche una qualificata delegazione di Governo: ben cinque i Segretari di Stato presenti (agli Esteri Valentini, alle Finanze Capicchioni, agli Interni Venturini, al Territorio Mularoni e al lavoro Belluzzi), oltre al direttore del Dipartimento Turismo Testaj, in rappresentanza del Segretario di Stato Lonfernini. D’altra parte, il Consorzio aveva già avuto occasione di intraprendere relazioni di reciproca conoscenza con la realtà giapponese e la serata di ieri rafforzerà certamente le sue relazioni commerciali a livello internazionale.

A testimoniare l’importanza della serata, oltre ai graditi ospiti stranieri, vero protagonista della serata è stato il progetto presentato dai tre gruppi internazionali, che riguarda un piano di fattibilità finalizzato al raggiungimento dell’autonomia energetica, attraverso la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica e termica di ultimissima generazione, che potrà avere ricadute rilevanti sul futuro della Repubblica, sulla sua economia, sul consistente risparmio da parte de cittadini e degli imprenditori in fatto di costo dell’energia e sulla realizzazione di un nuovo modello di mobilità sostenibile. Ovvero, anche per “ricaricare” le auto elettriche che si ipotizzano essere il futuro della Repubblica, sia per quanto riguarda il trasporto pubblico e i mezzi dello Stato, ma anche per i privati.


IN ARRIVO DUE DEPURATORI

“Perché pagare realtà che depurano le nostre acque? Depuriamole noi ed evitiamo di pagare tariffe determinate da altri”. E’ da questa considerazione che il Segretario di Stato al Turismo, Teodoro Lonfernini, è partito per annunciare la previsione della realizzazione di impianti di depurazione a San Marino “su tutti e due i versanti principali, Acquaviva e Rovereta”. L’annuncio è stato dato in Commissione Territorio: “La mappatura fognaria del bacino San Marino è completata al 100%, per il 70% quella del bacino fognario dell’Ausa- versante Rovereta che sarà concluso entro luglio 2016, anche la mappatura del bacino del Marano che include due mila 2 mila punti di monitoraggio deve essere completato entro l’anno corrente. La prima ragione è sicuramente l’ammodernamento che passa attraverso l’attività in corso di completamento della mappatura di tutti i versanti. Quindi laddove sarà necessario, si interverrà con una ristrutturazione della rete o in alcuni casi con la sua realizzazione. Altro aspetto che ci fa continuare è una pura logica di spending review. Quella che fino ad oggi è stata una logica più comoda- ovvero pagare qualcuno di fuori per avere un servizio adeguato- è una logica da invertire. Depuriamo noi le acque ed evitiamo di pagare tariffe determinate da altri. La logica di investire oggi per essere più moderni ci porta quindi non solo ad essere al passo con i tempi, ma anche a risparmiare soldi. Inizialmente andranno spesi, ma in quel caso non saranno solo costi, ma un ottimo investimento per il futuro. Abbiamo predisposto un Piano triennale di investimenti in territorio interessante per tanti aspetti, che sarà presentato all’opinione pubblica e prevederà interventi da parte di imprese edili che potranno accedere a bandi pubblici per lavori che dovranno essere realizzati unitamente con l’Aass. Il piano sarà presentato prima o subito dopo Pasqua e riguarda investimenti relativamente ai reflui, alla rete fognaria, alla stazione elettrica, a tutti i servizi erogati dall’Aass in esecuzione per i prossimi 3 anni”.sta è la soluzione”. “Quello che si fa oggi è sicuramente quello che si doveva fare in anni diversi, ma lo andiamo a mettere in pratica oggi, se questo urta qualcuno se ne dovrà fare una ragione”.

Diversi i dubbi sollevati dai membri della Commissione, a cui Lonfernini ha risposto: “Lo sdoppiamento delle linee è nella logica degli interventi su cui stiamo già intervenendo. C’è una forte consapevolezza delle situazioni attuali che non sono risolvibili mettendoci una pezza, ma intervenendo in modo organico, distinguendo acque bianche e nere anche che escono da proprietà private. Quindi l’impianto di depurazione si deve fare su tutti e due i versanti principali, Acquaviva e Rovereta. Ognuno dei due presenta circostanze diverse, ma il fattore comune è che riescano a pulire le nostre acque in modo preventivo, nel momento in cui, una volta ripulite, se ne andranno fuori dai nostri confini”. Riguardo al concetto ‘chi inquina di più, paga di più’., invece, “per come lo concepisco io è un concetto transitorio, perché la logica deve essere che noi non vogliamo inquinare. Depurazione e misurazione dell’utilizzo delle nostre acque sono principi da mettere in campo e da far applicare a tutti gli operatori che sono utilizzatori di tale risorsa. Non è il concetto di tariffa e sanzione, ma la volontà di dialogare con questi operatori per essere tutti all’interno di un sistema compatibile”. Il riferimento non è quindi solo alle industrie più grandi, perché “tanti altri sono attivi nella produzione di un prodotto che porta acqua fuori dai confini. A volte poi fuori dalle tabelle c’è il mattatoio, la Centrale del latte, anche aziende che hanno responsabilità pubblica”. Insomma, il pianto annunciato “non rientra in una logica elettorale, ma di ammodernamento del Paese”.

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