Home FixingFixing “Le salite come l’impresa: servono gambe e testa”

“Le salite come l’impresa: servono gambe e testa”

da Redazione

Alessandro Bollini (La Splendor) svela la sua passione per la MTB. Dalla bicicletta tanti insegnamenti: pianificazione, innovazione e sicurezza.

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di Daniele Bartolucci

 

E’ il numero due a caratterizzare in questo momento la vita di Alessandro Bollini: due sono le sue figlie, prima di tutto, ma anche le imprese a cui sta dedicando la sua attività lavorativa (La Splendor e Progetto Autonomia), e infine due sono anche le ruote dell’amata bicicletta.

“La mia passione per la bicicletta, sia da strada che da mountain bike, non è basata come si potrebbe credere sull’agonismo: nonostante faccia anche alcune gare e partecipi a diverse competizioni, è più una sfida con me stesso. E’ una sfida ma anche una grande fonte di insegnamento”, spiega Bollini, “tanti insegnamenti che ho trasferito anche nel mio lavoro. Anzi, credo che affrontare una corsa di mountain bike sia molto simile a mandare avanti un’impresa: ci sono salite e ci sono discese, ma se non le affronti nel modo giusto, rischi di non arrivare in fondo. E’ vero ad esempio che in discesa o in pianura si fa meno fatica, ma se non metti da parte le energie in questa fase, poi la salita non la finisci. In gergo si dice che servano gambe e testa, la stessa cosa è in azienda: senza pianificazione, monitoraggio dei flussi, quindi dei momenti buoni e di quelli meno buoni, si rischia di non chiudere l’anno”.

Il concetto in effetti è semplice, ma manca di due fattori determinanti, anch’essi fondamentali: “Tutto si basa sul lavoro e sulla tenacia con cui il ciclista, così come l’imprenditore, affronta tutte le sfide”. Due doti che non sembrano mancare a Bollini, che di sfide ne ha affrontate parecchie in questi anni, portando La Splendor da impresa di pulizie alla moderna multiservizi che tutti conoscono: oggi infatti il core business della storica azienda, non è più soltanto il settore “Pulizia e igiene”, ma spazia dalla tinteggiatura e servizi dell’edilizia (comprese le opere in cartongesso), ai traslochi, fino alla gestione urbana e delle aree verdi, alla disinfestazione. Tutte attività per cui la selezione del personale e gli investimenti in attrezzature all’avanguardia devono fondarsi sulla massima qualità possibile, dalle pulizie domestiche o industriali fino ai servizi più specializzati, come la bonifica post incendio. “E’ stata una salita graduale, se vogliamo usare un linguaggio ciclistico, dove abbiamo conquistato metro su metro, costruendo una serie di servizi per le altre imprese e per i privati, che ci sono costati, è vero, tanta fatica, ma che ci stanno dando anche tante soddisfazioni”.

Il tempo della “discesa”, del riposo, per Bollini è invece nella famiglia e nella bicicletta, sono queste che ricaricano le sue batterie e gli permettono di affrontare poi le salite di cui si parlava prima. E anche di nuove, come Progetto Autonomia, “studiato appositamente per dare un aiuto quando c’è bisogno, perché l’assistenza alle persone è un settore ancora poco sviluppato a San Marino, e questo al di là del possibile business che si potrà creare”. Un business invece in cui crede molto è quello della green economy, e anche questo trae fondamento dall’esperienza personale: “Lavorando anche nel settore dell’edilizia sono obbligato a tenermi aggiornato sulle innovazioni tecnologiche, così come tutti i nostri dipendenti, collaboratori e consulenti, ma solo quando ho ristrutturato casa mia ho potuto constatare l’effettivo vantaggio che queste possono portare. E, al di là degli incentivi o sgravi fiscali, l’ho visto nella classica bolletta: più che dimezzata grazie agli accorgimenti che ho voluto adottare, dagli infissi di ultima generazione al cappotto termico in alcune zone, dalla scelta della caldaia a doppia condensazione al camino, non ultimo la domotica per controllare il riscaldamento. Non è quindi una questione di investimenti e costi, c’è bisogno di un salto culturale, ma dobbiamo farlo tutti, a partire dalle nostre case e dalle nostre abitudini, che spesso non ci accorgiamo di quanto siano dannose finché non capiamo quanto costano, o a noi o alla comunità”. Un po’ come l’auto elettrica? “Abbiamo già delle auto ibride aziendali e stiamo ipotizzando di sostituirne alcune con quelle totalmente elettriche, io stesso ho in progetto di acquistarne una”. Un’auto o una bicicletta elettrica? “No no, in bicicletta si pedala”.

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