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Infrastrutture, il rilancio parte dalla vecchia superstrada

da Redazione

Nonostante i 70 km/h e la doppia corsia, la classificazione corretta è “strada di scorrimento”, con tanto di attraversamenti a raso. E possono utilizzarla tutti: auto, moto, scooter e bici.

 

di Daniele Bartolucci

 

Si fa presto a dire superstrada. Non serve più andare ad Amsterdam, capitale della mobilità innovativa, per rendersi conto di quanto San Marino stia perdendo in termini di competitività, mobilità interna e attrattiva.

Basta varcare il confine di Dogana sulla vecchia Statale 72 per accorgersi che entrando in Italia sembra di entrare in un altro mondo, ora che il restyling della superstrada sono quasi ultimati.

Era accaduto anche con il Nevone del 2012, in verità, di trovarsi una strada tutta pulita in Italia e il disastro da Dogana a Città, ma ora non si può più dare la colpa al meteo, perché passare da un asfalto nuovo nuovo, dalle due corsie ben definite e spaziose, dallo spartitraffico a norma, alle crepe che si incontrano già dall’ingresso in Repubblica, gli avvallamenti e il guard rail è una sensazione – ovviamente negativa – che in molti hanno provato, residenti e non. E che abbiamo provato anche noi, in questi giorni, realizzando un video percorrendo la superstrada da Cerasolo a Città (il video è già online sul sito www.sanmarinofixing.com e sui nostri profili social Facebook e Youtube), evidenziando diversi punti critici.

 

LA “SUPERSTRADA” CHE NON È SUPERSTRADA

Per prima cosa, nonostante l’appellativo di “superstrada” (termine che non esiste in nessun ordinamento, né in Italia né nella Convenzione di Vienna sulla segnaletica stradale del 1968), la vecchia consolare di San Marino è ufficialmente una “strada di scorrimento”, secondo l’articolo 2 del Decreto Delegato 26 maggio 2008 n.81 (Codice della Strada), al pari di “tutte le strade che collegano fra loro i Castelli della Repubblica e gli stessi Castelli con le località poste oltre confine. Sono a doppia carreggiata (superstrada) o unica carreggiata, ciascuna dotata di almeno due corsie di marcia”.

Quindi, se è corretto chiamarla superstrada a San Marino, nel mondo le superstrade sono un’altra cosa, definite in maniera differente in base alla classificazioni nazionali, ma tutte con alcuni precisi criteri, tra cui l’utilizzo delle stesse da parte dei soli veicoli a motore (con diverse limitazioni sulle tipologie) e la non presenza degli attraversamenti a raso. A San Marino invece, la superstrada è aperta a tutti: auto, camion, mezzi pubblici, moto, scooter, ciclisti e anche pedoni. E anche, purtroppo, a chi vuole parcheggiarci a fianco.

 

L’INFRASTRUTTURA CHE PUÒ RILANCIARE IL SISTEMA

Un Paese senza infrastrutture è un Paese fermo o comunque destinato a rallentare, e questo a dispetto del fatto che San Marino, con la sua dimensione ottimale e la dinamicità che contraddistingue il suo sistema, potrebbe accelerare, molto più di altri, a partire dall’Italia.

Invece, nonostante tutto, la superstrada è nuova ed efficiente per il tratto riminese, vecchia e anche un po’ pericolosa in quello sammarinese. Il problema però non è solo la sua pericolosità (si veda il box a lato), ma anche la sua utilità, che dovrebbe essere al servizio dei cittadini e delle imprese, perché si possano spostare da un luogo all’altro nel minor tempo possibile ma anche nella maniera più certa, anche a livello di tempistica. Venendo meno a questa funzione, la vecchia consolare ha contribuito a distanziare, e non avvicinare, i vari Castelli che attraversa, tanto che in molti – basti pensare al Polo della Moda oggi – criticano ciò che si fa in una zona perché sarà “lontana” da quell’altra zona. Lontano perché non c’è una strada efficiente?

Perché non ci sono collegamenti continui e rapidi?

Per quanto sia interessante anche la seconda, alla prima domanda si può rispondere subito: sì, quella strada non è efficiente. Per questo diventa determinante investire in un’infrastruttura così importante, per ricollegare sia a livello logistico che “sociale” tutte le parti del territorio. E’ chiaro che da quella che potrebbe tornare ad essere “l’arteria” principale, occorrerà poi pianificare diramazioni con gli altri Castelli, in maniera più semplice e capillare di quanto avvenga oggi. Per facilitare il tutto – ma questo è un altro capitolo di un avveniristico per quanto necessario Piano Strategico di sviluppo – si dovrebbe prima rimettere mano al vecchio PRG, soprattutto a quel fenomeno definito “a macchia di leopardo” che ha caratterizzato tutte le aree industriali, sportive e residenziali della Repubblica.

Basterebbe partire dalla superstrada.

Un’infrastruttura che potrebbe anche rilanciare l’immagine di San Marino: sulla mobilità interna (a tal proposito in Consiglio si aprirà finalmente il dibattito sul tema), un tema all’ordine del giorno in tutti i Paesi occidentali; sulla sicurezza stradale (in questo, il guard rail è considerato quasi “medievale” tanto è vecchio); sull’impatto visivo, con ammodernamenti all’avanguardia. Tutti asset in cui l’antica Repubblica potrebbe anticipare tutti gli altri Paesi con progetti ultramoderni, a vantaggio della propria cittadinanza ma anche rendendosi di conseguenza molto più attrattiva verso l’esterno.

 

NEL MIRINO: VELOCITÀ ELEVATA GUARD RAIL E ASFALTO INADATTO

La superstrada sammarinese non è solo vecchia, ma anche pericolosa. Il limite dei 70 km orari è sicuramente un buon deterrente, ma i numeri parlano chiaro: sulle strade sammarinesi avviene in media più di un incidente mortale all’anno (11 dal 2008 a oggi), e circa la metà avvengono sulla superstrada. L’ultima rilevazione statistica dell’Ufficio di Stato tiene conto degli incidenti (con morti o feriti) negli anni 2008-2014, mettendo in rilievo che sui 1.050 incidenti rilevati su tutte le strada, ben 272 si sono verificati sulla superstrada, determinando, in proporzione, più feriti che quelli sulle altre strade, ovvero 369 contro 998.

 

VELOCITÀ, AUTOVELOX E VIOLAZIONI DEL C.D.S.

Ovviamente non è solo una questione di velocità o mancato rispetto del Codice della Strada, ma questi fattori sono purtroppo molto marcati a San Marino, tanto che già a giugno 2015 è stata deliberata l’installazione di due autovelox fissi a Serravalle, lungo il rettilineo della superstrada. Progetto non ancora realizzato. Solo nel 2015 il mancato rispetto del CdS ha portato la Polizia Civile ad elevare ben 5.755 sanzioni, ritirare 177 carte di circolazione e sequestrare 41 veicoli. Oltre a questo, sono state ritirate 127 patenti di guida: 66 per guida in stato di ebbrezza (dovuta ad alcool, droga, psicofarmaci), 42 per velocità oltre i limiti consentiti (superamento di oltre 40 Km/h), 16 per condotta di guida pericolosa per la sicurezza delle persone, 1 su provvedimenti della Magistratura e 2 su provvedimento dell’Ufficio Registro Automezzi. Statisticamente, comunque, i principali punti critici, sono, nell’ordine: rettilineo, curta e incroci, ma anche intersezioni (segnalate e non) e rotatorie.

 

GUARD RAIL “KILLER” E ASFALTO INADEGUATO

Anche se l’Europa non l’ha ancora vietato, il guard rail è nel mirino di quasi tutti i Paesi e contro i produttori (e gli enti che li installano) si sono scatenate le associazioni delle vittime della strada e molti politici, consci che un presidio di sicurezza non può essere esso stesso pericoloso. Al di là della loro legittimità, quindi, in un contesto internazionale ormai votato al superamento di questi strumenti, è abbastanza singolare che a San Marino il guard rail sia ancora omnipresente e non si ipotizzi la sostituzione con tecnologie più moderne e sicure. E magari anche meglio illuminate e abbellite: per un Paese che fa leva sull’effettivo benessere diffuso, non dovrebbe essere difficile immaginare una superstrada illuminata a led (magari bianchi e azzurri?), con spartitraffico rialzati e segnalati adeguatamente, o banchine con vie di fuga innovative. L’altro elemento visivo, oltre che tecnico, è sicuramente l’asfalto: il grip della mescola utilizzata è stato più volte criticato dagli automobilisti, ma certamente un asfalto con caratteristiche tecnologiche più moderne e adatto sia all’estate (caldo afoso oltre i 40°) che all’inverno (neve e ghiaccio), azzererebbe ogni discussione. Inoltre permetterebbe di elevare San Marino tra i Paesi più innovativi per quanto riguarda la sicurezza delle proprie strade.

 

FU REALIZZATA DALL’ITALIA E INAUGURATA DA SARAGAT

La SS 72, più conosciuta come Superstrada per San Marino, ha appena compiuto 50 anni. Fu infatti il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat il 25 novembre 1965 a inaugurarla con una cerimonia italo-sammarinese a Dogana, nel corso della prima visita di un Presidente della Repubblica italiana a San Marino. La strada fu realizzata sulla base di un accordo italo-sammarinese del 21 novembre 1958 e gestita interamente dall’ANAS. I lavori iniziarono il 10 agosto 1959. Fra espropri e lavori veri e propri occorsero oltre 5 anni per vederne l’ultimazione. Dall’incrocio di Rimini a Dogana sono 10,600 km, a cui vanno aggiunti altri 8,9 km da Dogana a Borgo Maggiore, per un totale complessivo di 19,5 km. I lavori di restyling sono partiti a settembre 2015.

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