Home FixingFixing Quando il “ritardo” significa “anticipo”

Quando il “ritardo” significa “anticipo”

da Redazione

Il dottor Roberto Valducci racconta “quella volta che” ebbe l’intuizione: “Una volta capita l’importanza di questi farmaci mi misi in proprio”.

 

di Alessandro Carli

 

Con le parole e i ricordi del dottor Roberto Valducci inauguriamo un nuovo percorso di San Marino Fixing, che si apre non tanto alle “storie d’impresa” ma piuttosto a quelle, certamente più personali e certamente legate alle aziende, degli imprenditori.

 

Roberto Valducci, Managing Director di Valpharma, è nato in Romagna, più precisamente a Gatteo, il 13 marzo del 1933. Dopo il diploma di perito chimico, si trasferisce a Milano dove getta le basi della sua lunga carriera di manager e imprenditore. I racconti del dottor Valducci partono da qui. “Ho lavorato a Milano per 25 anni visto che in Romagna non c’erano molte possibilità per un perito chimico. Ho iniziato in un’industria farmaceutica, poi sono stato chiamato dalla ditta ‘dottor Bonapace’, una realtà che si occupa sempre di prodotti farmaceutici”. Valducci si ferma un attimo, e torna a quei giorni. “Un giorno mi chiedono di andare a lavorare da loro. Il titolare mi dice: ‘Importiamo prodotti molto particolari dagli Stati Uniti d’America ma, per commercializzarli in Italia, ho bisogno delle autorizzazioni italiane’. Io a questo punto gli chiedo di che prodotti sta parlando. E lui, con tranquillità, mi risponde: ‘prodotti in ritardo’. A quel punto mi consegna un foglio, scritto in inglese, in cui leggo i nomi dei prodotti”.

Prima che gli possa chiedere qualche delucidazione che chiarisca le particolarità di questi prodotti, il dottor Valducci prosegue. “Le faccio un esempio pratico. Gli effetti dell’aspirina durano più o meno tre o quattro ore. Le medicine cosiddette ‘in ritardo’ hanno una copertura temporale superiore. Ne prendo una la mattina, e sono ‘coperto’ tutto il giorno. Poi ne assumo una la sera per la notte”.

Valducci torna al dialogo in Bonapace. “In quel momento ho pensato che quello che stavo leggendo era il futuro. Ho risposto che avrei effettuato certamente le analisi per ottenere la ‘certificazione italiana’, ma volevo fare anche i prodotti. Mi diedero ‘del matto’ (ride). Non fu facile: lavoravo in un piccolo laboratorio di 45 metri quadrati. Grazie anche a una serie di attrezzature molto professionali, dopo 3 mesi avevo le analisi”.

Il primo prodotto ‘creato’ dal dottor Valducci fu il “C Tard”, un farmaco a base di acido ascorbico. “E’ nato negli anni Settanta e ancora oggi è in vendita” spiega con un pizzico di motivato orgoglio.

La permanenza di Valducci in Lombardia si snoda ancora tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta quando, spiega, è andato a lavorare “in un piccolo stabilimento di 300 metri quadrati, poi in uno più grande, di circa 2.500. A quei tempi non c’era un mercato comune. Il gruppo così decise di aprire una serie di stabilimenti in tutto il mondo: Francia, Svizzera, Brasile, Spagna e Argentina. In 15 anni sono stati immessi sul mercato più di 300 prodotti ‘in ritardo’. Un grande successo”.

La svolta è nella seconda metà degli anni Settanta quando sposa la dottoressa Piera Aniceti (1976) e poco dopo diventa padre di Alessia (oggi ai vertici dell’azienda di famiglia), ma soprattutto perché decide di “cambiare aria”.

“Visto come stavano andando le cose, mi sono detto: ‘Ma perché non mi metto per conto mio e apro una mia impresa?’. Così ho acquistato una ditta forlivese che aveva chiuso e l’ho portata a Cerasolo. Nel 1977 ho aperto la Euderma, che si estendeva su una superficie di 3.000 metri quadrati”. Con quattro dipendenti iniziali, in breve tempo l’azienda arriverà a fatturare 50 milioni di lire.

Passano 10 anni e nel 1987 Valducci decide di spostarsi a San Marino con il nome Valpharma spa, che oggi dà lavoro a poco meno di 100 dipendenti. Nel 2002 invece inaugura un nuovo stabilimento a Ponte Messa di Pennabilli, in Provincia di Rimini, la “Valpharma International spa”, 33 mila metri quadrati di superficie (in espansione) e quasi 200 dipendenti. Tra “Valpharma” (1987) e la “International” (2002″), Roberto Valducci vola a New York (1990) per ricevere la laurea honoris causa in farmacia.

 

IL PRESENTE E IL FUTURO

Roberto Valducci entra nel presente. “Oggi produciamo 78 prodotti ‘in ritardo’ che vengono venduti in tutto il mondo: Sud America, Europa, Australia, Africa, Arabia e Paesi dell’estremo Oriente”. E sulla recente revoca delle sanzioni che riguardavano l’Iran, il Managing Director di Valpharma spiega che “nonostante i ‘limiti’, nel 2014 abbiamo fatturato per 2 milioni di euro”. A proposito di fatturato, per il Gruppo “il mercato che ci dà il maggior fatturato è quello giapponese, una realtà molto difficile”.

Il futuro è lì dove, più di 25 anni fa, Valducci ricevette la laurea. “In Europa i farmaci sono gratuiti. Il problema è che gli Stati non hanno meno soldi rispetto al passato. I mercati del vecchio continente sono fermi. Le faccio un esempio: se un Paese X ha bisogno di 100 milioni di un determinato farmaco, questo prodotto non viene acquistato direttamente ma si va attraverso un’asta. Vince il gruppo che lo può vendere a meno. La tendenza dell’Unione Europea è quella di una riduzione dei costi, il che significa, per un’azienda, una contrazione degli utili. In Valpharma quindi abbiamo messo a punto una nuova strategia: andare negli Stati Uniti, un mercato che ancora non copriamo. Ho già sviluppato un prodotto per le imprese statunitensi. Verrà presentato tra circa sei mesi, quando inizierà l’iter per la registrazione negli USA. Ho sensazioni positive per la buona riuscita. Dopo l’autorizzazione da parte del Ministero locale, potremo iniziare a lavorare”.

Già, ma perché proprio il mercato “a stelle e strisce”? “I farmaci, negli States, non ‘li passa’ lo Stato: è il privato che li deve comperare”. Con la conseguente crescita dei prezzi. “Appena avremo le autorizzazioni necessarie, inizieremo a lavorare. Ad oggi ci sono già molte aziende locali pronte ad acquistarlo”.

 

L’IMPEGNO NELLA CULTURA

Al lavoro in azienda e per l’azienda, l’imprenditore si dedica con grande impegno anche nella cultura: membro del comitato del “Pio Manzù”, è Presidente della Rubiconia Accademia dei Filopatridi di Savignano sul Rubicone (al borgo romagnolo ha donato la statua di Giulio Cesare che domina il ponte romano sul fiume reso celebre da Giulio Cesare). Ha inoltre dato vita al Festival del Cinema di San Marino.

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