Home FixingFixing “Non si contiene la spesa e non si rilancia l’economia”

“Non si contiene la spesa e non si rilancia l’economia”

da Redazione

Sulle agevolazioni e gli incentivi “si può fare di più”. Preoccupazioni per il Fondo Pensioni. Per l’ANIS “il pareggio di bilancio dichiarato nel PE 2016 non sarà raggiunto”.

 

di Daniele Bartolucci

 

Pur esprimendo “apprezzamento per il risultato positivo registrato dal rendiconto generale 2014, che a fronte di una previsione negativa di quasi 15 milioni di euro, ha fatto segnare un avanzo di circa 3,9 milioni di euro, così come per il ridimensionamento del disavanzo stimato per il 2015 grazie anche agli effetti della riforma delle imposte dirette”, ANIS lamenta il fatto di dover prendere atto che “per il 2016 l’obiettivo del pareggio di bilancio, dichiarato nel Programma Economico 2016 non sarà raggiunto, nonostante il previsto incremento del gettito sia delle imposte dirette che di quelle indirette, considerato anche l’incremento di un punto percentuale dell’imposta sui servizi; anzi è previsto un disavanzo di bilancio di 16,4 milioni di euro.

 

“RIDURRE SUBITO LA SPESA CORRENTE”

“Pur in presenza di un consolidamento delle entrate l’Esecutivo non intende operare una più decisa riduzione della spesa pubblica, che a nostro avviso è e resta una priorità inderogabile, al fine di porre in equilibrio i conti e recuperare risorse finanziarie da destinare agli investimenti. Al contrario è previsto un incremento della spesa corrente di quasi 2 punti percentuali nonostante siano confermati anche per il 2016 i provvedimenti per il contenimento della spesa del personale, ed la riduzione per le spese di indennità, compensi, gettoni, straordinari e maggiorazioni. Per contenere la spesa corrente si potrebbe anche valutare di differenziare tariffe e rette di alcuni servizi pubblici a seconda del reddito di chi vi accede. A nostro avviso non è più rimandabile una riorganizzazione dei servizi pubblici e la ricollocazione dei dipendenti in nuove funzioni, la revisione delle norme contrattuali, l’utilizzo del part-time e il ricorso a orari di lavoro non convenzionali.

Per inciso va evidenziato che in questi anni, mentre le retribuzioni dei dipendenti pubblici non sono state toccate, quelle dei dipendenti privati hanno subito in generale un decremento per effetto del ricorso alla CIG, che continua ancora oggi, e nei casi più gravi per il collocamento in mobilità. Inoltre è previsto un indebitamento dello Stato attraverso l’emissione dei titoli di debito pubblico e la trasformazione da breve a lungo termine del prestito di 32 milioni di euro contratto con gli Istituti di Credito sammarinesi (per finanziare la spesa corrente?). Questa decisione ci preoccupa perché in futuro potrebbe essere elevata l’imposizione fiscale o peggio essere riproposti interventi straordinari come nel recente passato (l’imposizione straordinaria sugli immobili, la minimum tax, ecc.). Proponiamo ancora una volta l’istituzione di una vera cabina di regia cui affidare il compito di: elaborare e condividere un progetto strategico di sviluppo di medio-lungo periodo; individuare e condividere gli interventi volti a modernizzazione la PA e i suoi servizi; elevare la trasparenza nelle relazioni con lo Stato per evitare opacità che potrebbero sconfinare nell’illegalità”. Punto fondamentale resta anche “l’abbandono da parte dello Stato di tutte quelle attività che non gli sono proprie ed essenziali e svolge a costi sicuramente molto più alti rispetto a quelli di mercato”. “Ricordiamo, inoltre, che ANIS e CSU hanno da tempo concordato la riduzione di alcune festività per la quale si attende ancora l’annunciato intervento legislativo. Infine, ricordiamo l’importanza di completare il progetto di riforma delle imposte indirette, passaggio fondamentale per semplificare l’internazionalizzazione delle imprese e per le entrate del Bilancio dello Stato. Ciò premesso il progetto di Legge di Bilancio, a nostro modo di vedere, non contiene interventi incisivi sia sul fronte del contenimento della spesa sia per il rilancio dell’economia”.

 

AASS, CONS, ISS, POSTE E CCIAA

Riguardo alcuni articoli della finanziaria, riguardanti gli enti pubblici, ANIS commenta: “E’ preoccupante l’utilizzo delle riserve patrimoniali, che si ripete già da alcuni anni, per investimenti dello Stato. Ricordiamo che insieme ad alcune aziende associate abbiamo presentato una specifica proposta nel settore dello smaltimento dei rifiuti che può dare una certa autonomia al Paese. In tema di telecomunicazioni ribadiamo la necessità di un servizio moderno, efficiente e competitivo consentendo a tutti gli operatori la condivisione dei siti ove installare i ripetitori per permettere una adeguata copertura del territorio. Per quanto concerne i trasporti vanno conclusi gli accordi con i privati, indispensabili affinché questi possano garantire il mantenimento degli attuali servizi.

Riguardo alla distribuzione del gas metano alle imprese, che l’azienda dei servizi eroga ad un prezzo sensibilmente più oneroso rispetto al mercato rinnoviamo la proposta di abbassate a 400.000 mc il limite previsto dal Decreto Delegato 17/2013 estendendo così la possibilità del suo acquisto diretto ad un maggior numero di imprese eventualmente anche attraverso la costituzione di specifici consorzi”.

“Le attività sportive dovrebbero essere gestite con maggiore professionalità al fine di elevare ed ampliare la qualità del servizio offerto, cui possano accedere anche i non residenti, praticando tariffe di mercato in modo tale da perseguire l’obiettivo del pareggio di bilancio. Senza considerare che al CONS si sarebbe dovuto trasferire anche il Multieventi sport domus che a fronte di oltre 1 ml. di spese tra personale e gestione incamera proventi per 320.000,00 euro, generando una perdita consolidata, negli ultimi tre anni, di oltre 750.000,00 euro”.

Infine, “come per tutta la PA anche per l’ISS è indispensabile una profonda ristrutturazione al fine di disegnare un nuovo modello di sanità più efficiente e capace di implementare le entrate allargando il bacino di utenza ai non residenti. Il nostro Paese in considerazione della collocazione centrale rispetto all’Italia, della contenuta pressione fiscale, di una burocrazia snella e del fatto che l’ospedale è dotato di attrezzature all’avanguardia ha tutte le potenzialità per poter insediare alcune attività sanitarie specialistiche. Diversamente è irrealistico pensare di mantenere l’attuale livello di sanità gratuita”.

Sulle Poste Spa, “la trasformazione in ente che consentirà di implementare la gamma dei servizi offerti e quindi incrementare le entrate, unitamente ai previsti risparmi sul costo del personale, non sono sufficienti a portare in pareggio il bilancio con conseguente ripianamento da parte dello Stato di circa 800.000 euro. Per inciso da tempo sollecitiamo l’introduzione della posta certificata strumento ormai indispensabile all’operatività delle imprese”. Inoltre, “viene confermato l’esiguo contributo di 80.000,00 euro alla Camera di Commercio del tutto insufficiente per garantire a questo istituto le sue funzioni tipiche delle quali le imprese hanno necessità. A nostro avviso è indispensabile adottare tempestivamente una decisione sulla continuità di tale struttura. Se sarà positiva la Camera andrà dotata di autonomia finanziaria e incaricata di obiettivi volti a promuovere il sistema delle imprese e ad attrarre nuove iniziative economiche nel Paese”.

 

AGEVOLAZIONI E INCENTIVI: SI PUÒ FARE DI PIÙ

“Apprezziamo lo sforzo fatto per mantenere in vita tali interventi tesi a stimolare gli investimenti e conseguentemente la crescita occupazionale. Dobbiamo però rilevare che per un fatto di sistema il costo del denaro praticato dagli Istituti di credito sammarinesi è più che doppio rispetto a quello delle banche italiane la quali possono beneficiare della politica espansiva della BCE, e questo rappresenta un freno per le imprese tant’è vero che vi sono poche richieste Per quanto concerne il settore energetico gli incentivi previsti sono di poco rilievo e sicuramente non in linee con le politiche adottate dagli altri paesi. Valutazione analoga vale per stimolare la riqualificazione del patrimonio edilizio. In generale questi strumenti non possono essere considerate delle leve per rilanciare alcuni settori nevralgici quali la piccola/media industria e l’artigianato di servizio.

 

TURISMO: PROMOZIONE E PROGRAMMAZIONE

Considerato che oltre due terzi del budget è assorbito da un unico evento per le restanti iniziative le risorse economiche sono limitate.

“Riteniamo – chiarisce ANIS – che vada presa in considerazione l’ipotesi di una compartecipazione in primis degli operatori dei settori turistico e commerciale – così come avviene in altri contesti – per ampliare la gamma delle iniziative”.

 

RIASSETTO ORGANIZZATIVO DEL SERVIZIO GASP

Gli Industriali considerano “doveroso e opportuno razionalizzare questo servizio anche se questo impegno è generico e rimandato a un Decreto Delegato senza definire un termine”.

 

FINANZIAMENTO AMMORTIZZATORI SOCIALI

In considerazione del perdurare della crisi economica ed occupazionale, l’Associazione “condivide la proroga anche per l’anno 2016 del prelievo dalla Cassa Compensazione per coprire il disavanzo del Fondo Ammortizzatori Sociali. Rinnoviamo la necessità che anche i dipendenti pubblici versino il contributo dello 0,50% per inattività.”

 

FABBISOGNO E TASSO DI SOSTITUZIONE

L’articolo è molto generico. “Il tasso di sostituzione andrebbe definito dopo aver individuato il reale fabbisogno nei vari ambiti. Il nuovo personale andrebbe reclutato obbligatoriamente solo attraverso specifici bandi di selezione mirati ad individuare i migliori profili professionali, comprendendo la disponibilità ad effettuare percorsi di formazione anche presso istituzioni esterne”.

 

DISCIPLINA FONDI PENSIONE

Gli Industriali sono “preoccupati per il rilevante debito accumulato dallo Stato nei confronti dei Fondi Pensione e sulle difficoltà che lo stesso sta incontrando nel garantire con regolarità i futuri apporti”. Per reperire le risorse finanziarie necessarie a fronte di una debole crescita delle entrate andrebbe messa in atto una drastica politica di riduzione della spesa pubblica e contestualmente una serie di interventi volti a ristabilire il riequilibrio dei Fondi Pensione.

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