Home FixingFixing Per Orson ‘Borgia’ è la Città del Monte

Per Orson ‘Borgia’ è la Città del Monte

da Redazione

Nel 1949 Hollywood traslocò in Italia per le riprese de “Il principe delle volpi” e molte scene furono girate direttamente a San Marino: oltre a Welles nel cast figurava Tyrone Power, altro divo del cinema dell’epoca.

 

di Daniele Bartolucci

“I grandi conoscono una sola legge: il risultato giustifica l’atto. Avete lo stomaco per grandezza?” chiede Orson Wells a Tyrone Power, che risponde sicuro: “Lo stomaco e l’appetito”. Anche la ricostruzione cinematografica di una delle pagine più famose della storia italiana, non poteva non citare l’aforisma che Niccolò Macchiavelli ha reso celebre: il fine giustifica i mezzi. Era il 1949 quando mezza Hollywood si è spostata in Italia per le riprese de “Il principe delle volpi” dirette da Henry King. Una parte consistente delle quali, quelle ambientate nell’immaginaria Città del Monte, girate a San Marino. Come detto, c’è molta fantasia in questo film, tratto dal romanzo omonimo (in inglese “Prince of foxes”) del 1947 di Samuel Shellabarger, ambientato in un immaginario Medioevo italiano e con protagonista Andrea Orsini (interpretato da Tyrone Power), che non si piega agli intrighi del suo generale, Cesare Borgia (Orson Wells), e per amore passa al nemico per guidare la riscossa contro il tiranno. Anche se Città del Monte non è mai esistita (sulla mappa indicata dal Borgia cinematografico, comunque, si tratterebbe di una località tra la Romagna e Urbino) e ne fa le sue veci l’antica Repubblica di San Marino, il Valentino può essere considerato a tutti gli effetti un tiranno malvagio, mentre se non Andrea (che comunque nel film scopre di non essere un nobile e di non portare il nome del famoso casato), di certo è che quella degli Orsini è stata una famiglia importantissima nel Medio Evo, e anche per Cesare Borgia, visto che proprio Paolo Orsini organizzò con Vitellozzo Vitelli la congiura del 1502, finita con l’assassinio di quest’ultimo da parte del Valentino. A parte, dunque, alcune licenze poetiche e la storia del Valentino, “Il principe delle volpi” è passato alla storia soprattutto per le scenografie, scelte con cura da Milton Krims, assieme a Leon Sharoy, direttore della fotografia e candidato all’Oscar per questo pregevole bianco e nero: non tutti i film storici, infatti, potevano permettersi scene in ambienti reali e ben riconoscibili, mentre in questa pellicola è quasi uno standard, con immagini spettacolari della Sala del Mappamondo del Palazzo Comunale di Siena, San Gimignano e Monteriggioni in Toscana, diverse sequenze realizzate nel Castello di Gradara (PU) nelle Marche e anche lungo il canale Mortacino a Terracina (LT) nel Lazio, dove probabilmente si spostò la troupe da Roma, visto che la Ferrara del Cinquecento fu ricostruita a Cinecittà. Ovviamente le scene in esterno più affascinanti sono però quelle girate a San Marino, dove si riconoscono diversi luoghi famosi (oggi forse irriconoscibili, visti i cambiamenti di vetrine, negozi e attività commerciali che li hanno arricchiti e colorati), e dove è stata utilizzata sapientemente la fotografia del Monte Titano con le sue tre Torri come sfondo ideale di alcuni dei dialoghi più interessanti del film. Scenari che con il bianco e nero sono diventati ancora più realistici, ma non fu una scelta azzeccata per gli interni, come ha poi raccontato lo stesso Henry King: “Uno degli errori è stato quello di insistere sul farlo in bianco e nero. Io e Leon Sharoy siamo andati in Italia e qui abbiamo fotografato un sacco di posizioni in 16mm a colore, ma ci sembrò di aver ottenuto troppi dettagli nei luoghi e non era ciò che volevamo, i vecchi edifici sembravano rovine. Così si decise di fare economia e di farlo in bianco e nero, ,a nel momento in cui abbiamo iniziato a lavorare sul posto, scoprimmo di aver sbagliato. A Siena stavamo lavorando nel grande Palazzo comunale che dispone di una sala di circa 300 piedi di larghezza e circa 400 piedi di lunghezza. C’è un affresco su tutto il muro ed è alto circa 15 piedi. In bianco e nero mi sembrava che qualcuno lo avesse appena appeso lassù. Era uno di quegli errori ‘economici’ che poi ti costa alla fine”. Non per gli esterni, ovviamente, soprattutto per quelle scene girate a San Marino, riconosciute da tutta la critica come uniche, bellissime… ‘wonderfull’ in definitiva. Protagonista, in questo caso, Tyrone Power, il divo del momento, il “bello e tenebroso” che, nei panni di Andrea Orsini ha girato per le strade e le contrade sammarinesi per diverse settimane assieme alla bellissima Wanda Hendrix, come ricordano certamente ancora oggi alcuni cittadini, all’epoca bambini o poco più che ventenni e che magari hanno partecipato ai lavori come comparse. Tra di loro anche il nonno di Romeo Morri, l’ex Segretario di Stato, che ha voluto dedicare il titolo del suo libro al film: “Il principe delle ciliegie”.

Del grande Orson Welles, invece, non ci sono testimonianze della sua permanenza in Repubblica, probabilmente perché il grande attore americano occupava il poco tempo libero tra una ripresa e l’altra del film per girare il suo “Otello”. Anzi, pare fosse proprio in Italia per questo quando la produzione de “Il principe delle volpi” lo contattò per vestire i panni del cattivissimo Cesare Borgia. E pare che fu proprio per il lauto cachet che accettò: si parla oggi di 100mila dollari, una cifra enorme per il tempo, che Welles utilizzò interamente per completare il suo capolavoro. Magari “Il principe delle volpi” è stato un film poco conosciuto, ma grazie ad esso Wells ha trovato i soldi per il suo kolossal… e il paesaggio di San Marino ha affascinato il mondo.

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