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Tra immagini, numeri e storia

da Redazione

Tra i calendari più popolari, quelli di Frate Indovino e della Pirelli. Anche San Marino ha una bella tradizione e anche qualche particolarità, come per esempio la data della Fondazione della Repubblica.

 

The “Cal” versus “Frate indovino”. Nessuna blasfemia: sono semplicemente due dei nomi dei calendari più famosi in Italia e nella Repubblica di San Marino (anche se, va detto, quello della Pirelli ha un respiro davvero internazionale). Se il primo è a tiratura limitata e raccoglie i corpi delle ragazze più belle del mondo, quella di Frate indovino è certamente più presente nelle case degli italiani e dei sammarinesi. L’opuscolo annuale nacque come allegato omaggio al periodico “Voce Serafica”. Nel 1945 padre Mariangelo da Cerqueto, al secolo Mario Budelli, era il direttore di quel mensile stampato dai Cappuccini umbri in circa 2000 copie.

I suoi superiori, viste le precarie condizioni di salute del frate, gli avevano assegnato quell’incarico che, almeno nelle loro intenzioni, non avrebbe dovuto affaticarlo troppo. Il direttore dal canto suo scriveva personalmente tutti gli articoli e cercò di migliorare la pubblicazione portandola da 16 a 32 pagine. Avvertendo tuttavia l’esigenza di una soluzione che consentisse di aumentare il numero delle persone interessate alla rivista, ritenne che un calendario avrebbe potuto rappresentare l’idea giusta perché, sotto quella forma, sarebbe potuto entrare ed essere presente in tutte le case a prescindere dal livello sociale o culturale.

Budelli ne iniziò l’impaginazione nell’estate del 1944. Il preventivo di spesa del tipografo Salvi di Perugia fu di 12.000 lire, cifra ritenuta inizialmente eccessiva, specie alla luce di un’altra esperienza editoriale, quella di Padre Costanzo da Perugia e del suo “Barba Bianca”, un altro calendario dei Cappuccini umbri pubblicato dal 1912 al 1915. Alla fine, comunque, il progetto venne approvato.

L’almanacco fu stampato per la prima volta nel settembre 1945 con il titolo di Frate Indovino, soprannome sotto cui si celava appunto il Budelli. Al santorale (sequela dei giorni con i santi appropriati e le feste comandate) si aggiungevano le previsioni meteorologiche, le fasi lunari, i consigli pratici per agricoltori e massaie e poi ovviamente il messaggio francescano. Le edizioni del 1948, 1949 e 1950 segnarono un vero boom nella diffusione, tanto da vedere Frate Indovino varcare i confini dell’Umbria. L’edizione del 1952 fu stampata completamente a colori, con una tiratura di 200.000 copie e con la novità delle tavole illustrate dei dodici mesi. Budelli fu anche pronto ad adeguare l’almanacco alle modifiche del lessico e della società: ad esempio, sempre nell’edizione del 1952 la rubrica “Per le massaie” diventò “Per le donne”. Tra il 1957 e il 1980 nascono le nuove rubriche “Marcellino pane e vino”, “Tema di fondo dell’almanacco Frate Indovino”, “Lo sapevate?”, “Lo credereste?”, “Specola”, “Per tutti”, “Le stelle parlano”, “Il libro delle stelle”, “Vedo e Prevedo”, “Il grillo sparlante” e così via. Nel 1985 dalle consuete 16 pagine l’almanacco passa a 20, con l’aggiunta di argomenti quali “Pace”, “Ecologia della natura, del cuore e della vita”, “Opere Sociali e Religiose di Frate Indovino” e la sezione delle pubblicazioni librarie edite dalla “Casa Editrice Frate Indovino”.

“The Cal”, il calendario Pirelli – nato nel 1964 sul Tamigi all’epoca della Swinging London – è famoso per la sua tiratura limitata; infatti non è venduto ed è regalato soltanto a un numero limitato di importanti clienti della Pirelli e di VIP. Si tratta per questo di un prodotto particolare, caratterizzato peraltro da immagini di fascino, compresi i nudi artistici. La sua pubblicazione è stata interrotta dopo l’edizione del 1974 a causa della recessione economica mondiale dovuta alla crisi petrolifera. La pubblicazione è ripresa 10 anni più tardi e da allora è stato pubblicato regolarmente. Apparire sul calendario Pirelli è diventato un segno di distinzione per i fotografi incaricati di realizzare gli scatti (tra gli altri ricordiamo Donovan, Stern, Ritts, Avedon, Leibovitz, Testino, McCurry). Nel 2014 la scelta da parte del gruppo Pirelli The Cal di pubblicare, in occasione dei 50 anni, una versione censurata nel 1986 opera di Helmut Newton, il grande fotografo tedesco scomparso nel 2004.

Ma anche la Repubblica di San Marino ha le sue tradizioni e le sue particolarità. La prima? Quella della data: oltre all’anno dalla nascita di Cristo, riporta difatti l’anno di Fondazione della Repubblica. Gli anni quindi sono “contati” sia dall’anno 0 che dal 301.

Un esempio? Quest’anno è sì il 2015, ma anche il 1714 d.F.R. Poi le festività, chiaramente “tarate” sulla realtà locale.

I calendari di San Marino sono diventati una strenna natalizia: da quello di Studiostampa New Age a quelli firmati dallo Studio AG, non dimenticando quelli “d’autore” delle imprese e delle banche del territorio (Banca di San Marino, Banca CIS, Cassa di Risparmio, BSI, Asset banca), sempre più presenti nelle case e negli uffici del cittadini.

Un modo gentile per comunicare l’immagine aziendale, senza dimenticare il buon gusto e la bellezza delle immagini.

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