Quando si parla di calendari non si può non citare quelli di Ido Rinaldi e sua moglie Delfina Ugolini.
di Daniele Bartolucci
Quando si parla di calendari non si può non citare quelli di Ido Rinaldi e sua moglie Delfina Ugolini, che da 22 anni raccontano con immagini e poesie i luoghi più caratteristici di San Marino. E da 23 anche la Valmarecchia (in una distinta edizione), la sua terra natia. Ma “San Marino è diventato il mio paese, oggi è la mia patria, sono diventato cittadino sammarinese assieme a mio figlio che qui ha formato la sua famiglia e ha la sua libreria. Qui mi sono realizzato anche dal punto di vista professionale grazie alla mia carriera all’interno del Colorificio Sammarinese dove sono rimasto per oltre 40 anni. San Marino mi ha accolto neo diplomato evitandomi il destino di tanti ragazzi del mio paese costretti a emigrare nelle grandi città del Nord. Da Perticara”, dove è nato, racconta, “San Marino appariva come l’azzurra visione pascoliana, benché nitido all’orizzonte era un mondo lontano da raggiungere che richiedeva un viaggio lungo e quasi avventuroso e nella mia mente di bambino suscitava curiosità per i suoi Castelli e la sua storia”. Con gli anni, e il lavoro sul Monte, ha soddisfatto tante curiosità del bambino Ido, ma ancora oggi questi panorami ne suscitano sempre nuove, tanto che per il 2016 è già al lavoro alla ricerca di immagini mozzafiato, come sempre. “Siamo un po’ in ritardo”, spiega, “ma solo perché stiamo dando alle stampe il corposo primo volume sulla storia dell’Associazione Calcio Minatori”. Rinaldi infatti è celebre anche per altre pubblicazioni, tra cui molti libri fotografici arricchiti di testi frutto di una accurata ricerca storica e letteraria. Su San Marino, oltre ovviamente al libro del 70esimo, si ricordano: “Montecerreto: Le quattro stagioni” (2001), “Repubblica di San Marino: Un secolo di ricordi dieci anni di calendari” Vol. I (2003) e Vol. II (2004), “Saluti da San Marino: dieci anni di cartoline” (2007) e “Repubblica di San Marino: Storia, Tradizioni, Paesaggi” (2013). “L’amore per questa terra è profondo e cerco di tradurlo nelle mie immagini. Questo Paese mi stupisce continuamente, coi suoi panorami, i suoi monumenti e suoi angoli inesplorati, che ogni volta rivelano nuovi particolari che non si sa come mai, fino ad allora mi erano sfuggiti, con l’incanto delle sue stagioni. Quando dal Pianello, dalle Rocche o dal Cantone il mio sguardo abbraccia da un capo all’altro l’orizzonte, il mio cuore si apre e mi sembra di essere il padrone del mondo”.
