Home FixingFixing Melissa Marzi ha “millefiori” come il miele che “meglio riesce a rappresentare la territorialità”

Melissa Marzi ha “millefiori” come il miele che “meglio riesce a rappresentare la territorialità”

da Redazione

“Lo scorso anno anche nella Repubblica di San Marino si è iniziato a lavorare con il cosiddetto ‘blocco di covata’, che non prevede l’utilizzo di sostanze chimiche”.

 

Il destino, spesso, è tutto nel nome che ci portiamo addosso. Melissa Marzi, il Presidente della Cooperativa Apicoltori Sammarinesi, lo sa bene: “Deriva dalla radice indoeuropea ‘mel’, la stessa che ritroviamo nella parola ‘miele’. Melissa era già presente nell’antica Grecia e significava ape”.

Il Presidente della Cooperativa poi ci svela un altro aneddoto, legato al proprio albero genealogico. “Mio nonno viveva a Belforte, un paese delle Marche, conosciuto come ‘la città del miele’. In qualche modo – spiega sorridendo -, dovevo avvicinarmi al mondo delle api”.

Un mondo che, nei giorni scorsi, si è raccolto attorno alla settima edizione del concorso “Miglior miele della Repubblica di San Marino”, vinto da Giovanni Biordi.

I mal di pancia del meteo estivo – tanta pioggia – sono ancora negli occhi di tuti i sammarinesi. Quanto hanno influito i temporali sulla qualità del miele sammarinese 2014? Melissa, che gestisce le sei arnie del podere Lesignano di Stefano Valentini a cui ne se aggiungono altre due a Montegiardino, si illumina: “Io mi occupo principalmente del ‘Millefiori’, che si raccoglie tra giugno e luglio. Quest’anno è andata bene. Credo sia il miele che più degli altri riesce a rappresentare la territorialità: le percentuali dei singoli fiori variano di anno in anno. Per l’acacia invece è stata un’annata difficile perché che era in fiore quando faceva freddo. Personalmente sono arrivata a circa 50 chili di miele. La Cooperativa – che conta circa mille arnie – ha smielato complessivamente 200 quintali di oro giallo”.

Melissa poi, come un’ape, si sofferma sul percorso che l’ha avvicina a questo mondo. “Cinque anni fa, assieme ad altre sette persone, ho vissuto in una ‘comune’ vicino alla Valle Sant’Anastasio: nel segno della sostenibilità, ci siamo dedicati all’autoproduzione: saponi, cosmetici, orto biologico. Finita questa esperienza, per qualche tempo ho seguito mio zio Aldo, un apicoltore che vive qui vicino, a San Leo. Con lui andavo a visitare le api. Con pazienza mi ha fatto conoscere in profondità questo universo. Da allora non l’ho più abbandonato”.

Un universo che si perde nei tempi (Virgilio, per fare solamente un esempio, nelle “Georgiche”, ne parla diffusamente), ma non si finisce mai di scoprire. Soprattutto nei trattamenti.

“Lo scorso anno anche nella Repubblica di San Marino si è iniziato a lavorare con il cosiddetto ‘blocco di covata’, che non prevede l’utilizzo di sostanze chimiche – racconta Melissa Marzi -. Questa tecnica serve per controllare le infestazioni da Varroa, un acaro parassita molto dannoso. Si blocca la regina nel periodo di massima produzione per circa 25 giorni. In questo modo si riesce a preservare l’arnia”.

Il mondo delle api sa essere gentile, ma è necessario lasciarsi cullare dalla natura. “La giornata inizia molto presto. E’ impensabile andare a mezzogiorno: con tutti gli indumenti di protezione che si indossano, sarebbe davvero complicato. La mattina si prepara il materiale e si fa un giro tra le arnie per controllare che tutto sia in ordine. Bisogna sempre essere pronti a intervenire: può succedere difatti che le api abbiano sciamato. Le api sono animali molto sensibili: sentono il tuo stato d’animo e l’odore che emani. E’ molto importante quindi essere molto sereni. Le emozioni che si provano quando si entra in contatto con loro è incredibile: il ronzio ti fa dimenticare tutto, ti immerge nel mistero e nella bellezza della Natura. Sarebbe bello creare un percorso di apiterapia…”.

Magari decantando i versi – incantevoli – scritti da Pablo Neruda: “Il miele, misterioso, ricco e pesante miele, spesso aroma, liquida luce che cade a goccioloni”.

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