Home FixingFixing “San Marino International Airport spa, nessun conflitto d’interessi in aeroporto”

“San Marino International Airport spa, nessun conflitto d’interessi in aeroporto”

da Redazione

Il Presidente della società Gerardo Pelosi: “Si tratta di un progetto che parte da lontano. L’atto di affidamento disciplina l’uso di un’area data in concessione al Titano per 40 anni”.

 

di Loris Pironi

 

Si chiama SMIA spa ed è l’acronimo di San Marino International Airport, la società attorno alla quale ruotano le ambizioni della Repubblica di San Marino in fatto di aviazione. Una società che non è né l’alternativa né il sostituto della defunta Aeradria, la società che gestiva l’aeroporto Federico Fellini di Rimini, oggi commissariata, bensì un soggetto tutto nuovo, sammarinese, con programmi complementari di sviluppo in un’area ben specifica.

San Marino Fixing vi aveva raccontato, in anteprima e in esclusiva, già a dicembre 2013 (sul numero 45, lo potete “ripescare” nell’archivio on line del nostro sito internet www.sanmarinofixing.com) i caratteri salienti del progetto in questione. Oggi ci sono novità rilevanti dopo la delibera del Congresso di Stato che di fatto “accende” la SMIA spa e ne adotta lo Statuto. E per la prima volta intervista il Presidente della nuova società, Gerardo Pelosi.

Gerardo Pelosi vanta un lungo curriculum nelle istituzioni italiane. L’ultimo incarico svolto è stato quello di Direttore Generale della Direzione Generale per gli Aeroporti ed il Trasporto Aereo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

A lui chiediamo come hanno fatto, San Marino ed Italia, a giungere a questo importante accordo in materia di aviazione civile.

“Il progetto che oggi si sta concretizzando – afferma Gerardo Pelosi – prende le mosse da atti che partono dal 1990, con un accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di San Marino sull’utilizzazione dell’aeroporto di Rimini, accordo ratificato con legge nel 1998. Nel settembre del 2013 il governo italiano ha affidato alla Repubblica di San Marino una porzione di sedime aeroportuale all’interno del Fellini, per un periodo quarantennale, rinnovabile di 10 anni in 10 anni, per la realizzazione di un progetto aviation”.

E perché l’Italia ha accettato di assegnare a San Marino questo spazio?

“È una questione di rapporti tra Stati amici e di buon vicinato. E anche in questo caso la storia è lunga e porta con sé diversi sviluppi che si sono dipanati nel tempo. Per le sue dimensioni San Marino non può chiaramente avere, al proprio interno, una struttura che permetta ai cittadini sammarinesi di partire e rientrare per via aerea. Inizialmente si pensava non solo ad uno scalo ma anche ad una compagnia di bandiera sammarinese proprio per garantire il diritto alla mobilità. Con la privatizzazione di Alitalia, avvenuta nel 2009 sotto il governo Berlusconi, l’Italia ha di fatto rinunciato alla propria compagnia di bandiera, e quindi anche per San Marino l’ipotesi di istituire una compagnia aerea di bandiera o di riferimento era divenuta anacronistica. Era rimasta, però, l’esigenza di sviluppare dei progetti in materia aeroportuale”.

 

Gerardo Pelosi


Presidente Pelosi, dato che ha fatto riferimento all’Atto di affidamento sottoscritto da Italia e San Marino, può riassumere di cosa tratta?

“L’Atto d’Affidamento disciplina l’uso delle aree, attigue agli spazi della società di gestione dell’aeroporto (lato Riccione rispetto al terminal di Aeradria, per intendersi, ndr) affidate a San Marino per il soddisfacimento delle proprie esigenze di trasporto aereo attraverso la realizzazione di infrastrutture aviation. Il tutto concordato in ambito di un apposito tavolo tecnico con Enac, l’Ente nazionale italiano per l’aviazione civile. Ciò sgombera il campo da qualsiasi eventuale pregiudizio circa la confliggenza di interessi e di attività in concorrenza”.

E questo dovrebbe essere un freno alle polemiche, spesso strumentali, della politica. Invece finora non è stato così. Forse allora è meglio fare ulteriore chiarezza. Presidente, può spiegarci che cos’è SMIA spa e cosa si propone di fare?

“SMIA spa è una Newco pubblica di recentissima costituzione. Si tratta di una società che, oltre che promuovere e incrementare ogni attività di volo, dovrà porre in essere iniziative per la realizzazione delle infrastrutture e lo sviluppo delle attività connesse. Un aspetto rilevante sta nel fatto che le infrastrutture, come specificato nell’Atto di affidamento del 2013, sono realizzate da San Marino secondo le regole e le procedure sammarinesi”.

E perché quest’ultimo sarebbe un passaggio importante?

“Perché se il Governo italiano ha riconosciuto che su quelle aree San Marino può applicare le proprie regole in materia di progettazione e realizzazione di infrastrutture, analogo riconoscimento, seppur non esplicitato, dovrebbe riguardare l’aspetto della fiscalità. Ricordo, peraltro che sulle aree affidate, San Marino può istituire una propria dogana”.

Qual è la mission che SMIA si propone per lo sviluppo del progetto “aviation” di San Marino?

“L’intento generale è quello di far crescere complessivamente l’aeroporto di Rimini a beneficio dell’economia del territorio, sviluppando prevalentemente un’attività di business aviation”.

Ma non c’è un po’ il rischio di un conflitto di interessi con la società di gestione dell’aeroporto? Sa, spesso sulla stampa si legge un po’ di confusione tra SMIA e la società che prenderà il posto della fallita Aeradria.

“Assolutamente nessun rischio di conflitto di interessi. Saremo complementari e non ci saranno sovrapposizioni. A riguardo, desidero chiarire che né la SMIA, né la Segreteria di Stato hanno mai inteso interferire nelle attività concorsuali per la scelta del nuovo gestore aeroportuale. Il nostro progetto punta ad essere una opportunità per San Marino, ma anche per l’indotto romagnolo e in tal senso voglio rassicurare Regione, Provincia e Comune”.

Se facciamo a questo punto un piccolo passo indietro, il fatto che la scelta sia caduta su di lei come Presidente di SMIA spa vorrebbe essere letta come una scelta di garanzia compiuta da San Marino. Del resto lei è stato per molti anni Direttore Generale del trasporto aereo in Italia, alle dipendenze dirette del Ministero dei Trasporti.

“Diciamo che sono una persona che conosce la materia e che già dal 1989, da Direttore Generale, si è occupata della materia dei trasporti in generale. Nell’ambito specifico del trasporto aereo, sono stato con i miei più stretti collaboratori l’estensore del Piano nazionale degli aeroporti presentato dall’ex Ministro Passera. Oggi che sono in pensione intendo dare un apporto appassionato al lavoro già da anni portato avanti dalla Segreteria di Stato con delega ai Trasporti. Effettivamente dovrei essere una garanzia per l’Italia e per San Marino in quanto sono un tecnico che non si fa influenzare dalla politica”.

Eppure lei è stato al centro di polemiche politiche, qui a San Marino. Subito dopo la sua nomina ricordiamo che è scattata un’interpellanza di Civico 10 sulla sua scelta. Avevano parlato di accuse, processi e condanne relative al suo ruolo pubblico e alla sua attività. In realtà poi è emerso che lei è stato prosciolto in tutti i casi.

“Sono stato tirato in ballo davvero con poco garbo, sarebbe bastato documentarsi più approfonditamente. Per quale motivo sono stato coinvolto in queste polemiche? Posso solo supporre che la mia figura sia stata vista come un elemento di possibile disturbo di alcuni equilibri, ma l’importante è guardare avanti perché ci aspetta tanto lavoro”.

Già, parliamo di tempistiche e dei prossimi passaggi da compiere.

“Avvenuta l’iscrizione di SMIA spa nel registro delle società sammarinesi riunirò il Consiglio di Amministrazione per discutere e programmare le attività da porre in essere. Per quanto riguarda possibili investitori, non partiamo da zero in quanto nei mesi scorsi ci sono stati contatti intercorsi con la Repubblica di San Marino. Oggi che abbiamo finalmente adeguata veste istituzionale dobbiamo dar corso alla fase operativa e SMIA è l’interlocutore giusto per nuovi potenziali investitori. La politica, con la nascita di SMIA, ha voluto fare un passo indietro nelle trattative con i privati”.

Parliamo di investitori internazionali?

“Sì, ma non escluderei anche l’eventualità di investitori italiani”.

E i tempi per l’operatività?

“Risolte le rimanenti questioni di carattere meramente tecnico relative alla consegna delle aree del sedime aeroportuale, direi che nell’arco di 18 mesi potremo arrivare ad annunciare qualcosa di interessante…”.

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