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San Marino, in Consiglio si comincia a parlare di sviluppo

da Redazione

Il programma economico 2015 fornisce qualche primo elemento confortante. Il disavanzo a fine anno sarà di 17,5 milioni, contro i 33,5 previsti.

 

Venerdì 12 settembre, una data “storica” per la Repubblica di San Marino. In Consiglio Grande e Generale infatti si è incominciato a parlare di politiche di sviluppo. Nel suo intervento in occasione della presentazione del programma economico 2015 e in vista del proprio bilancio triennale, infatti, il Segretario di Stato alle Finanze Claudio Felici ha parlato dell’avvio di una fase di raccolta di investimenti per alimentare lo sviluppo. Investimenti che potranno passare da finanziamenti di natura interna (con risparmiatori sammarinesi, tramite obbligazioni mirate) o esterna (ipotizzato il ricorso alla Banca Internazionale degli investimenti”). Inoltre il Governo si è impegnato a redigere una sorta di “scala di priorità” degli interventi di carattere infrastrutturale su cui intervenire attivando appunto specifici strumenti di finanziamento.

SEGNALI POSITIVI

Riguardo al disavanzo previsto, inizialmente fissato a 33,5 milioni di euro (stimati in fase di approvazione di bilancio 2013), la situazione è migliorata: l’assestamento infatti prevede un disavanzo di circa 17,5 milioni, meno ancora di quanto stimato – o sovrastimato – nel programma economico, ovvero 24,3 milioni. La situazione del debito accumulato in questi anni dal Paese non è ancora drammatica ma resta preoccupante: al 31 dicembre 2013 infatti si è toccata quota 176 milioni di euro (tra mutui e finanziamenti) e aggiungendo i residui si sale a un totale di 289 milioni.

 

Palazzo Pubblico bianco e nero

 

Piuttosto bene in particolare prosegue l’attività di revisione della spesa: nei primi cinque mesi dell’anno – il trend quindi è destinato a salire – si è registrato un calo di spesa di 5,5 milioni di euro.

LINEE GUIDA DEL TRIENNIO

È sempre il Programma economico che preannuncia su quali direttrici dovranno svilupparsi le politiche di bilancio per il prossimo triennio. È stato individuato un doppio binario. Da una parte occorre “finalizzare le risorse in favore degli interventi volti allo sviluppo economico ed occupazionale e al mantenimento del livello dei servizi e dello stato sociale, quale elemento esso stesso di ricchezza della comunità”. Dall’altro è indispensabile “mettere in sicurezza il bilancio dello Stato attraverso il contenimento del deficit e il riequilibrio dei conti pubblici”.

Nel perseguire queste finalità è inevitabile la massima razionalizzazione possibile della spesa pubblica e il contestuale ampliamento della base imponibile, per favore un maggior gettito fiscale. Sempre – citiamo testualmente dal documento presentato in Consiglio – “con un occhio attento alla competitività di sistema”.

UN’OCCHIATA AL BILANCIO

Le entrate – al netto delle partite di giro – sono state accertate per € 587.171.507,82 a fronte di € 589.664.517,02 del 2012. Si registra dunque un ulteriore calo di 2.493.009,20 (-0,42%).

In particolare sono diminuite di -3,82% rispetto all’esercizio precedente le entrate tributarie (che sono passate da € 448.269.557,61 a € 431.151.953,88). Sono calate del 3,54% anche le entrate extra tributarie scese a € 70.832.004,75 contro la previsione di € 73.428.799,96.

In compenso è in diminuzione anche la spesa complessiva. Al netto delle partite di giro infatti ammonta a € 613.940.642,68. Rispetto alla previsione 2013 la spesa complessiva impegnata, al netto delle partite di giro, registra economie pari a € 20.335.956,93 (-3,21%).

LA PREVISIONE 2014

Dicevamo che la Segreteria di Stato alle Finanze prevede un disavanzo di circa 15,5 milioni di euro per l’esercizio 2014. Si tratta però di un esercizio ricco di incognite, soprattutto per la grande novità rappresentata dall’entrata in vigore della riforma fiscale. Il dato effettivo che quantificherà il gettito del primo anno fiscale derivante dalla riforma – viene evidenziato nel Programma economico – sarà infatti noto solo nel 2015 con il conguaglio previsto per il mese di giugno. Va ricordato inoltre che a seguito dell’approvazione della stessa riforma sono stati abrogati tutti gli interventi straordinari (addizionale Igr e imposta sugli immobili). In via transitoria, è specificato, verrà ancora applicata fino al 2017 la Minimum Tax. Anche per quanto riguarda i provvedimenti per la riduzione della spesa ci sono diversi interventi straordinari (dai prepensionamenti per la Pa allargata alla riduzione delle indennità e dei compensi).

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