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San Marino, l’indagine sul conto Mazzini

da Redazione

Tra le persone sentite dal magistrato anche Stolfi, così come Claudio Podeschi, ma complessivamente gli indagati sono 23 in un’inchiesta spesso giornalisticamente equiparata, facendo le debite proporzioni, alla Tangentopoli di Dipietrana memoria, ma che oggi rischia di essere soltanto uno dei filoni da seguire per ricostruire le intricate ed oscure vicende di un ventennio con molti più responsabili di quanti ce ne possiamo immaginare.

 

Quello di Fiorenzo Stolfi era uno dei nomi iscritti da tempo tra gli indagati nell’ambito dell’inchiesta sul famigerato “Conto Mazzini”, il conto corrente intestato fittiziamente a un omonimo del patriota del Risorgimento (e ai suoi fantomatici figli) in cui sono transitate ingentissime somme che, secondo il commissario della legge Simon Luca Morsiani, sarebbero frutto di corruzione, riciclaggio e ricettazione. Un conto corrente su cui si sarebbero accumulati circa 5 milioni di euro utilizzati a mo’ di bancomat, sempre secondo l’accusa, da diversi “vip” ed esponenti politici di entrambi gli attuali schieramenti in Consiglio Grande e Generale. Tra le persone sentite dal magistrato anche Stolfi, così come Claudio Podeschi, ma complessivamente gli indagati sono 23 in un’inchiesta spesso giornalisticamente equiparata, facendo le debite proporzioni, alla Tangentopoli di Dipietrana memoria, ma che oggi rischia di essere soltanto uno dei filoni da seguire per ricostruire le intricate ed oscure vicende di un ventennio con molti più responsabili di quanti ce ne possiamo immaginare.

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