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Editoriale: 1° ottobre 2014, una data spartiacque

da Redazione

La riforma IGR inizierà a girare a pieno regime, ed è un regime che prevede controlli e verifiche e la possibilità di una lotta concreta all’evasione.

 

di Loris Pironi

 

Il 1° ottobre è una data spartiacque per la fiscalità sammarinese, una nuova era, se vogliamo utilizzare un eufemismo roboante, che si apre.

Dal 1° ottobre infatti la riforma IGR incomincia a girare a pieno regime, ed è un regime che prevede controlli e verifiche e la possibilità di una lotta concreta all’evasione.

Dopo anni di fiscalità leggera, in tutti i sensi, d’ora in avanti per l’amministrazione pubblica ci sarà la possibilità di assicurarsi che tutti i contribuenti facciano il loro dovere. Era davvero un’altra epoca quella in cui si sosteneva che ‘con tasse così basse’ non poteva esistere l’evasione. Infatti siamo arrivati dove siamo arrivati, con la necessità di ricorrere ad alchimie per tappare le falle del bilancio (tanto alla fine si arriva alla meno fantasiosa accensione di mutui che non fanno altro che aumentare il debito pubblico). Ma anche all’improcrastinabile necessità di dotarsi di un nuovo fisco, più efficiente ma soprattutto più “vigile”. Dal 1° ottobre in avanti evadere, non dichiarare, sarà sempre più difficile. I ricavi dovranno essere comunicati per via telematica e potranno essere controllati in tempo reale flussi e tendenze. E laddove anche questo non sarà sufficiente, c’è sempre il contributo degli altri cittadini-contribuenti stimolati a chiedere la registrazione di qualsiasi transazione per poter accedere alle proprie detrazioni.

Bene. Con una tassazione ancora oggettivamente bassa e la possibilità di controlli seri (poi sta naturalmente all’amministrazione, fare il suo dovere), San Marino può aver trovato un equilibrio davvero invidiabile. Per rendersene conto basta pensare a cosa accade nella vicina Italia.

Però tutto questo non è sufficiente. Perché se dal 1° ottobre 2014 lo Stato chiede – legittimamente – ai propri cittadini di compiere un salto di qualità nel rispettare le regole, contestualmente sono i cittadini a chiedere allo Stato di fare la propria parte.

E qui si apre un capitolo che potrebbe essere un vero e proprio libro. La spending review applicata fino ad ora è soltanto una piccola parte di quello che si può fare, la lotta agli sprechi nella pubblica amministrazione non è che all’inizio e lo stesso si può dire per la ricerca dell’efficienza e dell’efficacia nella gestione del personale e nell’erogazione dei servizi pubblici. In parole semplici, lo Stato deve gestire al meglio le tasse dei cittadini, i sacrifici che chiede loro. Deve ricucire le proprie tasche bucate, deve stimolare i propri dirigenti a tenere sempre oliati i meccanismi della macchina pubblica. E soprattutto deve abbandonare una volta per tutte la stagione del clientelismo, delle scelte piccole o grandi (piaceri, assunzioni, promozioni, contratti forniture e quant’altro…) per assecondare amici, compagni di partito ed elettori. Perché se ai cittadini si chiedono sacrifici, poi si deve agire con la massima trasparenza. Altrimenti si rischia di pagare un conto molto salato.

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