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San Marino: il miele, le api, i prodotti e la storia della famiglia Giannini

da Redazione

Nonostante le intemperie, un po’ di miele comunque ci sarà. “Il primo miele è quello d’acacia – racconta Tamara Giannini -, molto richiesto. E’ liquido, delicato, e ha molti estimatori”.


Innamorarsi del miele e di chi lo produce, è un gesto quasi naturale: il cuore degli uomini, da sempre, si è appoggiato con grande frequenza sull’oro che nutre. La poesia è densa di pagine dal profumo e dal sapore del miele. Per Lorenzo De’ Medici, per esempio, l’ape, “…così di vari fior, di fronde e d’erba / saggia e parca fa il miele, qual di poi serba / quando il mondo non ha rose e viole”. Forse non scrive versi, la famiglia Giannini di Casole, ma il loro amore per il miele trova il lirismo nei gesti quotidiani e nella dedizione che dona a questi piccoli angeli colorati di giallo e di nero.

Il signor Athos vola nei campi e tra i fiori da 36 anni ma è da 18 anni che ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alle api. Con lui, la figlia Tamara. “Abbiamo circa mille arnie – esordisce Tamara -, sparse tra la Repubblica di San Marino, il circondario, e il sud Italia”. Dopo averci raccontato che “la vita medie delle api oscilla tra i 36 e i 45 giorni”, Tamara si sofferma sulla produzione 2014. “Non è stato un anno ‘buono’, anzi. la primavera è stata abbastanza fredda e le api, anche se c’erano le fioriture, non lavoravano: loro difatti escono se la temperatura è superiore ai dieci gradi”.

Nonostante le intemperie, un po’ di miele comunque ci sarà. “Il primo miele è quello d’acacia, molto richiesto. E’ liquido, delicato, e ha molti estimatori. Quest’anno ci aspettiamo una produzione non abbondante. A giugno inoltrato avremo quello di tiglio, mentre per il Millefiori bisogna aspettare il mese luglio. Dovremo utilizzare il condizionale però: il tempo è variabile e ogni anno è diverso da quello precedente e da quello successivo”.

Dalla produttività delle api si ricavano moltissimi prodotti. “Oltre al miele – prosegue Tamara – produciamo anche il polline di fiori, nel mese di settembre, mentre il periodo della pappa reale segue quello del miele d’acacia, quindi alla fine di giugno. Nel tempo abbiamo allargato la gamma di prodotti: dalla propoli al miele con frutta, passando per il vino di miele”.

Prodotti che, ci confida Tamara, vengono venduti anche via internet sia in Italia che in Europa.

Lavoro profumato, quello dell’apicoltore. Profumato, e davvero delicato per la pelle: le mani di Tamara, quando ci saluta, sono vellutate, nonostante il lavoro sia abbastanza faticoso. Si racconta sempre con un sorriso. E’ la gentilezza che sa donare la natura. “Sin da piccola seguo le api. Era il mio passatempo e oggi è diventato un lavoro. Da bambina facevo i ‘telaini’, che preparavo con i fogli di cera. Oggi seguo anche altri passaggi della produzione”.

Come moti lavori che vengono vissuto en plein air, anche quello dell’apicoltore si svolge guardando il cielo e seguendo il calendario delle stagioni.

Mentre sposta alcuni piccoli melari (“A seconda della tipologia di miele, cambia il profumo e il colore”), Tamara parla del tempo. “L’apicoltura va a stagioni. In estate ci si alza presto e si curano le api in ogni dettaglio, spesso sino al calar del sole. La smielatura la seguo direttamente io. Il miele estratto viene quindi trasportato all’interno dei maturatori (contenitori in acciaio inox), dove viene tenuto per circa due settimane. Mio babbo Athos segue le api. L’inverno invece è dedicato principalmente alla vendita dei prodotti”.

Tamara ci conferma poi la riscoperta del miele: oltre che nella cosmesi, “oggi viene impiegato a tavola, oltre che per addolcire il latte o il caffè, anche come abbinamento ai formaggi. Per me è la prova del nove: se sa risaltare i sapori dei latticini stagionati, è ottimo. Oggi il miele viene anche utilizzato nel condimento dell’insalata ‘gentilina’. E’ un prodotto molto versatile”.    

Perché, come riporta Siracide nell’Antico Testamento, “l’ape è piccola tra gli esseri alati, ma il suo prodotto ha il primato fra i dolci sapori”.

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