Home FixingFixing Consorzio terra di San Marino: la capacità di saper aspettare. I suggerimenti di Fabio Ercolani

Consorzio terra di San Marino: la capacità di saper aspettare. I suggerimenti di Fabio Ercolani

da Redazione

“Generalmente la potatura dei rami degli ulivi viene effettuata tra la metà di marzo e la fine di aprile”.


“Il campo di ulivi s’apre e si chiude come un ventaglio. Sull’oliveto c’è un cielo sommerso e una pioggia scura di freddi astri. Tremano giunco e penombra sulla riva del fiume. S’increspa il vento grigio. Gli ulivi sono carichi di gridi”. E’ il “Paesaggio” dipinto dalle parole del poeta spagnolo Federico Garcia Lorca, ma anche lo squarcio che si apre davanti agli occhi di chi passa a Falciano, Serravalle. Qui lavora e si muove agilmente, sempre con un sorriso, Fabio Ercolani, giovane (ma già esperto) potatore. Siamo nelle settimane che anticipano la Pasqua e la domenica delle Palme, e Fabio – 25 anni – ci spiega come vanno tagliati i rami dell’ulivo, non prima però di aver aperto il diario delle sue memorie. “Sono nato in campagna tra gli orti e la terra, le piante da frutto e le macchine agricole”.

Il cielo plumbeo, che mescola pioggia e nubi, fa da sfondo alle sue parole. “Generalmente la potatura dei rami degli ulivi viene effettuata tra la metà di marzo e la fine di aprile. Esistono però svariate filosofie, diversi modi di vivere il ‘taglio’. Negli ultimi anni data le copiose nevicate, ha preso piede la potatura pre-invernale, utile per ‘alleggerire’ la pianta in caso di neve. L’accumulo del manto bianco difatti provoca seri danni ai rami. Danni che poi si fanno sentire fino al momento della raccolta del frutto”.

La potatura però – se prolungata nel tempo – dona benessere alla pianta. La stressa meno. “Non c’è una stretta correlazione tra i ‘tagli’ e la produzione o la qualità dell’oliva – chiarisce Fabio -. E’ chiaro però che una pianta ‘pulita’ agevola il processo della raccolta. L’attenzione però non si esaurisce in pochi mesi: in estate vanno eliminati i ‘succhioni’ e i ‘polloni’. La cura è piuttosto costante”.

Il giovane poi guarda il terreno. “Abbiamo circa 40 ulivi: abbiamo optato per il Leccino, il Frantoio anche se sensibili alle gelate invernali. Già, il clima. “La sua influenza su questo tipo di lavoro è davvero importante: si può essere precisi in ogni passaggio, ma poi se arriva una copiosa nevicata o una gelata che danneggia le piante, puoi fare davvero poco”.

A Fabio poi chiediamo qualche curiosità. Visto il diffondersi dell’ulivo come pianta da arredamento o in piccoli orticelli e vista anche – talvolta – una certa ‘improvvisazione’, come devono essere potati i rami? Ercolani non ha dubbi: “E’ necessario avere innanzitutto un’attrezzatura idonea. Una forbice non adeguata rischia di rovinare seriamente la pianta. Il taglio va effettuato il più vicino possibile alla base, deve essere netto. La recisione non deve lasciare il ramo sfilacciato. Potare è un’arte. Alcuni rami richiedono quella orizzontale, altri quella obliqua. Di primaria importanza è sapere quando potare: la pianta deve essere asciutta. Un olivo bagnato può essere attaccato dai funghi e dalla ‘rogna’, un batterio che danneggia la pianta”.

Fabio Ercolani si allontana dal campo, e entra nei libri. “La potatura va valutata in tempo reale. Ma soprattutto deve essere continuativa. E l’esperienza si forma sul campo, anche sbagliando: ci vuole coraggio e responsabilità quando si taglia un ramo. Bisogna avere la capacità di saper aspettare: i risultati si avranno dopo uno o due anni”.      

La stessa attesa che ebbe Dante Alighieri quando, nel Paradiso, scrisse “che pur con cibi di liquor d’ulivi lievemente passava caldi e geli, contento ne’ pensier contemplativi. Render solea quel chiostro a questi cieli fertilemente; e ora è fatto vano, sí che tosto convien che si riveli”.

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