Home FixingFixing San Marino, l’architetto Broccoli: “Un’area residenziale di prestigio a Ca’ Rigo”

San Marino, l’architetto Broccoli: “Un’area residenziale di prestigio a Ca’ Rigo”

da Redazione

“In passato abbiamo avuto zone esclusivamente residenziali: il villaggio degli ulivi, il Ghiandaio… Nacquero per l’èlite sammarinese”.

 

di Alessandro Carli


In materia di edilizia, di possibili strade da seguire per rilanciare il comparto, abbiamo intervistato l’architetto sammarinese Renzo Broccoli, professionista che si occupa di edilizia residenziale e pubblica, con una propensione alle ristrutturazioni e alla conservazione di arredi antichi e oggetti d’arte. “Dagli anni ’50, ’60, ’70 e ‘80 il settore dell’edilizia ha vissuto un passaggio culturale di spessore: è cambiato profondamente l’impostazione del modo di costruire. Oggi si lavora sempre più con materiali più leggeri, le strutture vengono costruite in metallo e non più in cemento armato. Questo, a mio modo di vedere, ha comportato anche una minor necessità di manodopera non specializzata, che oggi ha qualche difficoltà a riconvertirsi, e un aumento di quella specializzata. Tutto il mondo che opera nell’edilizia ha alzato il profilo. Molte ditte locali del settore hanno saputo stare al passo con i tempi. In merito alle difficoltà – che sono globali e non solo locali – sino a quando San Marino lavorava solamente con le imprese del territorio, le maestranze erano molto qualificate. Il problema è nato quando si è iniziato a far ricorso cospicuo ai terzisti, che hanno causato un abbassamento sensibile della qualità”.


Sul territorio mancano strutture ricettive stellate.


“Il piano di sviluppo ha dato una serie di linee sul ‘famoso’ hotel a 7 stelle. Una struttura di cui dobbiamo interrogarci sull’effettivo bisogno. Io credo che si potrebbe anche ragionare, almeno inizialmente, sull’incremento del servizio alberghiero con foresterie a 5, 6 o 7 stelle. Gli hotel di alta fascia potrebbero individuare e prendere due o tre appartamenti e trasformarli in foresterie stellate. La spesa sarebbe sicuramente più contenuta rispetto alla costruzione di un hotel a 7 stelle. Le strutture strategiche ci sono, e sono posizionate in alcune zone molto belle di San Marino. Villa Malagola, per esempio, sempre che l’attuale proprietà sia d’accordo”.


Nel piano di sviluppo si parla anche di residenze agli imprenditori forensi. Manca però, a San Marino, una bella zona residenziale.


“In passato abbiamo avuto zone esclusivamente residenziali: il villaggio degli ulivi, il Ghiandaio… Nacquero per l’èlite sammarinese. Le famiglie poi, negli anni, occuparono il giardino per costruire gli appartamenti per i figli, abbassando il ‘pregio’ della zona, ma sulle case si fondono ragioni psicologiche e affettive del tutto svincolate dal buon senso o dal mero valore economico. E’ molto difficile individuare una zona da costruire o ricostruire ex novo, da noi la proprietà è molto frammentata. Dal mio punto di vista, l’unica soluzione sarebbe quella che lo Stato individuasse una zona, di proprietà statale, per proporre un progetto adeguato. Ad oggi, l’unica zona che potrebbe essere individuata per la costruzione di un’area residenziale con queste mire è quella dell’area a parco a Ca’ Rigo. Non è detto però che l’imprenditore forense voglia la villa con il giardino tanto cara al sammarinese: spesso si orientano verso appartamenti o condomini, con continuità di vicinato. Attici ben posizionati nell’immediato limitare del contro storico potrebbero essere una soluzione altrettanto valida”.


Si discute spesso di riqualificazione o di costruzione ex novo di alto profilo.


“Io credo che più che costruire da zero, si possa lavorare bene con la riqualificazione dell’esistente. I cittadini oggi sono molto attenti anche alle energie rinnovabili: le hanno viste come un’opportunità da cogliere al volo”.


Molto rumore ha alzato il progetto del nuovo polo espositivo dell’architetto Ando, progetto non ancora pubblicato, sembra di rivivere i rumors della ristrutturazione di Palazzo Pubblico firmato da Gae Aulenti.


“Palazzo Pubblico, prima del suo intervento, era un pastiche di stili diversi, e spesso contrastanti. Il suo progetto, lo ammetto a malincuore tifando tuttora per il ritorno dei vetri piombati, ha dato funzionalità all’edificio e una immagine di alto profilo istituzionale che mancava. Gae Aulenti però ha giudicato la nostra storia: ha individuato alcuni elementi per lei negativi – lapidi, oggetti, pagine del passato – e arbitrariamente ha scelto cosa tenere e cosa togliere. Le mie forti perplessità riguardano questo suo modus operandi: la storia non può essere toccata. Un errore dal quale, nei rapporti con i nuovi progettisti, dovremo astenerci”.


Su www.sanmarinoweb.com la videointervista a Broccoli.

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