Home FixingFixing La franchigia c’è ancora ma non si vede più…

La franchigia c’è ancora ma non si vede più…

da Redazione

Frontalieri: non considerata per l’acconto Irpef. Maggior esborso da 2-3 mila euro.

 

di Loris Pironi

 

La questione non è una novità, certo neppure una sorpresa per i lavoratori frontalieri. Ma approssimandosi la scadenza dei termini per effettuare la dichiarazione dei redditi è opportuno tornare sulla questione franchigia, per fare il punto della situazione. Anche perché le notizie non sono affatto buone. L’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 12 del 3 maggio scorso, ha dato ampie spiegazioni in merito alle questioni più delicate inserite nell’ambito della Legge di Stabilità (la n. 228 del 24 dicembre 2012) e della legge 221-2012 (“Ulteriori misure per la crescita del paese”). Il punto non è tanto la proroga della franchigia di 6.700 euro, cosa ormai già acquisita. Il problema, purtroppo confermato, è che la franchigia non sarà tenuta in considerazione ai fini della determinazione dell’acconto Irpef per l’anno in corso. Lo stesso metodo di calcolo dell’acconto viene confermato anche per il 2014. Cosa succederà adesso? Che i frontalieri già in occasione della presentazione di Unico 2013 (per l’anno 2012) dovranno pagare gli acconti “facendo finta” che la franchigia non esista (più?), salvo poi eventualmente recuperarla con la dichiarazione dei redditi del prossimo anno. C’è ma non si vede, insomma. In questo modo il lavoratore italiano che – nel nostro specifico – varca quotidianamente il confine di Stato con San Marino per recarsi al lavoro sarà costretto a anticipare le imposte dovute con il pagamento di acconti calcolati sul 100% del proprio reddito, senza che sia considerato il reale ammontare delle tasse dovute, per via della franchigia. Un altro interrogativo riguarda il credito d’imposta. Poiché la franchigia non viene considerata in fase di acconto, il credito di imposta deve essere scontato interamente? Molti professionisti che si occupano delle dichiarazioni dei redditi fanno effettivamente così.


Dichiarazioni alla prova dei fatti

 

“Effettivamente stiamo vedendo che per i lavoratori frontalieri quest’anno il momento della dichiarazione dei redditi è molto difficile” afferma Paride Neri, funzionario della FLI-Cdls che si occupa nello specifico delle questioni dei frontalieri. “Se prendiamo come esempio un reddito lordo di 24 mila euro, mediamente è possibile calcolare un esborso maggiore rispetto all’anno scorso di oltre 2 mila euro, sui 35 mila, circa 3 mila in più. Naturalmente parliamo in linea generale, perché calcolando le detrazioni personali e le eventuali cifre a credito dal passato, il risultato finale può variare anche di molto”. L’Irpef, lo ricordiamo, si versa quasi tutta sull’anticipo: a giugno il 40%, il restante a novembre. Per i lavoratori frontalieri appunto questo anticipo non dovrà tenere conto della franchigia, salvo poi farla riapparire in fase di saldo a giugno prossimo. Per questo in effetti potrebbe essere possibile ricorrere ad un escamotage. “Anche in questo caso occorre verificare caso per caso – spiega ancora Paride Neri – ma effettivamente per il lavoratore frontaliero potrebbe essere consigliabile ragionare sull’opportunità di rimandare il pagamento della rata di novembre al saldo (giugno 2014). Questo porterebbe a pagare l’importo previsto maggiorato degli effetti relativi alla messa in mora a giugno dell’anno prossimo, quando la franchigia tornerà a produrre i suoi effetti. Bisogna però considerare se tra detrazioni e eventuali crediti, nel singolo caso conviene oppure no”. E il consiglio che rivolgiamo al frontaliere è appunto quello di chiedere al commercialista di fiducia – o al CAF che si occupa della dichiarazione dei redditi – di valutare se questa strada nel suo caso è percorribile.

 

L’interrogazione di Tiziano Arlotti


Lo scorso 25 marzo il deputato del PD Tiziano Arlotti aveva presentato un’interrogazione all’allora Ministro all’Economia Vittorio Grilli, tuttora rimasta senza risposta, in merito alle problematiche dei lavoratori frontalieri. Arlotti è poi tornato a intervenire a Montecitorio il 7 maggio scorso ribadendo la necessità di ricevere una risposta celere alla questione e chiedendo al Ministro – oggi è Saccomanni – che la franchigia sia applicata nel computo dell’acconto Irpef.

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