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San Marino, turisti non (più) per caso

da Redazione

Fixing ha passato al setaccio il “Piano strategico di sviluppo del settore turistico”. Le nuove direttrici tra arte, riqualificazione e benessere.

 

di Loris Pironi

 

Il turismo, rappresenta per la Repubblica di San Marino un asset strategico. Una frase fatta, questa. Un clichè. Come quelli che siamo abituati a sentire (e talvolta utilizzare) per le critiche, anche feroci, rivolte al settore. Partiamo dai dati certi, quelli misurabili. A San Marino transitano mediamente ogni anno poco meno di due milioni di persone. Sono prevalentemente escursionisti la cui sosta dura (troppo) poco, dalle 2 alle 4 ore. Pochi sono quelli che pernottano in Repubblica.

San Marino, al di là della peculiarità di essere ascritto nell’ormai troppo lungo elenco delle località Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco (il cui appeal, conti alla mano, è da considerarsi un altro clichè), è davvero una meta appetibile? E non ci riferiamo solo per i turisti vacanzieri che si lasciano il mare riminese alle spalle nelle giornate di pioggia e in infradito scalano il Monte Titano.

Oggi il turismo è un’entità fluida, difficile da “leggere” e interpretare nella maniera giusta. I flussi vanno cavalcati; vanno riempite le nicchie. Va gestito il web – un altro paradosso, questo, perché il web non si può gestire – perché è da questa entità astratta che passano non solo le informazioni istituzionali su un luogo ma le vere tendenze e quindi i turisti. Al Tavolo per lo Sviluppo, nei giorni scorsi, è stato illustrato il “Piano Strategico di sviluppo del settore turistico”, fresco di stampa (è datato 14 maggio 2013), elaborazione della Segreteria di Stato per il Turismo. Dovrà rappresentare la road map per consentire alla Repubblica di essere “attrattiva” per i visitatori nei prossimi anni.

Diciamo subito che lo sforzo di sintesi è stato notevole, e che il progetto ha un suo valore. Al Tavolo è stato condiviso e – a quanto risulta a Fixing – ha ricevuto apprezzamenti. Naturalmente ora non può e non deve restare lettera morta, perché c’è tanto, troppo da fare.

 

Le direttrici


Nelle sue premesse, il Piano Strategico parla dell’importanza di sviluppare una vera e propria cultura dell’accoglienza, “essenza stessa dell’esperienza turistica. Occorre ricercare soluzioni innovative che riguardano il rapporto con il contesto urbano, l’accessibilità delle strutture, la multidimensionalità e la multisettorialità del sistema Paese”. È indispensabile che il governo e il settore privato esplorino strade “per la crescita sostenibile e escogitino iniziative in grado di attrarre un numero sempre maggiore di visitatori e che siano in grado di estendere la durata media del soggiorno”. Va costruito un distretto turistico-commerciale che si caratterizzi per capacità e tipicità (qui si potrebbe aprire una parentesi grande come un lenzuolo). Occorre uscire dalle logiche del turismo escursionistico e della stagionalità, uscire dall’ormai angusto mercato dei visitatori italiani per posizionarsi in maniera efficace sui mercati internazionali. Obiettivi niente affatto facili insomma, tutti quanti. Da dove si parte? Da una naturale vocazione turistica (che qualcuno ha però un po’ perso per strada, siamo sinceri), da risorse paesaggistiche mai sufficientemente decantate e valorizzate (avete mai provato a salire fino al centro storico senza passare dalla Superstrada?), da una storia e una tradizione che, se fossero conosciute adeguatamente all’estero, rappresenterebbero un biglietto da visita senza pari. Attirare i turisti sul Titano non basta: occorre offrirgli qualcosa. Strutture ricettive all’avanguardia, un centro storico dall’arredo urbano riqualificato, un’offerta commerciale che sia davvero di qualità (vengono i brividi tutte le volte che ci si ferma a guardare certe vetrine in Città). Si deve ripartire, soprattutto, da una seria riqualificazione del Monte Titano Patrimonio dell’Umanità.

Che se non è – conti alla mano – una garanzia per l’incremento del numero e della qualità dei visitatori, è però, soprattutto, uno standard di qualità dell’offerta turistica a cui adeguarsi senza indugi.

 

Arte a San Marino


La politica turistica legata al mondo della cultura e dell’arte è un elemento fondamentaleper il progetto di sviluppo del settore turistico. Una chiara indicazione per tutte le politiche turistiche del futuro. Il patrimonio storico e artistico sammarinese va dunque conservato, preservato e valorizzato. Si parla di mettere “a sistema” le competenze dei musei, delle biblioteche, dell’università, delle tante associazioni culturali. Si parla di valorizzare (partendo dal riordino) il patrimonio di opere d’arte moderna di San Marino; qui i lettori più attenti di Fixing si ricorderanno del servizio sul “museo nascosto”, le centinaia di opere d’arte di importante valore sparpagliate e spesso dimenticate anche in luoghi pubblici assai improbabili.

Vanno dunque reperiti – secondo la Segreteria per il Turismo – spazi pubblici da riconvertire e destinare all’uso espositivo, per la realizzazione di un polo espositivo-museale in centro storico. “Riciclando” sedi già esistenti, non costruendole ex novo. Il riferimento, in particolare, è alla Cava dei Balestrieri, alle Cisterne del Pianello, al Monastero Santa Chiara e allo stesso Museo di Stato e alla Galleria di Arte moderna e contemporanea, che potrebbe davvero essere la location giusta per raccogliere i tanti quadri e sculture disseminati per il Paese. Poi c’è la questione dedicata alle “grandi mostre” – finora affidata prevalentemente ai privati – che va sfruttata. Ma non va assolutamente (questo lo aggiungiamo noi) lasciata isolata, avulsa dal contesto.

 

Turismo accessibile


C’è un progetto che sta girando da qualche tempo che, chissà perché, ci pare abbia un valore particolare. Perché se è vero che si rivolge a una “nicchia” assai particolare, composta da oltre 650 milioni di persone, è la sua valenza alta che ci convince, non quello che può portare. Il ragionamento rientra nell’ambito del Piano strategico ed è dedicato al “turismo accessibile”. Si tratta di una vera e propria sfida: rendere San Marino, Patrimonio dell’Umanità, una meta accessibile e fruibile con facilità dalle persone con disabilità. Un business case, dunque, ma anche una scommessa sociale che può rendere il Titano orgoglioso anche solo per averla lanciata. E non è poco. Il progetto c’è già. Sta maturando, invece, la consapevolezza che migliorare l’accessibilità dei propri servizi turistici ne aumenta la qualità prima di tutto, ma nel contempo ha anche effetti positivi sull’immagine e sull’attrazione di un numero sempre maggiore di visitatori.

 

Turismo sostenibile


Se ambizioni come queste trovassero davvero uno sbocco per riuscire a concretizzarsi, San Marino potrebbe davvero spiccare il volo. Ne facciamo una questione civile, prima ancora che economica. L’intento di investire per far crescere il cosiddetto segmento del turismo sostenibile è da sposare con altrettanta convinzione rispetto a quello sul turismo accessibile. Anche avere un occhio di riguardo per la crescente sensibilità ambientale dei turisti ha indubbio appeal e può portare vantaggi commerciali, ma è l’effetto collaterale che anche in questo caso ci interessa. Significa, infatti, cominciare a guardare le cose da una prospettiva differente. Significa che prima o poi si potrà davvero promuovere le proprie bellezze paesaggistiche e le proprie peculiarità, dai prodotti a km 0 all’artigianato di qualità, semplicemente perché è giusto che sia così, perché abbiamo incominciato a crederci per davvero.

 

Riqualificazione


Ma lo sviluppo del turismo, a San Marino, passa dalla riqualificazione. Quelle delle infrastrutture, ovvero un miglioramento della rete viaria, a partire dalla Superstrada (la SS 72) che collega il Titano a Rimini, a un nuovo sistema di “mobilità collettiva” sulla stessa direttrice (già allo studio) che preveda il riutilizzo della ex ferrovia da Borgo e Città, oltre a un maggiore sfruttamento dell’aviosuperficie di Torraccia. E poi c’è la riqualificazione delle strutture. Qui il Piano evidenzia che il settore alberghiero necessita di interventi di ammodernamento e adeguamento delle strutture esistenti, ma parla anche della realizzazione di “relative strutture complementari capaci di rispondere ai nuovi trend e alle nuove richieste”, per creare nuove ricettività tramite l’utilizzo a fini turistici dell’edilizia esistente. Poi viene sostenuta la “causa” della creazione di una o più strutture di alto livello, con incentivi per gli investitori esteri.

 

Eventi


La politica degli eventi è fondamentale per il turismo. Così viene prevista una riprogettazione dell’intero impianto degli eventi sul territorio, che dovrà avvenire, nelle intenzioni, “sulla base di una pianificazione organica e non sovrapposta”. Qui è fondamentale il rapporto con le associazioni di categoria e con il mondo sportivo e dell’associazionismo, ma una concertazione anche tra le Segreterie – aggiungiamo noi – anche in questo caso (e non solo) non guasterebbe.

 

Gioco e benessere


Per presentare un’offerta più ricca rispetto ad oggi, l’intenzione è quella di puntare su due filoni, in particolare. Il cosiddetto turismo del benessere e della salute e i giochi della sorte. Il turismo dello star bene, è evidenziato nella relazione, si pone “tra il termalismo tradizionale e il turismo tradizionale”. Le peculiarità paesaggistiche e naturalistiche del Titano sono la base di partenza. È prevista inoltre la riqualificazione delle aree individuate per essere focali in questo ambito: nella Cava degli Umbri la zona dei campi da tennis ed ex pattinaggio; a Murata l’area dell’ex tiro a volo, dove si dovrà creare un’area benessere con piscine esterne, aree ricreative e un percorso salute, da realizzare in sinergia pubblico-privato. La Giochi del Titano dovrebbe rivestire un ruolo importante nel rilancio del turismo, ma a sua volta è indispensabile uno sviluppo della legge sui giochi; qui San Marino è sempre costretto a inseguire ciò che accade in Italia. Il Piano torna a parlare anche di una nuova sede verosimilmente in centro storico (“è in corso un progetto per trovare una sede più appropriata”), e si indicano i settori del poker sportivo e delle scommesse sportive quali settori da implementare, oltre alla proposta di dar vita a una lotteria completamente sammarinese da vendere a turisti e visitatori.

 

SMaC e non solo


Il progetto parla di parchi a tema. L’idea che affascina è quella di creare un parco tematico “tutto peculiare”, basato magari sulla tradizione e sulla storia del Monte, con una bella strizzata d’occhi al Medioevo. È prevista inoltre la creazione di un’Authority per il Turismo che vada a occuparsi dei controlli: verifiche delle esposizioni, osservanza del listino prezzi, petulanza e quant’altro non sono temi che possono essere sottovalutati.

E poi c’è il discorso SMaC Card, con cui chiudiamo il quadro. L’intento è quello di creare una vera e propria Card turistica, con cui pagare tutta una serie di servizi (trasporti, parcheggi, ingressi a mostre e musei pubblici e privati eccetera) con scontistiche ad hoc. L’unico problema: si dovrebbe convincere tutti i commercianti e operatori turistici a entrare nel circuito…

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