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San Marino, metamorfosi di una scuola

da Redazione

Un arbor faetanus cresce nella nuova sede dell’Ente Cassa di Faetano, progettata da Paolo Portoghesi, inaugurata nel 2009. Le parole dell’archistar, e due schizzi unici – in esclusiva – dal suo taccuino personale.

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di Alessandro Carli

 

La tradizione come innovazione e lo studio della storia come stimolo della creazione sono, in sintesi, il pensiero di Paolo Portoghesi, l’archistar che ha firmato il progetto di recupero dell’attuale sede dell’Ente Cassa di Faetano, inaugurata nel maggio nel 2009. Un’opera architettonica che dialoga, senza mai stridere, con il circondario. Un edificio ben inserito nel contesto paesaggistico del Castello sammarinese.

“Sin dalla fase della progettazione, è trattato di un lavoro impegnativo e complesso – racconta Portoghesi -. L’idea era quella di costruire qualcosa di nuovo e, allo stesso tempo, di antico. L’edificio, l’ex scuola elementare di Faetano costruita negli anni ’30, è un luogo molto caro agli abitanti del Castello. Nel progettare l’opera, non ho voluto introdurre elementi completamente nuovi, che andassero in contrasto: ho preferito salvare uno degli stabili che aveva perso la sua destinazione, in modo da dargli un nuovo splendore. C’era il rischio di trasformarlo così radicalmente da non renderlo più riconoscibile”. La fisionomia è stata poco modificata: l’idea era quella di contrapporre il consumo del tempo alla capacità di rivivere il presente e il futuro.

“Ho introdotto elementi importanti, come la copertura in rame. La piazza e l’edificio sono collegati da un facile raccordo che rende la passeggiata particolarmente gradevole”.

Due gli elementi significativi individuati da Portoghesi: la scala interna – che l’architetto, come si può vedere nella schizzo del suo taccuino ha immaginato come un arbor faetanus – e la passerella che collega la nuova sede dell’Ente Cassa di Faetano alla piazza, luogo per antonomasia di incontro. L’ascensore panoramico esterno è stato realizzato in Cor-ten (“Si tratta di una varietà acciaio che, una volta ossidata, gradualmente raggiunge la pienezza. E’ un colore molto naturale” chiarisce l’archistar) e vetro, e offre una magnifica vista sul Castello aggiungendo al contempo un elemento dinamico alla figura dell’edificio.

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