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Elezioni politiche. Le scelte dei movimenti: Rete

da Redazione

Matteo Zeppa: “Restituiremo i contributi. Complessivamente noi abbiamo speso circa 1.200 euro per la campagna elettorale”.

 

di Saverio Mercadante

 

“Complessivamente noi abbiamo speso – scandisce Matteo Zeppa, neo consigliere elettorale di Rete – circa 1.200 euro per la campagna elettorale. Abbiamo fatto una sorta di esame di coscienza e abbiamo deciso che andava dato un segnale alla cittadinanza, che la politica è anche e soprattutto passione. Dunque, ci siamo autotassati. Poi abbiamo fatto delle scelte di strategia elettorale. Non abbiamo intasato la buca delle lettere dei cittadini e abbiamo cercato di essere molto più presenti tra la cittadinanza piuttosto che in maniera asettica sui manifesti o con i soliti depliant spediti per posta. Tanta passione per dimostrare che l’attività politica non è tutto un mercimonio di danaro”. “Noi siamo molti bravi a usare Internet, è stato il nostro strumento di comunicazione principale: facebook, twitter, e il nostro sito ufficiale. L’altro tipo di militanza si è svolta sul territorio utilizzando semplicemente i luoghi di ritrovo classici dove si incontra la maggior parte della gente: i bar”.

Il classico uovo di colombo, semplice, immediato al tempo in cui la frequenza massiccia delle sezioni di partito è un ricordo dell’archeologia politica. Bar, pub, circoli. Ma vediamo come è stato instaurato questo rapporto nuovo che ha trasformato la chiacchiera da bar in confronto politico. “Lì percepisce la vita reale, puoi anche sentir sparare delle cavolate, ma lì si capisce che cosa vuole la gente. E l’esperimento ha funzionato tanto è vero che è stato subito copiato. Ma ben venga la politica che torna a parlare con la gente. Abbiamo iniziato cinque mesi fa, abbiamo instaurato un dialogo che ci è servito a costruire anche la nostra piattaforma politica. La cittadinanza va riattivata, rigenerata. Abbiamo iniziato a scadenza settimanale, poi anche due volte alla settimana, a convocare questi incontri nei bar. Abbiamo chiesto la disponibilità dei gestori che non hanno avuto niente in contrario, anzi. Esponevamo il nostro programma, sentivamo i pareri delle persone, abbiamo anche tolto alcuni punti del nostro programma iniziale su suggerimento degli elettori che incontravamo. Contemporaneamente agivamo su internet attraverso i social forum e sul nostro sito aggiornandoli con gli spunti che provenivano dagli incontri con le persone”.


Come verranno spesi i contributi statali alla lista?

 

“Nemmeno nella più rosea delle nostre aspettative avevamo previsto un risultato così (4 consiglieri, ndr). Ora ci stiamo vedendo per delineare i ruoli nel movimento, il tesoriere per esempio, stiamo anche pensando di aprire una sede stabile. Come previsto dallo statuto del nostro movimento, però il 40% di tutto quello che riceveremo dallo Stato andrà direttamente al nostro movimento. Che deciderà di impiegarli per l’attività sul territorio o per finanziare attività sfondo sociale per la popolazione. Vogliamo dimostrare che i privilegi e i costi della politica si possono tranquillamente dimezzare. A tutt’oggi, comunque ancora non sappiamo quanto riceveremo. Posso comunque affermare già da adesso che nelle prossime elezioni noi rinunceremo totalmente al finanziamento e al raddoppio del contributo pubblico elettorale per il nostro movimento. Quei due milioni e mezzo di euro di contributi per i partiti sono cifre ridicole, assurde. Speriamo di portare sulle nostre posizioni altri partiti in Consiglio. Non è demagogia, populismo, è solo buon senso”.

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