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San Marino, Spese Produzione Reddito: il recupero sarà molto parziale

da Redazione

Degli oltre 10 milioni recuperati dai frontalieri ne ritorneranno indietro solo 3. Gianluca Montanari: “Non basta né economicamente né per la discriminazione”.

 

Continuano a essere due i fronti caldi su cui si combatte la battaglia dei frontalieri. Il primo fronte riguarda la franchigia che, come abbiamo scritto sullo scorso numero di Fixing (lo trovate sul nostro sito), nel 2013 dovrebbe di fatto sparire. Il secondo a sua volta si divide in due fronti diversi ma altrettanto importanti: il recupero delle spese di produzione reddito per l’anno 2011 e il ripristino di una situazione non più discriminante per i lavoratori non residenti, leggasi frontalieri, per l’anno in corso. La notizia, assolutamente non ufficiale ma molto attendibile, riguarda il recupero delle SPR tagliate di netto dall’art. 56 della finanziaria 2010 relative all’anno fiscale 2011 appunto. Del decreto che dovrà essere emanato per spiegare come e quanto potrà essere recuperato dai lavoratori frontalieri per il momento non c’è traccia: le conferme riguardano solo il fatto che sarà un recupero parziale. Oggi riteniamo di avere ottimi motivi per dire che il recupero non sarà semplicemente parziale, bensì molto, molto parziale. La stima iniziale diceva che dal provvedimento nelle casse dello Stato sammarinese sarebbero entrati almeno 8 milioni di euro. Una stima che poi è stata rivista al rialzo tanto che sicuramente si è saliti almeno a 10 milioni, anche se ci sono stime che lasciano pensare ad un introito di circa 12 milioni. Che siano 8, 10 o 12 milioni, quello che l’esecutivo pensa di restituire ai lavoratori frontalieri si aggira attorno ai 3 milioni. Poco più che briciole, insomma. “La cifra restituita ai frontalieri per il 2011: sicuramente non sarà una quota sufficiente per compensare quanto è stato tolto, né in termini di discriminazione, né tantomeno in termini economici”. Commenta così a Fixing Luca Montanari, Presidente dello CSIR, il Comitato sindacale interregionale che si occupa delle questioni dei frontalieri questa notizia che sta circolando tra i tavoli su cui si discute la partita Spese Produzione Reddito. “Peraltro – aggiunge Montanari – del Decreto in questione ufficialmente non ci sono state neppure indicate le linee guida, né per quanto riguarda l’entità del rimborso, né per i meccanismi di restituzione”. Mancanza di concertazione, appunto. Del resto la partita si gioca su un tavolo scomodo, perché mentre si tratta da una parte con l’Italia per cercare di rabbonirsi il governo tecnico dopo aver fatto infuriare quello che ruotava attorno alla figura del Ministro Tremonti, dall’altro si tira avanti con un provvedimento che aggiunge al danno di un taglio sostanzioso alle buste paga dei frontalieri la beffa di un recupero molto marginale. Poi è ovvio che quando arriveranno questi soldi (a proposito, quando arriveranno? A questo punto è lecito supporre verso la fine dell’anno, se non addirittura nel 2013) nessuno dei lavoratori in questione li rifiuterà sdegnato, che siano sei, sette o ottocento euro contro gli oltre 2 mila di decurtazioni con cui hanno dovuto fare i conti. Ma non si può pretendere in questo modo che il malumore serpeggi, tra i lavoratori stessi e tra gli imprenditori che si trovano costretti a gestire, nelle proprie aziende, una bella patata bollente. Intanto la Centrale Sindacale Unitaria ha denunciato la “tassa etnica” all’ECRI, l’organismo Europeo che vigila sui casi di razzismo e xenofobia. “Voglio specificare che a San Marino non ci sono forme di razzismo conclamato, ma il provvedimento in questione rappresenta una discriminazione economica molto pesante che penalizza i lavoratori in base alla loro residenza. E seppure non sia dettato da principi razzisti e razziali, non è comunque giustificabile da parte del Governo sammarinese”. La soluzione? Per Montanari a conti fatti c’è poco da sperare per un recupero congruo delle SPR riguardanti il 2011, ma la discriminazione può e deve essere cancellata per l’anno in corso, “approvando la riforma tributaria quanto prima e ritornando ad una situazione di equità tra lavoratori residenti e frontalieri mediante provvedimento con effetto retroattivo al 1° gennaio 2012”.

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