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Bankitalia prepara il dopo-Draghi

da Redazione

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La Repubblica di San Marino deve temere il candidato ‘tremontiano’ Grilli. Bini Smaghi nel toto-nomina, Saccomanni favorito.

 

 

di Saverio Mercadante

 

Si è dovuto scomodare addirittura Sarkozy per dare l’ultima spinta a Lorenzo Bini Smaghi. Doveva assolutamente lasciare ad un francese la poltrona di consigliere del board della BCE. Altrimenti la nomina di Super Mario Draghi a presidente della Banca Centrale Europea sarebbe rimasta in pericoloso stand-by. Alla fine dell’anno, dunque, il banchiere toscano si dimetterà. Alla faccia della sacralità dell’autonomia della BCE che l’economista fiorentino voleva salvaguardare a tutti i costi nel nome di Tommaso Moro. Bini Smaghi è stato subito premiato da Berlusconi per la sua tardiva disponibilità che stava mettendo a rischio di nuovo le relazioni con la Francia. Il capo del Governo italiano lo ha inserito in conferenza stampa nella rosa dei nomi per il dopo-Draghi insieme al direttore generale di Bankitalia Fabrizio Saccomanni e al direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli. I rumor che girano in questi giorni danno però Bini Smaghi come il meno accreditato per Palazzo Koch. Bini Smaghi, fiorentino, 54 anni, ha studiato in Belgio e Stati Uniti. Conosce bene i meccanismi della Banca d’Italia: vi ha lavorato per 11 anni. Ha esperienze anche al Tesoro, e dal 2005 è approdato alla Bce. Vanta certamente una buona reputazione a livello internazionale. Il banchiere fiorentino ha nel suo curriculum sei anni d’esperienza nel braccio operativo dell’Eurotower, guida dell’Eurosistema di cui fa parte anche Palazzo Koch. Il nuovo inquilino di via Nazionale sarà in qualche modo importante anche per la Repubblica di San Marino. L’influenza di Bankitalia sulle vicende sammarinesi è nota e acclarata.  La procedura prevede che la nomina per il nuovo Governatore sia disposta con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del premier, previa deliberazione del Consiglio dei ministri e sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia. Il capo dello Stato Giorgio Napolitano, che con il premier Berlusconi ha avuto nei giorni scorsi un colloquio sul tema, non avrà certo un ruolo di facciata nella vicenda. Napolitano ha sottolineato l’importanza dell’autonomia e dell’indipendenza della Banca Centrale, tradizionale fucina di eccellenze al servizio del Paese. Il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli sembra essere il candidato di Giulio Tremonti all’insegna di una continuità operativa tra le due massime istituzioni economiche italiane che suscita molte perplessità proprio sul valore assoluto dell’indipendenza dal potere politico della Banca Centrale. Se Grilli perseguisse la linea di fermezza assoluta che l’ex consulente del Titano ha imposto nelle relazioni tra i due paesi, potrebbe forse creare ancora grossi problemi nei rapporti con la Repubblica di San Marino.  Di ottimo livello comunque il percorso professionale di Grilli: nato a Milano nel 1957, studi alla Bocconi, docenza universitaria a Yale e in Gran Bretagna. Molto stimato dalla comunità finanziaria e bancaria nazionale e internazionale, ha ricoperto per oltre vent’anni incarichi statali di alto livello al Tesoro e alla Ragioneria dello Stato. Importante, forse decisiva, l’influenza della struttura interna della Banca d’Italia che dal dopoguerra a oggi ha espresso quasi tutti i governatori. Dal 1946 in poi il criterio principe della scelta è stato infatti quello della successione dall’interno della Banca d’Italia. La sola eccezione esterna fu proprio quella di Draghi ma in un certo senso ebbe il carattere di una sorta di rifondazione, avvenuta in occasione dello scandalo dell’Antonveneta che provocò le dimissioni del Governatore Fazio. Da Palazzo Koch l’indicazione netta è per Fabrizio Saccomanni, 69 anni, una vita dentro l’istituto centrale, una profonda conoscenza del panorama economico e bancario italiano. Possiede una solida reputazione nelle principali istituzioni internazionali. Dopo Einaudi, Carli, Baffi, Ciampi, Fazio, Draghi, chi verrà ora? Difficilmente in ogni caso ci sarà un candidato ufficiale prima di settembre.

 

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