Home FixingFixing FMI: il mercato del lavoro è troppo rigido

FMI: il mercato del lavoro è troppo rigido

da Redazione

Paese non competitivo, necessarie minori restrizioni per le imprese.

di Saverio Mercadante

 

“Le statistiche di contabilità nazionale e i dati di natura fiscale non sono così dettagliati come richiesto in base agli standard internazionali sulle migliori pratiche e sono disponibili in ritardo”. Anche la dichiarazione conclusiva della Missione del Fondo Monetario Internazionale sottolinea quello che San Marino Fixing aveva segnalato, due settimane fa a proposito della mancanza di dati reali sul debito privato sammarinese. E questi ritardi sono tanto più importanti perché “la disponibilità di statistiche affidabili sulle attuali condizioni economiche, nonché dati aggiornati e trasparenti sui conti pubblici, è fondamentale per poter sviluppare politiche economiche adeguate e per preparare bilanci realistici”. Non c’è dubbio, comunque, che la partecipazione di San Marino al sistema generale di divulgazione dei dati del FMI abbia rafforzato il sistema statistico. Conoscere quindi, per agire al meglio specialmente in tempi di contrazione economica (-1% nel 2008 e addirittura -13% nel 2009). L’economia del Titano resta debole: calo degli investimenti, edilizia e occupazione nel manifatturiero dei livelli pre-crisi. Consumi ridotti, nonostante una moderata espansione dell’attività manifatturiera e commerciale durante la prima metà dello scorso anno, a causa dell’aumento della disoccupazione, del mancato incremento dei salari ed una minore fiducia. Nel 2010, secondo l’FMI, ci sarà una diminuzione del PIL reale pari a circa l’1%. Quest’anno dovrebbe concludersi il lungo periodo di recessione. L’economia potrebbe registrare segni di ripresa ma a condizione che vengano normalizzati i rapporti con l’Italia, a cui è destinato il 90% delle esportazioni. L’altra critica forte al sistema sammarinese verte sulla rigidità dei mercati dei prodotti e del lavoro che hanno ridotto la posizione competitiva di San Marino. “Permangono distorsioni nel mercato, compresi ostacoli all’assunzione di lavoratori non residenti altamente qualificati e un sistema di assunzione piuttosto centralizzato nel mercato del lavoro interno. In questo modo si ostacola un’occupazione nel settore privato dettata dal mercato. Queste distorsioni hanno contribuito negli ultimi anni a ridurre la competitività di San Marino: diminuzione della produttività e un aumento del costo del lavoro unitario. Il suggerimento del FMI è di minori restrizioni alle imprese per l’assunzione di lavoratori non residenti altamente qualificati. Al fine di sviluppare un nuovo modello di business, il settore finanziario necessita infatti di acquisire rapidamente le competenze richieste per poter offrire un ventaglio di nuovi servizi. Sul fronte della politica fiscale, l’FMI prevede che il gettito diminuirà del 4% del PIL: rallentamento economico e minori entrate provenienti dal settore finanziario. La previsione che il disavanzo finanziario aumenterà fino a poco più del 6% del PIL. Sul fronte delle entrate vanno evitati i provvedimenti temporanei, si deve puntare a riforme generali e permanenti, rivedere il sistema di esenzioni e sovvenzioni anche sui prezzi dei servizi. Si riconosce al Governo sammarinese l’introduzione di misure di consolidamento: tagli ai trasferimenti al settore pubblico allargato, una riduzione del monte salari e stipendi della PA e un’imposizione una tantum per i contribuenti soggetti all’imposta sui redditi. Un’indicazione chiara viene data per il settore della PA: non cedere agli aumenti salariali nel settore pubblico. E soprattutto va data un’accelerazione alla riforma della PA provvedendo nel contempo a tagli per decremento naturale. La missione di Washington ha altresì riconosciuto che rispetto al 2009 nel settore finanziario sono stato compiuti dei progressi: sono state accresciute autonomia e risorse della BCSM, rafforzata la vigilanza ispettiva e cartolare, è stato consentito alla BCSM di fornire assistenza in termini di liquidità alle banche, anche attraverso la recente attuazione di un sistema di riserva obbligatoria e lo sviluppo di un mercato interbancario locale. Nuovi regolamenti che hanno circoscritto l’attività delle fiduciarie, hanno abolito l’utilizzo delle azioni al portatore e hanno introdotto requisiti più severi in materia di adeguata verifica della clientela. Ma bisogna fare di più per rafforzare il sistema. Servono ancora più risorse a Banca Centrale e all’Agenzia di Informazione Finanziaria per attuare in maniera efficace il nuovo quadro normativo e continuare a rafforzare l’autonomia della BCSM. L’indicazione è quella anche di cercare di garantirsi linee di credito contingenti con altre Banche Centrali.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento