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Si consuma di più in territorio, ma ci si diverte fuori

da Redazione

Aumenta la spesa delle famiglie, in media circa 2.561 euro al mese, soprattutto per l’abbigliamento e calzature, che però vengono acquistati sempre più spesso oltreconfine.

consumi famiglie tabella

 

di Daniele Bartolucci

 

Crescono reddito e consumi delle famiglie sammarinesi. Questa la buona notizia che emerge dall’Indagine annuale dell’Ufficio Statistica, “i cui risultati rispecchiano la situazione economica che sta attraversando la Repubblica di San Marino”.

 

L’ECONOMIA IN RIPRESA FA AUMENTARE I CONSUMI

Situazione che vede, dopo anni di crisi e statistiche in negativo, finalmente una ripresa in molti settori strategici, come dimostrano i numeri del manifatturiero: +9% di imprese nel 2015, tradotte in oltre 220 posti di lavoro in più. Questa crescita ha comportato direttamente all’aumento dei redditi (prima, probabilmente, molte famiglie avevano rinunciato ad uno stipendio) e quindi, indirettamente, anche ad una ripresa dei consumi, prima ipotizzabili attraverso i dati della SMac circuito scontistica (si veda San Marino Fixing nr 13), che sono appunto consumi interni e sono aumentati anche nel 2015, poi confermati dall’Indagine dell’Upeceds. Una fotografia che fa il pari con l’indice PMI (si veda San Marino Fixing nr 23), ovvero l’indagine tra i Direttori agli acquisti, secondo cui, per il 2016, l’economia si sta espandendo. Come logica conseguenza, ci si può attendere un consolidamento della crescita economica del Paese e dei consumi delle famiglie sammarinesi.

I dati 2015 del resto, sono incoraggianti: La spesa media mensile della famiglia sammarinese nel 2015 è stata di 2.561,26 euro (30.735,17 l’anno), registrando un aumento del +4,7% rispetto all’anno precedente. Tradotto in soldoni, letteralmente, si tratta di circa 1.400 euro in più all’anno, cento euro al mese verrebbe da dire, ma se si confronta il livello più basso degli ultimi anni, ovvero quello raggiunto nel 2012, sono quasi 2.500 euro in più dell’anno più difficile della storia sammarinese.

 

CIBO E ABBIGLIAMENTO SUGLI SCUDI

Se hanno più soldi da spendere e ne spendono effettivamente di più, cosa comprano le famiglie sammarinesi? In generale la categoria “alimentazione” è quella principale, che conta quasi un terzo del totale della spesa familiare annuale. Invero, statisticamente, è divisa in due categorie: “generi alimentari” e “pasti fuori casa”. Entrambe sono in aumento rispetto al 2014: +0,4% per i generi alimentari e le bevande e +13,4% per i pasti fuori casa, che rappresentano un terzo della spesa per l’alimentazione. In sintesi: i sammarinesi non solo consumano di più in termini di cibo e bevande, ma preferiscono sempre di più (o sono costretti per motivi lavorativi) mangiare fuori casa.

L’altro settore che ha battuto ogni record di crescita è “Abbigliamento e calzature”, che con un +26,1% ha ottenuto la performance migliore di tutti, addirittura aumentando la sua quota valore rispetto al 2011, quando si spendevano 1.556 euro all’anno, mentre nel 2015 ne sono stati spesi 1.687. Molto bene anche il settore “Servizi sanitari e spese per la salute” (+16,7%), che aumenta come volume, ma rappresenta ancora una piccola fetta della spesa totale, solo il 3,4%. Segno che i sammarinesi stanno ancora bene e il sistema sanitario nazionale funziona molto bene, non pesando sul bilancio familiare. Altri aumenti si sono registrati in “Attività sportive” (+14,0%),

“Vacanze” (+9,9%), “Ricreazione e spettacoli” (+8,7%), “Utenze telefoniche” (+8,3%), “Utenze domestiche” e “Arredamento e apparecchi per la casa” (+6,5%), “Generi alimentari e bevande” (+3,9%) e “Abitazione” (+0,2%). Le categorie di spesa che hanno fatto registrare una diminuzione dei consumi delle famiglie rispetto al 2014 comprendono “Beni e servizi” (-15,2%) e “Trasporti” (-5,3%).

 

NON SI RINUNCIA ALLA VACANZA, ANZI

Come il cibo, la vacanza rappresenta nell’immaginario collettivo il termine “consumi”, perché non si tratta solo di ferie o giorni di riposo. E i sammarinesi sono molto affezionati alle loro vacanze, a cui non hanno rinunciato – almeno nelle statistiche si legge questo dato – nemmeno negli anni della crisi. E’ vero, spendendo sempre meno, ma ora che la ripresa si affaccia alle porte, aumentano anche i viaggi e le vacanze, che con 2.632 euro l’anno rappresentano quasi il 9% della spesa totale di una famiglia sammarinese. Ovviamente non tutte le famiglie sono andate in vacanza, ma quelle che l’hanno fatto hanno dichiarato (il 79,2% dei nuclei) ha trascorso mediamente 11,1 giorni l’anno in vacanza, di cui il 59,0% in Italia e il 41,0% all’estero. Aumenta il numero di famiglie che prediligono mete italiane. Tra le mete estere, aumenta l’Europa, diminuiscono l’Africa, le Americhe, l’Asia e l’Oceania. Considerando che nel 2015 la spesa media per le vacanze è aumentata, sono aumentate le famiglie che vanno in vacanza e sono aumentati anche i giorni medi di vacanza, si conferma il lieve miglioramento della situazione economica delle famiglie come descritto nei paragrafi precedenti.

 

SI TORNA A COMPRARE IN TERRITORIO, NON TUTTO

Se è vero che “nel 2015 si è registrato un lieve aumento dei consumi in territorio che si attestano al 74,3%, rispetto al dato del 2014 che era pari al 73,8%”, come riporta l’Indagine dell’Upeceds, ciò non vale per tutte le categorie merceologiche. E i distinguo non si esauriscono qui. Le categorie di spesa con la percentuale maggiore in territorio sono quelle per l’abitazione (96,1%), i trasporti (88,9%) e i generi alimentari e le bevande (88,1%). Nel merito, però, l’abitazione è un’ovvietà, mentre si è visto che per i trasporti si spende sempre meno e i generi alimentari sono aumentati solo dello 0,4% (diverso, come si è visto, il caso dei pasti fuori casa, aumentati considerevolmente).

Mentre le categorie dove la spesa avviene prettamente fuori territorio sono: “ricreazione e spettacoli”, “pasti e consumazioni fuori casa”, “abbigliamento e calzature” e “beni e servizi”. In pratica i settori in ascesa, dimostrando che anche all’aumentare dei consumi, e dei consumi interni in generale, per molte cose i sammarinesi continuano a rivolgersi all’esterno. Una riflessione da parte dei commercianti, in questo senso, andrebbe fatta. E questo anche se tra il 2011 e il 2014 i consumi in territorio erano passati dal 75% al 73,8%, mentre “il 2015 può considerarsi il primo anno in controtendenza dell’ultimo quinquennio e una ritrovata fiducia nella spesa in territorio, tornata al 74,3% del totale”.

 

AUMENTANO RISPARMI E INDEBITAMENTO

Più reddito si traduce in consumi, ma anche in risparmi e investimenti, vero termometro della fiducia, che a San Marino sembra tiepidamente essere tornata nelle famiglie.

“Dall’analisi sui risparmi”, spiega l’Indagine condotta dall’Ufficio Statistica, “è emerso che, rispetto al 2014, il numero di famiglie dedite al

risparmio è aumentato (54,8% del totale) ma è lievemente diminuita la percentuale di reddito medio risparmiato (pari al 21,0%)”. Risparmi che vengono investiti in prodotti finanziari, principalente depositi bancari (60,0%), assicurazioni (28,1%) e pronti contro termine (19,3%). Invero, nel 2015 sono aumentate alcune forme di risparmio come i titoli di stato (+0,2 punti percentuali rispetto al 2014) e gli immobili (+0,2 punti), mentre diminuiscono i fondi comuni di investimento (-3,2 punti), i pronti contro termine (-1,4 punti) e le azioni (-1,2 punti percentuali).

Per quanto riguarda l’indebitamento, il 16,0% delle famiglie, valore aumentato rispetto al 2014, ha dichiarato di aver contratto debiti nel 2015 per i seguenti motivi: l’acquisto o la ristrutturazione di immobili (49,4%), l’acquisto di auto, moto (27,7%) e il sostentamento (25,3%). Crescendo questi fattori, è normale che risulti in aumento anche la percentuale di debito medio rispetto al reddito (44,9%), tenendo conto che le tipologie di indebitamento più comune sono il “Prestito personale” (il 42,2% delle famiglie indebitate ne ha fatto ricorso), il “Mutuo ipotecario” (39,8%), seguono i “Fidi in conto corrente” (32,5%). Purtroppo, 27,7% delle famiglie che hanno contratto debiti hanno dichiarato che non sono riuscite a far fronte all’indebitamento con il proprio reddito, mentre l’1,5% delle famiglie ha dichiarato che con il proprio reddito mensile non riesce a coprire le spese dello stesso periodo temporale. Un dato in diminuzione, visto che nel 2014 era il 2,6%. Debiti in aumento, dunque, ma come si è visto solo una piccola parte è per il sostentamento, mentre la maggioranza sono per spese importanti come casa e auto, segno di una rinnovata fiducia, anche se blanda, come dimostra anche il fatto che “è rimasta sostanzialmente invariata la percentuale di reddito risparmiato, e continuano a scegliere forme di investimento meno rischiose, evitando il mercato azionario e andandosi a collocare maggiormente nei depositi bancari, assicurazioni e pronti contro termine”.

In definitiva, la maggior parte delle famiglie sammarinesi (54,3%) dichiara di ritrovarsi in una situazione economica “stazionaria” rispetto al 2014, ma aumentano le famiglie che dichiarano una situazione “un po’ migliorata” (7,2%) e “molto migliorata” (1,4%).

Rimane stazionaria la percentuale di coloro che dichiarano una situazione “un po’ peggiorata” (27,66%) e diminuiscono coloro che dichiarano una situazione “molto peggiorata” (9,4%).

 

REDDITO, SI SFIORANO I 42 MILA EURO PER NUCLEO

Il reddito medio annuale della famiglia sammarinese è di 41.715,69 €, con un aumento del 4,2% rispetto al 2014 e del 5,9% rispetto al 2013. Questo dato, positivo, si scontra con l’altra faccia della medaglia, che rilevano anche i tecnici dell’Upeceds: “Anche se un’ampia percentuale pari al 30,0% delle famiglie ha dichiarato che il proprio reddito si attesta tra i 16.000 euro i e 30.000 €”. Un dato che si scontra ovviamente con la percezione della società, come rilevato più volte nei dibattiti politici e che solo un’attenta valutazione della situazione patrimoniale potrebbe riequilibrare (la riforma degli ammortizzatori sociali, che dovrebbe arricchirsi dell’introduzione – finalmente – dell’ISEE anche a San Marino, ad esempio). Ma del resto, se oltre il 50% delle imprese hanno zero dipendenti, di anomalie a San Marino ce ne sono ancora parecchie. Detto, questo, dall’analisi dei dati, risulta “molto interessante risulta anche la valutazione della Mediana, cioè quel valore che suddivide il totale delle famiglie, ordinate in base al reddito, in due parti eguali; la prima metà con redditi inferiori alla mediana e la seconda metà con redditi superiori alla mediana. Il valore mediano per il 2015 è di 35.000 €: quindi si può dire che almeno il 50% dei nuclei famigliari ha avuto un reddito, nel 2015, pari ad almeno 35.000 € (nel 2008 il valore della mediana era risultato di 38.000 €). Un altro importante indicatore sul reddito è l’indice di “Gini”, che misura la disuguaglianza della distribuzione dei redditi, assumendo valori compresi tra 0 (quando tutte le famiglie ricevono lo stesso reddito = uguaglianza) e 1 (quando il reddito totale è percepito da una sola famiglia = disuguaglianza). Il valore dell’indice di “Gini” per le famiglie sammarinesi nel 2014 è di 0,294, molto simile a quello degli ultimi due anni”, e “significa che i redditi in Repubblica sono ripartiti abbastanza equamente tra le famiglie”.

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