Home FixingFixing L’Assessore dell’Emilia-Romagna Emma Petitti: “Approvare uno Statuto dei frontalieri”

L’Assessore dell’Emilia-Romagna Emma Petitti: “Approvare uno Statuto dei frontalieri”

da Redazione

L’intervento all’evento del CSIR. Necessario anche “avviare un confronto sugli ammortizzatori sociali tra Italia e San Marino”.

 

Sabato 18 maggio, al Cinema Tiberio di Rimini si è svolto il convegno “Il lavoratore di frontiera. Lavorare a San Marino aspettando l’Europa” promosso dal Csir, organismo che riunisce Cgil, Cisl, Uil delle regioni Emilia-Romagna e Marche e la CSdL e Cdls della Repubblica di San Marino.

All’incontro ha partecipato l’Assessora al Bilancio della Regione Emilia-Romagna Emma Petitti, oltre alla Presidente Csir Giuseppina Morolli, al Segretario di Stato al Lavoro di San Marino Andrea Zafferani, il Coordinatore Nazionale Frontalieri Cgil Giuseppe Augurusa, il Vicepresidente Csir Paride Neri e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali del Csir.

La dottoressa Emma Petitti, dopo i saluti iniziali, ha sottolineato l’importanza del lavoro frontaliero, fondamentale per il sostegno dell’economia del territorio”.

Da una recente ricerca risulta che questo incida per il 33,5% sull’intera forza lavoro impiegata nella Repubblica di San Marino. In particolare emerge che il bacino di riferimento è rappresentato in massima parte dalla provincia di Rimini, che con oltre il 72% dei lavoratori impiegati nella Repubblica è il territorio che sostiene maggiormente l’economia dello Stato”.

Negli ultimi anni sul versante normativo sono stati fatti diversi passi avanti rispetto allo status dei frontalieri.

“Tante le cose fatte nella scorsa legislatura, quando ero in Parlamento, e risolte positivamente. Tra queste – ha ricordato l’assessore – la Legge di stabilità 2014 con cui si è raggiunto lo storico obiettivo di rendere strutturale la franchigia fiscale annuale di 6.700 euro per i lavoratori frontalieri, mentre nella Legge di stabilità dell’anno successivo, è stato inserito l’aumento della franchigia a 7.500 euro. Sempre nella scorsa legislatura il Parlamento italiano ha chiuso un’importante partita di accordi che regola i rapporti con la Repubblica di San Marino, a partire dalla ratifica della Convenzione per evitare le doppie imposizioni, di cui sono stato relatore”.

E’ evidente “che si tratta di un lavoro da completare – ha dichiarato l’assessore regionale -. Occorrerà ragionare sull’approvazione di uno Statuto dei lavoratori frontalieri che serva a definire un quadro di diritti e doveri chiari per tutti e che dovrà affrontare aspetti quali fisco, tassazione, welfare e status giuridico della figura del lavoratore frontaliere. Lo Statuto dovrebbe trattare il rafforzamento dell’indennità di disoccupazione, la tassazione della previdenza estera e le misure di welfare. Sarà inoltre necessario avviare un confronto Italia-San Marino sugli ammortizzatori sociali che punti alla parificazione di trattamento per i lavoratori italiani occupati a San Marino e per i lavoratori sammarinesi in Italia, in modo da garantire a tutti pari diritti. Bisognerà anche valutare l’istituzionalizzazione degli Osservatori provinciali attivi, capaci cioè di essere luogo di confronto con le Istituzioni e non solo del pur utile monitoraggio, confermando anche nel riminese qualche recente e felice esperienza fatta in altre parti del Paese”.

“Se in questi anni in Regione Emilia-Romagna abbiamo ottenuto risultati straordinari sul fronte dell’aumento del Prodtto Interno Lordo, dell’export, della produzione industriale e della lotta alla disoccupazione è anche grazie a un ottimo lavoro di squadra insieme ai sindacati. Di questo andiamo molto fieri e proprio su questa strada vogliamo continuare a concentrare il nostro lavoro e impegno futuro” ha concluso l’assessore Petitti.

 

FRONTALIERI A SAN MARINO: SUPERATO IL TETTO DELLE 6 MILA UNITÀ

 

Cresce in maniera costante il numero dei lavoratori frontalieri impiegati nelle imprese della Repubblica di San Marino.

Dal Bollettino di Statistica del primo trimestre del 2019 e pubblicato come di consuetudine dall’UPECEDS emerge difatti che al 31 marzo il totale degli italiani che ogni giorno entrano nel Paese erano oltre 6 mila (6.088 per la precisione) quando a gennaio erano 5.851 e a febbraio 5.933.

La maggior parte di essi è occupata nelle attività manifatturiere (al 31/03/2019 erano 2.613).

Tra i settori economici più numerosi il “Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli” (910 unità); “Fornitura di energie elettrica, gas, vapore e aria condizionata” (481); “Attività dei servizi di alloggio e ristorazione” /385), “Servizi di informazione e comunicazione” (367); “Noleggio, agenzie di viaggio” (325) e “Attività professionali, scientifiche e tecniche” (244).

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