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I cinque mesi della Repubblica Romana

da Redazione

Fu governata da due italiani, Carlo Armellini e Giuseppe Mazzini, ma anche da un “sammarinese” di Forlì, Aurelio Saffi.

 

Cinque mesi o poco meno, dal 9 febbraio 1849 al 4 luglio 1849. Durò tanto (o poco) la Repubblica Romana, lo Stato repubblicano nato (e morto) in pieno Risorgimento, un “cuscinetto” politico molto importante che venne messo lì, tra la cacciata di Papa Pio IX e l’intervento militare della Francia di Luigi Napoleone Bonaparte, quello che poi diventerà Napoleone III.

La “RR” fu governata da un triumvirato composto da Giuseppe Mazzini, Carlo Armellini e Aurelio Saffi e, nonostante la sua breve vita, rappresenta un’esperienza davvero molto, molto importante per l’unificazione dell’Italia. Una specie di “città di utopia” forse, o meglio, una sorta di “isola felice”, di granducato (visti i nomi illustri che la frequentarono, non è azzardato immaginarla come una signoria alla maniera di Lorenzo De’ Medici), di agorà, piazza aperta alle idee rivoluzionarie frequentata anche da Giuseppe Garibaldi e da Goffredo Mameli.

In meno di “mezzo anno”, Roma si trasformò e visse un’autentica “primavera”, passando da Stato arretrato a un centro nevralgico di nuove idee democratiche, ispirate principalmente al cosiddetto “mazzinianesimo” e fondando la sua vita politica e civile su principi (quali il suffragio universale maschile, l’abolizione della pena di morte e la libertà di culto).

 

IL CAMBIO DI PASSO

A Roma gli eventi del 1848 avevano rese manifeste le ambiguità nutrite nei due anni precedenti, a partire dall’elezione di Pio IX. Il papa, dopo aver inizialmente appoggiato le istanze patriottiche che si levavano anche dai suoi possedimenti, si era ritirato dalla guerra contro l’Austria.

La delusione di molti patrioti fu cocente.

La situazione in città si era fatta tesa e quando, in novembre, il ministro Pellegrino Rossi venne assassinato, il pontefice ebbe la dimostrazione di non poter più controllare Roma e si rifugiò, sotto la protezione di re Ferdinando II, nella fortezza di Gaeta.

Roma era senza il papa, a Roma serviva un governo. Vennero allora indette elezioni per l’Assemblea costituente, che si tennero nel gennaio del 1849. Tra gli eletti figuravano i nomi illustri, tra gli altri, di Mazzini e Garibaldi. Il primo atto dell’Assemblea fu l’emanazione di un decreto nel quale si dichiarava decaduto il potere temporale dei pontefici, nonostante al papa venissero assicurate “tutte le guarentigie necessarie per l’indipendenza nell’esercizio della sua potestà spirituale”. Era nata la Repubblica romana.

 

UN PO’ DI SAN MARINO

In questa vicenda e nei personaggi che l’hanno vissuta, c’è anche un po’ della Repubblica di San Marino. Il nome “facile” è quello di Giuseppe Garibaldi, che nel 1861 venne iscritto nell’elenco delle persone ascritte alla cittadinanza onoraria di San Marino. Il secondo? Aurelio Saffi…

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