Home FixingFixing Fondazione San Marino: “Innovazione? Anche culturale”

Fondazione San Marino: “Innovazione? Anche culturale”

da Redazione

Nel secondo workshop spazio al Parco Scientifico e Tecnologico, e apertura biunivoca verso l’estero.

 

di Alessandro Carli

 

Passare da un’economia dell’industrializzazione a una più legata alla conoscenza. E’ questo, in estrema sintesi, il futuro dell’economia mondiale tratteggiato, in occasione del workshop “Reputazione, internazionalizzazione e innovazione” dal professor Guido Corbetta. Il docente ordinario di strategia e politica aziendale all’Università Bocconi di Milano, intervenuto all’incontro organizzato dalla Fondazione San Marino, ha delineato gli scenari e le sfide che le imprese – anche quelle sammarinesi – dovranno affrontare. “Stiamo vivendo una fase di profonda trasformazione – ha rimarcato – che prevede il passaggio da un sistema orientato esclusivamente alla massimizzazione del rendimento finanziario a una nuova concezione anche dei processi d’impresa”.

Il docente bocconiano ha sintetizzato in quattro punti le tendenze che caratterizzeranno la vita e lo stato di salute delle imprese e delle persone. “Il primo luogo, è necessario abbassare sensibilmente il debito dei sistemi, anche privati, che oggi comporta una scarsa disponibilità di risorse”. La contrazione delle risorse, ha proseguito Corbetta, “funge da freno alla domanda”.

Lo scenario che si apre a medio e lungo temine, per il bocconiano, è piuttosto denso di nubi. “La crisi colpirà l’Europa per i prossimi dieci anni”. Per superare le sabbie mobili, occorre puntare verso alcuni Paesi emergenti. Come ad esempio “la Turchia, il Sud Africa e il Vientnam”, Stati in cui una serie di “imprenditori stanno orientando i propri investimenti” in quanto esistono “buona possibilità di crescita”. Fondamentale, per Corbetta, capire l’importanza dell’innovazione digitale. “Oggi il 3 per cento dell’abbigliamento, soprattutto maschile, viene venduto su internet, e il 15% dei possibili acquirenti si informa in rete prima di fare l’acquisto”.  

Dopo essersi schierato dalla parte della sinergie pubblico – privato (“Il settore pubblico ha poche risorse economiche ma può mettere in campo le proprie capacità organizzative”), il professore ha chiarito l’importanza di un’apertura – anche culturale – verso il mercati internazionali, basate “su un forte processo di integrazione”. Insomma, un cambio di passo repentino rispetto al passato.

Il Presidente di Carisp, Pietro Giacomini, ha tracciato i passi che la Repubblica ha effettuato negli ultimi quattro anni, focalizzandosi sulla stringente attualità: “Per circa il 90% delle imprese sammarinesi, il mercato di riferimento è quello italiano. La black list ha penalizzato fortemente la maggior parte delle aziende del territorio”. Per il Presidente Giacomini il futuro delle banche sammarinesi potrebbe allungarsi verso l’esterno: Italia e Unione europea, e non solo. “Per uscire dal Titano bisogna essere trasparenti. E la Repubblica, già da qualche anno, si sta impegnando in questa direzione. Abbiamo capito che sul territorio i margini di sviluppo sono piuttosto limitati. Sarebbe opportuno cercare di crescere anche fuori dall’Europa, magari facendo sistema”.

Il Segretario Marco Arzilli e il Presidente ANIS, Emanuel Colombini, sono intervenuti sullo stato di salute delle imprese locali (“Ancora in sofferenza, specie le PMI che producono prodotti non caratterizzati” ha rimarcato il numero uno degli industriali), soffermandosi poi sull’importanza della reputazione (“Compromessa dallo tzunami mediatico che ha scatenato l’Italia” ha sottolineato Arzilli) e del progetto legato al Parco Scientifico e Tecnologico. In merito al PST, Pietro Giacomini ha rimarcato l’importanza di riuscire a trovare i finanziamenti adeguati. La risposta è arrivata direttamente dal Presidente dell’Associazione Bancaria Sammarinese, Pier Paolo Fabbri, che ha spiegato che è compito delle banche “sostenere i progetti di innovazione”. Non sarà di certo un albero che darà i suoi frutti in tempi brevissimi, però può rappresentare un autentico volano per il rilancio del Paese.  

 

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