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Editoriale: ora l’Italia si è accorta di San Marino

da Redazione

L’auspicio è che il clima di apertura e di collaborazione, “respirato” e raccontato dai giornali del territorio e dell’Italia dopo il convegno, dia una vistosa accelerata ai tutti quei “cantieri” che giacciono sui tavoli o nei cassetti ormai da troppi anni.

 

di Alessandro Carli

 

Il convegno “San Marino-Italia e lo scenario internazionale”, ospitato al Kursaal la scorsa settimana e che ha visto gli interventi di numerosi rappresentanti politici ed economici dei due Paesi, ha lasciato in dote un messaggio molto importante: anche l’Italia si è accorta dei passi in avanti fatti dal Titano in materia di trasparenza e di allineamento agli standard internazionali. Un avvicinamento avvenuto non solo nella stanze dei bottoni, bensì in maniera pubblica: Il Sole 24 Ore, in un articolo firmato da Giorgio Costa, ha dato vasta eco (e quindi ha comunicato ai lettori del quotidiano di Confindustria) il cambio di passo che, per il viceministro dell’Economia italiano Luigi Casero, è “frutto anche di una proficua collaborazione tra le due amministrazioni”.

Il Titano si è incamminato con decisione verso una strada nuova: lo scambio automatico delle informazioni dal 1 gennaio 2017 è un esempio. Dal giorno del Convegno possiamo contare su un nuovo, ritrovato alleato, l’Italia, pronta – ha promesso il vice Ministro – a sostenere la richiesta del Monte all’accordo di associazione con l’UE. Al di là degli accordi di natura politica, è chiaro l’intento di dar loro un “taglio” più operativo, fondamentale nei contatti tra le due amministrazioni, che si stanno facendo sempre più intensi e frequenti. I progetti da condividere sono molti.

Uno su tutti, lo ricordiamo, è il Memorandum d’Intesa tra Bankitalia e Banca Centrale della Repubblica di San Marino.

In agenda troviamo anche l’Accordo contro le doppie imposizioni fiscali, ratificato da San Marino il 2 luglio 2012 e dall’Italia il 3 ottobre 2014 e che, come lo scambio di informazioni, è da perfezionare. Non dimentichiamo poi l’Accordo in materia di cooperazione economica del 2009 che, se sviluppato adeguatamente, può dare un vistoso impulso ad entrambi i Paesi.

L’auspicio è che il clima di apertura e di collaborazione, “respirato” e raccontato dai giornali del territorio e dell’Italia dopo il convegno, dia una vistosa accelerata ai tutti quei “cantieri” che giacciono sui tavoli o nei cassetti ormai da troppi anni.

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