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San Marino: serve un Piano edilizia per uscire dalla crisi

da Redazione

ANIS: Rivedere la legge per permettere agli italiani l’acquisto di seconde case. Il Governo apre la porta all’idea degli industriali: sei punti programmatici.

 

di Loris Pironi

 

Il settore dell’edilizia, a San Marino, sta vivendo una fase di estrema criticità. La crisi ha riflessi importanti sulle imprese di costruzioni, come potete leggere nell’intervista qui a fianco rilasciata dal Presidente di ASES. E riflessi indiretti, seppure strettamente correlati, riguardano anche il settore bancario-finanziario (a sua volta in affanno per svariati altri motivi) con tutto ciò che questo rappresenta, a cascata, sull’erogazione del credito a cittadini e imprese. Fra i principali temi economici dello sviluppo economico del Paese, di cui si sta parlando proprio in questi giorni, c’è dunque l’esigenza di predisporre un progetto speciale che vada a contrastare la crisi del settore edile. Sul tema, l’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese ha già presentato all’esecutivo alcune proposte per cercare di rilanciare il settore. Tale progetto ha raccolto un ampio consenso tra le parti interessate (le imprese del settore, il comparto finanziario) e tali proposte, almeno a leggere il Progetto di Sviluppo del Governo presentato proprio in questi giorni in Consiglio Grande e Generale, almeno in parte – e almeno sulla carta – sono state recepite. Pare esserci, insomma, la volontà di dare vita ad un piano condiviso per la tutela di un settore che riveste una notevole importanza per il Titano. Le proposte di ANIS riguardano principalmente l’esigenza di ridare competitività al sistema compatibilmente con le esigenze di un territorio già abbondantemente sfruttato in passato. Questo significa ad esempio offrire alle imprese sammarinesi la possibilità di andare a lavorare in Italia, cosa attualmente preclusa dalle ben note difficoltà di relazioni (e va ricordato che in questo caso non c’è il concetto di reciprocità, dunque le imprese italiane hanno accesso agli appalti sul Titano), ma anche attraverso la promozione della ricerca e della qualità, per permettere alle imprese del Titano di operare in modo concorrenziale sui mercati. “Le nostre proposte – spiega Carlo Giorgi, Segretario Generale ANIS – fanno riferimento ad esempio all’ipotesi di aggiornare le leggi in materia di dimora, soggiorno e residenza. Ciò naturalmente non significa che vogliamo aprire le porte a tutti, però c’è la concreta possibilità, andando ad aggiornare la nostra normativa, di rendere appetibile da un punto di vista del mercato almeno una parte del nostro considerevole patrimonio immobiliare, che oggi è improduttivo. L’ipotesi ad esempio potrebbe riguardare la possibilità di acquistare una seconda casa a cittadini italiani che decidono di trascorrere le vacanze a San Marino o che decidono di investire in un immobile a due passi dalla Riviera, oppure, ancora perché sono imprenditori che già investono a San Marino ed hanno bisogno di una base logistica in territorio”. Questo naturalmente è un discorso che prescinde dalla residenza, e quindi non andrebbe neanche ad incidere sui costi per lo Stato in fatto di servizi da erogare. Il Parco scientifico tecnologico, ad esempio, se un giorno verrà davvero realizzato, potrà essere un ulteriore motore di sviluppo. Se si vuole guardare avanti con un briciolo di lungimiranza, le imprese avranno bisogno di figure professionali di alto profilo: una scelta di prospettiva che consenta loro di soggiornare in territorio forse non sarebbe sbagliata. “Va da se che è necessario individuare precisi parametri di sicurezza e garanzia sui soggetti interessati – prosegue Giorgi – Tuttavia va da sé che per noi è prioritario affrontare la realtà rappresentata dal fatto che anche calcoli approssimativi ci dicono che ci sono risorse finanziarie preziosissime sul territorio che oggi giacciono immobilizzate.

 

La risposta del Governo


La risposta del Governo è affidata al Piano strategico di sviluppo del sistema economico, allegato al Bilancio di Previsione, che al rilancio del settore immobiliare dedica proprio l’ultima paginetta. Le proposte nello specifico sono sei. Tra le altre cose c’è la regolamentazione dell’acquisto di beni immobili a prescindere dalla residenza (il che significa un’apertura anche ai cittadini italiani) ma con una precisa limitazione: “un solo immobile quale seconda casa per le vacanze, senza soggiorno o residenza”. Tra le altre proposte significative sono l’incentivazione per la ristrutturazione edilizia legata al risparmio energetico.

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