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San Marino, IAM srl: crisi e produzione dei rifiuti, le aziende del territorio hanno “tenuto”

da Redazione

Mattia Marinelli: “L’anno che si è da poco concluso ha fatto registrare un incremento piuttosto sensibile del tonnellaggio”.

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di Mattia Marinelli

 

A tamburo battente, tutti i media e i canali di informazione del mondo si sono soffermati sull’incidenza dell’emergenza sanitaria sulle economie dei singoli Paesi: il Covid-19, è cosa nota, ha avuto una rilevanza davvero assoluta e, a quanto si apprende, c’è la concreta possibilità che anche nel 2021 dovremo avere ancora a che fare con questo problema.

Il Coronavirus non ha risparmiato la Repubblica di San Marino, naturalmente, con aziende chiuse, lavoratori in cassa integrazione, “coprifuoco”, limitazioni alla mobilità e controlli.

Nonostante questo periodo di difficoltà e limitatezze, pare che il comparto produttivo e di servizi della Repubblica di San Marino abbia retto alla crisi.

Come parametro abbastanza inusuale e anomalo per “giudicare” l’andamento del mercato interno si può utilizzare un “argomento” a noi molto familiare, quello cioè legato alla produzione dei rifiuti, ovvero quanto è stato immagazzinato nell’anno corrente rispetto a quello precedente.

Questa “voce”, messa a sistema con altri dati macroeconomici più “canonici”, ci può fornire una fotografia sullo “stato di salute” delle aziende del territorio e sulla loro operatività.

Nonostante noi di IAM srl non abbiamo ancora definito il “bilancio rifiuti” definitivo del 2020, che ci permetterà di avere sotto gli occhi i numeri “crudi” (ma non tarderemo a farlo, ci stiamo già lavorando), in maniera approssimativa possiamo affermare che, rispetto al 2019, l’anno che si è da poco concluso ha fatto registrare un incremento piuttosto sensibile del tonnellaggio dei rifiuti prodotti.

Per dovere di informazione e per precisione va detto che ci sono stati alcuni settori che hanno mostrato difficoltà, come ad esempio i bar e le attività di ristorazione – infatti l’olio vegetale prodotto dalle attività in questione è stato davvero limitatissimo – mentre quelli legati alla produzione e ai servizi, nonostante i lockdown e la pandemia, sono riusciti comunque a lavorare (e quindi a produrre rifiuti).

Hanno cioè “retto” alla crisi, andando a produrre i propri ” scarti” e mostrando di conseguenza che, seppure a singhiozzo, hanno immesso nei mercati i loro prodotti.

Ovvia la crescita del materiale “ospedaliero e sanitario a rischio infezione” prodotto nella Repubblica di San Marino dai vari poliambulatori privati e dall’ospedale di Stato (test sierologici, garze, cotone idrofilo e tamponi Covid).

In aumento ci sono anche i Dispositivi di Protezione Individuali, dalle mascherine ai guanti in nitrile che una volta dismessi, vengono gettati nei cassonetti; inoltre molte tipologie di rifiuti “EER” (Elenco Europeo Rifiuti) sono quantitativamente cresciuti nell’esercizio 2020 come ad esempio gli scarti del comparto della cosmesi (igienizzanti e presidi medico chirurgici).

Inoltre tra i tanti rifiuti aumentati c’è anche quello dell’indifferenziata, il parametro più importante per confermare il trend di crescita.

Questi indici ci fanno capire che una buona parte delle aziende del territorio si sono rimboccate le maniche e sono comunque riuscite a lavorare, seppure tra tante difficoltà.

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