Home FixingFixing Speciale cultura di settembre: i grandi corpi di Renato Guttuso

Speciale cultura di settembre: i grandi corpi di Renato Guttuso

da Redazione

Nel 1979 il Maestro espose un’antologia di disegni all’interno del Palazzo del Turismo di San Marino: le parole di Antonio Porcella, Fausta Morganti Rossini e Giordano Bruno Reffi inserite nel catalogo.

Guttuso

 

di Alessandro Carli

 

Non 41 anni fa ma 40 anni fa + 1, anche perché appartiene all’arte giocare con i numeri. Siamo a fine agosto del 1979 e il Palazzo del Turismo di San Marino si appresta ad ospitare un grandissimo evento, “Renato Guttuso, antologia di disegni”, che rimarrà aperto sino al 30 settembre per poco più di un mese, sino al 30 settembre.

“Le opere esposte – scrive Antonio Porcella nel catalogo che oggi appartiene alla collezione della Galleria Nazionale San Marino – rappresentano, o meglio, sintetizzano, alcuni momenti dell’arte di Renato Guttuso, ingegno estremamente fertile la cui fantasiosa, irruenta creatività, tipica della sua razza, ha sempre attinto dalla realtà e dalla storia, il suo suggestivo mondo pittorico. Grafico spettacolare, nella continuità, nella sua instancabilità picassina, Guttuso ha sempre seguito, attentamente, le manifestazioni naturali e sociali; la sua prepotente personalità non lo ha mai allontanato da un impegno di verità. I temi dominanti della vita contemporanea, vedi per esempio ‘Cimiteri di macchine’, diventano uno spettacolo colto al volo, queste nature morte del ventesimo secolo (chi non ricorda i limoni, i girasoli della sua terra assolata?) che danno la misura di un’arte concreta e suggestiva. Lo ‘Studio per il Caffè Greco’ che l’artista chiama ‘Omaggio a De Chirico’ rievoca, con lieve accenno, l’inimitabile momento magico dei ‘Bagni misteriosi’, a dimostrazione del suo profondo rispetto e l’acuta penetrazione dell’arte dechirichiana di cui esalta la capacità di raffigurare con evidenza e con potenza le cose che affronta identificando la tecnica con l’intelligenza pittorica. Nello studio per il famosissimo quadro ‘La fuga dall’Etna’ del 1938, un Guttuso fortemente drammatico accentua spasmodicamente la disperazione di una folla terrorizzata: testimonianza di una tragica vicenda. Un’opera che denuncia il suo principio per ui l’arte deve alla vita la sorgente prima del suo essere. Il tema umano, così congeniale alla sua natura, sia modella, prostituta, giocatori di carte, tutto p in giuoco nel suo polemico mondo pittorico, ma la sua naturale tendenza alla semplificazione formale insieme a un innato gusto cromatico, fanno di Guttuso uno dei maggiori interpreti del mondo artistico contemporaneo. Nei suoi famosi nudi femminili, di cui vediamo nella mostra alcuni splendidi esemplari, spesso affioranti come da un turbine di sensualità esasperata, il ritmo rappresentativo è contenuto con estremo rigore attraverso il giuoco dei contrasti che riesce a trasmettere l’immediata sensazione di un’esperienza emozionale anche se la materia, spesso cruda, è intessuta di forte corposità carnale. Se è vero, come affermava Matisse, che un’opera d’art deve necessariamente risultare ‘une harmonie d’ensemble’ bisogna riconoscere che la tematica di Guttuso rispecchia questo principio poiché i vari dettagli di una composizione risultano sempre equilibratissimi, senza mai urtarsi vicendevolmente. La sua tavolozza comporta, infatti, rapporti tonali la cui intensità accentra l’attenzione dello spettatore che, liberato ormai dalle sue emozioni, ottiene dall’artista quello stato di grazia in cui i propri problemi emotivi vengono cancellati per dar posto a nuove emozioni. Questa è la sublimazione dell’opera d’arte”.

Il Deputato alla Pubblica Istruzione del tempo, Fausta Morganti Rossini, scrisse: “Più giovani, abbiamo iniziato a conoscere Guttuso assieme al cinema neorealista e a tutto il movimento di rinascita che si prometteva l’Europa dopo il Fascismo e la guerra; attraverso lui avevamo imparato che l’arte non è un modo sperata, ma un impegno civile e sociale, egli ci aiutava a rimarginare la frattura interna che il capitalismo operava (e continua ad operare) nell’uomo e ci collegava alla grande cultura del realismo europeo; dopo trent’anni, nei quali ci siamo accorti della profondità dell’alienazione, continuiamo a pensare che anche oggi è quasi impossibile la lettura della nostra condizione umana al di fuori della società e della storia”.

Preziose anche le parole di Giordano Bruni Reffi, Segretario di Stato agli Affari Esteri. “Credo che il primo incontro artistico di Guttuso con San Marino sia avvenuto nell’estate del 1956 in occasione della I° Biennale d’Arte Figurativa del Titano: era stata quella iniziativa, nella ideazione e nell’esecuzione, uno dei primi riusciti tentativi culturali che la Repubblica andava assumendo e che purtroppo e senza motivazione seria, negli anni successivi doveva venire a cessare: Guttuso, con altri colleghi di fama, Casorati, Birolli, Zancanaro, Saetti, Breddo, Penelope con il prestigio della sua adesione quale Commissario ne aveva anticipata ed assicurata la qualificazione e quindi l’esito positivo. Da allora il pensiero che da quel primo rapporto significativo per la promozione culturale e artistica anche attraverso la quale si cercava di migliore valorizzazione del Paese, potesse sviluppare una costante collaborazione, si è ripetutamente affacciato in nome dell’amicizia, nel segno dell’ammirazione, sentimenti questi attraverso i quali l’incontro con Guttuso si è idealizzato oltre l’ambito dell’arte stessa, nell’apprezzamento dei valori civili e umani dei quali la Repubblica da sempre vuol essere testimonianza. Non per caso nel dicembre del 1978 San Marino ha esaltato con Guttuso i principi dei diritti dell’uomo nel trentennale di quella Dichiarazione, realizzando un’importante emissione filatelica che è e resterà soprattutto come un sostanziale atto d’amore per l’umanità. Nell’occasione della presentazione dell’opera di Guttuso il compito che mi si pone è quello di rendermi espressione dell’interesse e della soddisfazione della Repubblica e dei suoi cittadini per questo rinnovato impegno dell’artista: un compito facile che fuori da ogni formale artificio di circostanza, assolvono l’autenticità e la spontaneità dei sensi con i quali si è costituito nel tempo il legame fra la Repubblica e un grande artista e il suo inserimento in una comunità libera e progressista che lo stima e lo ha amico”.

 

CHI È RENATO GUTTUSO


Tra i più significativi rappresentanti dell’arte italiana, Guttuso (Bagheria, 1911 – Roma, 1987) si distingue per una visione dolorosamente ma umanamente poetica e per la ricchezza delle forme stilistiche. Prendendo le mosse da un violento espressionismo, con accenti di forte denuncia sociale, nel dopoguerra fu tra gli animatori del movimento realista. Dal 1960 guardò con interesse all’avanguardia europea. Tra le opere: I funerali di Togliatti (1972); Caffè Greco (1976).

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