Home FixingFixing Gli imprenditori di San Marino: “Debito e riforme, adesso non c’è più tempo”

Gli imprenditori di San Marino: “Debito e riforme, adesso non c’è più tempo”

da Redazione

L’Assemblea dei Soci ANIS ha approvato il bilancio, ma la preoccupazione è tutta rivolta al sistema economico e sociale. Presentata la nuova indagine dell’Osservatorio sull’impatto del Covid-19, la Presidente Neni Rossini: “Le previsioni negative si sommano alle già note criticità”.

Assemblea ANIS videoconferenza 2

 

di Daniele Bartolucci

 

“Debito e riforme, non c’è più tempo”, questo il forte appello degli imprenditori a politica, Governo e parti sociali, che arriva dall’Assemblea ANIS, svoltasi la mattina dell’8 luglio per assolvere agli obblighi di legge e approvare il bilancio 2019 e il previsionale 2020, per la prima volta in videoconferenza online.

L’Assemblea, come sempre, è diventata anche l’occasione per gli imprenditori di confrontarsi tra di loro sui temi di stretta attualità, a maggior ragione in una “situazione così grave” e, soprattutto all’indomani dell’atteso incontro con il Governo: solo il secondo finora, visto che il primo e unico era stato prima del Covid-19 a febbraio. E proprio a proposito della pandemia, ANIS ha presentato i risultati dell’indagine del proprio Osservatorio sull’impatto che potrebbe avere avuto e che ha sui bilanci delle imprese associate. Lo scenario non è positivo e, come ha spiegato la Presidente Neni Rossini, “le ripercussioni del lockdown a livello globale, si sommano alle già note criticità del sistema sammarinese, per le quali non abbiamo ancora soluzioni né un piano strategico complessivo che sappia da una parte mettere in sicurezza il Bilancio dello Stato e il sistema bancario, entrambi in grave difficoltà, e dall’altra rilanciare la nostra economia, ridando competitività alle imprese al sistema in generale”.

 

L’INDAGINE SULL’IMPATTO COVID SULLE IMPRESE

 

I Soci, dopo l’approvazione all’unanimità, hanno assistito alla presentazione dell’indagine curata dall’Osservatorio ANIS sull’impatto del Covid-19 sulle loro aziende (il campione analizzato comprende infatti 121 imprese associate, che rappresenta rispetto ai dati 2019 l’89,31% dei ricavi e il 93,85% dei costi del personale totali). In base alle risposte sull’andamento previsto per il 2020, sono stati ipotizzati due scenari: quello “ottimistico” – con una sostanziale ripresa di fatturato e impiego di risorse umane già a partire da luglio 2020 – pur presentando un evidente calo rispetto al 2019, consente al sistema delle imprese di far fronte a questa fase di difficoltà; l’altro “pessimistico” – che prevede che il Covid-19 protrarrà i propri effetti anche nella seconda parte dell’anno, seppur calmierati – evidenzia un aumento molto rilevante del debito finanziario delle imprese, con diversi comparti che soffrirebbero notevolmente.

 

“SOSPESI TUTTI I CANTIERI DELLE RIFORME”

 

Le previsioni, unite alle problematiche precedenti e non risolte, hanno creato “una situazione così critica”, ha ammonito la Presidente Rossini, “che reclama il cambio di passo della politica economica sammarinese, che per troppo tempo è rimasta statica e miope. E alla nostra Associazione”, ha spronato i colleghi imprenditori, “spetta il dovere di chiederlo con ancora più forza e determinazione, e così abbiamo fatto nell’incontro avuto proprio ieri sera con il Governo”. “Purtroppo il Paese fatica a far veramente fronte comune, anche davanti ai numeri e ai 500 milioni di debito pubblico appena deliberati dal Consiglio Grande e Generale per rispondere alla impellente necessità di liquidità. Se da un lato è assolutamente comprensibile che la maggior parte delle energie siano state catalizzate dalla difficile gestione dell’emergenza sanitaria, dall’altro è evidente che purtroppo tutti gli altri cantieri sono rimasti sospesi”.

 

L’INCONTRO CON IL GOVERNO E LA RIAPERTURA DEI TAVOLI

 

Molti dei temi trattati, come è ovvio che sia, rimandavano al Governo in carica: motivo per cui grande attenzione è stata riservata all’incontro che si era svolto la sera prima a Palazzo Begni). Un incontro da cui la delegazione ANIS probabilmente si aspettava molto di più, visto che dall’ultimo incontro sono passati oltre cinque mesi. Purtroppo, come hanno poi riferito la Presidente Rossini e il Segretario Generale William Vagnini, quasi tutti i cantieri sulle grandi riforme non sono andati avanti. E’ vero, hanno spiegato, che sulle banche qualcosa comunque si è mosso (mission di BNS, Decreto cartolarizzazioni), ma manca ancora un piano per Cassa di Risparmio e un accordo sul contratto dei lavoratori, per citare due dei temi più importanti. Dall’altro lato, con i 500 milioni debito pubblico appena deliberati dal Consiglio Grande e Generale, occorrono diversi correttivi al Bilancio dello Stato per rendere tutto questo sostenibile, ma anche sul fronte della spesa corrente (spending review) e delle pensioni, non ci sono grosse novità. Lo stesso dicasi per l’IVA, sulla quale gli Industriali hanno lamentato l’intenzione di riaprire il tavolo di lavoro dopo l’estate, ancora di più alla luce del mancato arrivo della fatturazione elettronica, che sembrava dovesse essere pronta già a inizio anno. Per non parlare dell’edilizia e dell’urbanistica: se sul PRG di Boeri è stato chiesto un incontro urgente perché questo strumento tenga conto anche delle esigenze delle imprese, sulle opere pubbliche ANIS ha ricordato come siano indispensabili per ammodernare il Paese e dare allo stesso tempo respiro alle aziende del settore, per cui non è opportuno che si spostino tutte all’anno prossimo.

 

“NON SI PUÒ PIÙ RITARDARE IL PIANO STRATEGICO”

 

“Oggi”, ha ricordato infine la Presidente Rossini, “i nodi sono venuti al pettine, e di ciò il Paese sta acquisendo sempre maggior consapevolezza, per cui spicca più che mai in tutta la sua solare evidenza l’urgenza di ciò che da troppo tempo invochiamo e che abbiamo riproposto con fermezza al Governo durante l’incontro: un progetto nazionale, organico e strategico, credibile”.

“Un progetto”, ha ribadito, “che identifichi e adotti gli strumenti e gli interventi indispensabili per innescare la ripresa economica e, allo stesso tempo, per realizzare rapidamente le riforme strutturali necessarie per accedere al prestito e soddisfare la sua sostenibilità. Ritardare la realizzazione di questo progetto espone San Marino a enormi rischi e ormai”, ha sentenziato, “non abbiamo più tempo”.

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