Home FixingFixing Fare impresa, sicurezza, salute: San Marino tra i Paesi più sicuri

Fare impresa, sicurezza, salute: San Marino tra i Paesi più sicuri

da Redazione

Il portale della Farnesina “InfoMercatiEsteri” riconferma l’outlook positivo del Titano mentre World Bank annuncia che il report “Doing business” non avrà più cadenza annuale bensì biennale.

 

di Alessandro Carli

 

Morbillo e terrorismo. Le mete che i turisti di tutto il mondo sceglieranno per le vacanze del 2017 – iniziate a Pasqua – terranno conto di questi due fattori di rischio. A meno che non decidano di venire a San Marino. Per quel che concerne la malattia difatti l’ISS spiega che negli ultimi 20 anni (1997-2017) i casi registrati sono stati appena 137 e i cinque più recenti hanno colpito persone, adulti o bambini non vaccinati oppure che non avevano completato il ciclo di vaccinazioni comprendente il richiamo dopo 10 anni. Sotto il profilo della sicurezza e degli attentati, il Foreign & Commonwealth Office, un dipartimento del governo del Regno Unito che si occupa degli affari esteri ha inserito il Titano anche nel 2017 tra i Paesi in cui la minaccia di terrorismo “è minima”. Non si tratta di numeri altissimi, quelli che riguardano i turisti inglesi che scelgono come meta la Repubblica: secondo il bollettino dell’UPECEDS, tra gli “arrivi complessivi nelle strutture ricettive suddivisi per le principali nazioni di provenienza”, nel 2015 sono stati 1.388 mentre nel 2016 sono calati a poco più di 1.300, esattamente 1.304. In controtendenza invece quelli provenienti dagli Stati Uniti d’America: 1.204 nel 2015, 1.441 nel 2016.

 

PROBLEMA SALUTE? NON SUL TITANO

 

Nonostante San Marino non si registrino nuovi casi di morbillo, i dati italiani certamente avranno ricadute negative sulla “meta Titano”, Stato enclave e privo di un aeroporto “interno” collegato con le maggiori capitali europee. Le persone che nei primi mesi dell’anno hanno contratto la malattia in Italia hanno superato le mille unità. In una nota diffusa nei giorni scorsi, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta hanno esplicitamente invitato i cittadini statunitensi che vogliono recarsi in Italia a prendere una serie di misure precauzionali, come ad esempio assicurarsi di essere vaccinati contro il morbillo o vaccinarsi, lavarsi spesso le mani, non toccarsi gli occhi ed evitare contatti fisici con persone che potrebbero essere malate.

 

MINACCIA TERRORISMO: LA MAPPA DEL MONDO

 

Ma è soprattutto il pericolo degli attentati terroristici a “minare” i sogni dei viaggiatori di tutto il mondo. Anche quest’anno Aon, primo gruppo in Italia e nel mondo nella consulenza dei rischi e delle risorse umano, ha “tracciato” una risk map. Tra i Paesi “meno sicuri”, quelli della Coalizione Internazionale che combattono Daesh (Isis): Francia, Gran Bretagna, Danimarca, Belgio, Paesi Bassi, Canada, Australia, Giordania e Germania. Mentre la Francia in questi giorni ha registrato l’ennesimo attacco – dopo Charlie Hebdo e Bataclan anche i Champs-Élysées, senza dimenticare la strage sul lungomare di Nizza – e la Svezia ha conosciuto a Stoccolma il sangue provocato dall’attentato effettuato con un camion – la Germania ha alzato i livelli di guardia in seguito agli attentati di Würzburg (18 luglio 2016), Monaco (22 luglio 2016) e Ansbach (25 luglio 2016) e Berlino (19 dicembre 2016), che hanno causato diversi morti e feriti. Livello di allerta alto per la Turchia, medio per gli Stati Uniti. New entry, Città del Vaticano, più volte oggetto di ripetute minacce dell’Isis.

 

INFORMERCATI “CONFERMA” IL TITANO

 

La Repubblica di San Marino quindi è “sicura” sia per quel che concerne la salute che per il terrorismo.

Ma forse il dato che interessa maggiormente l’economia del Paese è quello che emerge anche quest’anno da infoMercatiEsteri. Il sito della Farnesina, che conferma anche quest’anno l’outlook positivo del Titano, lo “consiglia” come Paese in cui fare impresa. Alla voce “San Marino”, la Farnesina difatti non evidenzia particolari rischi politici, operativi ed economici. Tutti fattori che gli investitori valutano sempre con estrema attenzione.

Dopo aver apprezzato il Monte per la “posizione geografica”, il “contesto ambientale” e gli “Accordi doganali”, il sito degli Esteri elenca i settori in cui investire. Si va dal turismo alle startup (su quest’ultime ricordiamo il recente servizio di San Marino Fixing sui requisiti oggettivi e soggettivi per la classificazione inseriti nel nuovo Decreto delegato numero 34 del 2017) e al Parco Scientifico e Tecnologico, passando per il commercio (il portale della Farnesina segnala il progetto “The Market San Marino Outlet Experience”, un “polo del fashion di 120 negozi con griffe internazionali a prezzi vantaggiosi. Si tratta di un investimento di 110 milioni di euro promosso da Borletti Group sui 25mila metri quadrati in zona Rovereta destinati a diventare una ‘rocca’ della moda ecosostenibile”), sino alla composizione del tessuto imprenditoriale sammarinese.

I settori sono piuttosto variegati, e “includono la meccanica, le costruzioni, mobili, ceramiche, packaging, software aziendali, commercio, servizi, alberghiero e ristorazione”.

 

DOING BUSINESS: SERVE RISALIRE LA CLASSIFICA

 

Mentre l’Italia “promuove” San Marino, per la World Bank il Titano (e quindi la politica) deve ancora rimboccarsi le maniche e lavorare sodo. Soprattutto per cercare di recuperare posizioni su due voci in particolare nella classifica del “Doing business”, che interessano gli imprenditori e i potenziali investitori esteri: l’avvio di un’impresa (il Monte è al 98esimo posto al mondo) e l’accesso al credito da parte delle aziende, con la Repubblica ferma da due anni in 181esima piazza. “Doing business” che – ha spiegato nei giorni scorsi il Segretario di Stato Andrea Zafferani, che si è recato a Washington per gli “Spring Meetings” del Fondo Monetario Internazionale – passerà da una cadenza annuale a una biennale: un problema per un Paese che, per attratte nuovi investitori, avrebbe bisogno di un report annuale.

 

UPECEDS: CRESCE IL NUMERO DELLE IMPRESE

 

Intanto il 2017 è partito con il piede giusto con un incremento del numero totale delle imprese operanti sul territorio e della forza lavoro (pubblico + privato), passata da 21.706 unità di dicembre a 21.852 di marzo. In discesa poi il numero dei disoccupati totali (da 1.390 a 1.313) mentre quelli in senso stretto – ovvero coloro che si rendono immediatamente disponibili a entrare nel mondo del lavoro – hanno “abbattuto” (in basso) il muro dei mille, passando da sono saliti da 1.122 a 993.

L’anno si era chiuso con 5.079 aziende, diventate poi 5.162 a marzo. In salita il numero degli dipendenti del settore privato, passati da 14.918 di fine 2016 a 18.743 di marzo 2017.

Soffermandoci sul manifatturiero, comparto in crescita e autentico volano dell’economia del Paese (contribuisce a circa il 35% del PIL), a dicembre erano 495 e davano lavoro a 5.464 persone. Una realtà in più a fine gennaio (496) e un’occupazione che aveva raggiunto i 5.487 dipendenti. A marzo le imprese di questo settore hanno toccato le 508 unità e i lavoratori “assorbiti” hanno sfiorato il “tetto” delle 5.600 unità, più precisamente 5.595.

Infine, il settore pubblico allargato, che dalla fine del 2016 ad oggi è cresciuto di circa 150 unità (da 3.699 a 3.743).

A dicembre i dipendenti della Pubblica amministrazione erano 2.117. Da gennaio a marzo sono aumentati costantemente: 2.256 alla fine del primo mese dell’anno, poi a seguire 2.274 a febbraio e 2.276 a marzo.

Una spending review al contrario…

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