Home FixingFixing Automazione e impresa, Bill Gates: “Tasse sui robot”

Automazione e impresa, Bill Gates: “Tasse sui robot”

da Redazione

La “provocazione” di Mr. Microsoft ha aperto un vespaio di polemiche a livello mondiale.

 

Università di Oxford: gli studiosi Carl Benedikt Frey e Michael Osborne hanno affermato che nel giro di 20 anni spariranno le autofficine, i produttori di componenti industriali, le agenzie di viaggio, i venditori di polizze e i consulenti finanziari. O meglio: i lavoratori impiegati in questo settore verranno sostituiti da Internet. Un’ipotesi di “automatizzazione” che è stata avvallata anche dal prestigioso Financial Times. Nei giorni scorsi Bill Gates si è concesso ai microfoni del sito di news Quartz. Il fondatore di Microsoft, a fine intervista, ha affermato che “le aziende devono pagare le tasse anche sui robot che vengono utilizzati”. Una provocazione? Forse sì, forse no.

“Oggi se un essere umano guadagna 50mila dollari all’anno, lavorando in una fabbrica, deve pagare le imposte. Se un robot svolge gli stessi compiti, dovrebbe essere tassato allo stesso livello” ha riportato il Corriere della Sera. “Non ritengo che le aziende che producono robot si arrabbierebbero se fosse imposta una tassa. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale può generare profitti con risparmi sul costo del lavoro”.

In estrema sintesi, Gates ritiene che se i governi tassassero “il lavoro fatto dalle macchine, si ridurrebbe l’impatto negativo della progressiva sostituzione del lavoro umano con quello automatizzato”.

La proposta/provocazione di mr. Microsoft in realtà è stata oggetto di discussioni nelle aule del Parlamento Europeo. A metà febbraio I deputati hanno chiesto alla Commissione europea di proporre norme in materia di robotica e di intelligenza artificiale per sfruttarne appieno il potenziale economico e garantire un livello standard di sicurezza e protezione. Sottolineano che in diversi Paesi sono previsti standard normativi per i robot e sottolineano che spetta all’Unione Europea prendere l’iniziativa su come impostare questi standard, in modo da non essere costretti a seguire quelli eventualmente stabiliti da Paesi terzi.

Il crescente utilizzo della robotica – così si sono espressi i deputati – solleva anche questioni etiche, per esempio relative alla privacy e alla sicurezza. I deputati propongono un codice di condotta volontario sulla robotica per ricercatori e progettisti, volto a garantire che essi operino nel rispetto delle norme legali ed etiche e che il design del robot e il suo utilizzo rispettino la dignità umana. Hanno inoltre chiesto alla Commissione di prendere in considerazione la creazione di un’Agenzia europea per la robotica e l’intelligenza artificiale, per dare alle autorità pubbliche competenze tecniche, etiche e normative. La risoluzione è stata approvata con 396 voti in favore, 123 voti contrari e 85 astensioni.

Non sappiamo dire se Gates ci “sia” o ci “faccia”.

Di certo è una grande provocazione che ha raggiunto il suo primo obiettivo: quello di far parlare.

Un “sasso” lanciato nello stagno global, che ha aperto una discussione su un problema estremamente reale.

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