Le risposte di Alessandro Rossi e Davide Forcellini.
di Daniele Bartolucci
Sviluppo economico. In queste due parole c’è il futuro di San Marino.
Dopo aver chiesto alle 11 liste concorrenti che si presenteranno alle elezioni del 20 novembre come affronteranno temi importantissimi e urgenti come occupazione/disoccupazione, riforma delle pensioni e imposte indirette (IVA o monofase?), questa settimana la redazione di San Marino Fixing ha rivolto alle stesse liste domande pertinenti il rilancio economico dell’antica Repubblica. Di seguito le tre domande.
1) Investimenti: quali volete realizzare e con quali risorse?
2) La Pubblica Amministrazione è un freno o un volano per lo sviluppo economico?
3) San Marino deve associarsi all’Unione Europea?
Anche in questo caso è stata lasciata libertà di espressione a tutti gli intervistati e un uguale spazio (nei limiti del possibile), per evidenziare quali saranno i punti cardine dei propri programmi su questi temi. Temi che già nei mesi scorsi sono emersi per la loro importanza a San Marino, basti pensare alla trattativa messa in campo con la Commissione Europea per addivenire ad un accordo di associazione con l’Unione Europea, con l’obiettivo di dare alle imprese e ai cittadini del Titano una maggiore facilità di scambio con i Paesi Ue, sia commerciale che sociale e culturale. Lo stesso dicasi della Pubblica Amministrazione, che potrebbe diventare un “volano” per lo sviluppo del Paese, a patto di modernizzarla e renderla più efficiente di quanto non sia oggi. Servono investimenti anche in questo ambito, insomma, ma secondo i partiti e le liste, ovviamente gli investimenti sono anche altri, soprattutto in infrastrutture. Non solo opere pubbliche, ad esempio la viabilità, ma anche “immateriali”, come la rete internet e la rete telefonica, da anni due “freni” evidenti allo sviluppo economico del Paese e, soprattutto, due brutti biglietti da visita per attrarre imprese e investimenti dall’estero. Dalle risposte arrivate in redazione, sembra che tutti puntino moltissimo su questo tipo di investimenti e sono pronti a metterli nei loro programmi di governo, se saranno chiamati a farlo.
Movimento Democratico SI, risponde Alessandro Rossi.
1) Gli investimenti senza la creazione di una infrastruttura utile a questi sono inutili, per questo una volta scelti i settori economici da incentivare va creata la infrastruttura paese a supporto di queste economie.
Se puntiamo sull’immateriale e sul software è chiaro che è necessario una infrastruttura di rete utile a questo tipo di sviluppo.
Così come è necessario sburocratizzare e creare una infrastruttura celere e rapida di supporto a questo sviluppo, informatizzando tutti i processi.
Le risorse per le infrastrutture sono di competenza dello Stato che le dovrà prendere dai patrimoni rimasti.
Per attrare gli investimenti produttivi occorre essere attrattivi sia sulla leva fiscale, sia sulla valorizzazione della posizione geo politica di San Marino.
2) La Pubblica Amministrazione dovrebbe essere un motore per lo sviluppo economico.
La vogliamo fare ridiventare tale, cancellando la cultura parassitaria che si è ingenerata in questi anni.
3) Sì.
Movimento civico RETE, risponde Davide Forcellini.
1) Ogni investimento dello Stato deve creare lavoro ed economia, e ridurre la spesa o aumentare le entrate al termine. E’ inutile prevedere mega-investimenti, che dopo l’annuncio rimangono lettera morta.
Proponiamo microinterventi, ad esempio lo sdoppiamento delle fognature (risparmio su depurazione), ristrutturazione e riqualificazione di edifici e stabili pubblici (risparmio su affitti di uffici PA), messa in sicurezza della superstrada (rotonde, sottopassi).
Eventuali grandi interventi dovranno seguire serie indagini preventive.
2) Ora la Pubblica amministrazione è un freno, ma può e dev’essere un volano per lo sviluppo economico.
Troppa burocrazia antistorica e troppi dirigenti (di nomina politica).
I dirigenti pubblici vanno assunti con concorsi basati su piani triennali di obiettivi quantificabili.
Lo stipendio dei dirigenti pubblici deve tener conto degli obiettivi raggiunti e dell’operatività dei dipendenti: se ci sono fannulloni c’è anche chi permette che lo siano.
Attivare i profili di ruolo, azzerare la burocrazia, accorpare gli uffici e prevedere orari compatibili con quelli delle imprese.
3) Sì.