Home FixingFixing Assunzioni, IGR “scontata” e agevolazioni: il PST conviene

Assunzioni, IGR “scontata” e agevolazioni: il PST conviene

da Redazione

Parco Scientifico e Tecnologico: la legge per le aziende che stipuleranno un contratto. A due anni dal Decreto per le start-up, ecco il quadro normativo per le imprese già avviate.

 

di Daniele Bartolucci

 

Credito d’imposta, incentivi fiscali, agevolazione alle assunzioni anche fuori dalle liste di avviamento al lavoro. Sono questi alcuni dei vantaggi di cui godranno le imprese del Parco Scientifico e Tecnologico, il cui impianto normativo è finalmente approdato in Consiglio Grande e Generale. Non è il primo passo, come noto, ma finora quasi tutte le agevolazioni hanno interessato le cosiddette start-up (leggasi l’Incubatore di imprese, che sta generando numeri importanti con 30 aziende e quasi 70 dipendenti), mentre il mondo economico sammarinese attendeva questo nuovo atto per comprendere appieno la portata del progetto completo.

Ora il quadro è molto più chiaro e il Segretario all’Industria, Marco Arzilli, ne delinea così i contorni: “L’auspicio è che questo progetto di legge possa essere davvero uno strumento importante per creare un sistema di imprese competitive e di respiro internazionale, per dare prospettive ai giovani sammarinesi che oggi per trovare lavori di alto profilo spesso devono rimanere fuori San Marino dopo essersi formati, e diventare un ulteriore volano per la nostra Università. Inoltre il nostro sistema bancario potrà trovare nuova linfa e sviluppo nella creazione di nuovi strumenti finanziari”. L’obiettivo, quindi, è “far diventare San Marino un hub internazionale per le imprese che investono in ricerca e sviluppo portando così a compimento la costruzione del quadro giuridico definito per le start-up ad alta tecnologia di cui al Decreto Delegato 24 luglio 2014 n. 116, e che oggi viene qui riassorbito al fine di creare una testo unico di riferimento”.

 

SELEZIONE, LAVORO, FISCO E CAPITALI

“Oggi un Paese per essere veramente attrattivo non può solo basarsi sulla competitività fiscale, ma deve creare tutta una serie di condizioni che supportino l’attività di impresa a livello operativo e deve essere facilmente leggibile dall’esterno, perché un sistema che ha una chiara lettura è capace di dare fiducia. L’opportunità data dalla creazione di un testo unico per le imprese che fanno e faranno parte del Parco Scientifico e Tecnologico ci ha permesso di riconfermare l’attuale normativa dedicata alle Start Up ad alta Tecnologia, aggiornandola in baso alle esigenze emerse a seguito di due anni di applicazione della stessa e di introdurre anche nuovi strumenti”. Per questo “la visione espressa dal testo normativo è a 360°”, spiega Arzilli nella relazione che accompagna il testo, “e va a toccare quelli che sono i punti salienti di un ambiente ideale per supportare la nascita e sviluppo di impresa innovativa, azioni di trasferimento tecnologico verso le imprese esistenti per l’incremento di competitività delle stesse e attrazione di nuovi investimenti nazionali e internazionali. Il confronto con le normative adottate della Svizzera, Lussemburgo, Israele, Finlandia, Italia, Brasile, Usa, Cile, UK, Germania, Francia e Danimarca per imprese innovative e tecnologicamente avanzate ha evidenziato come gli interventi vadano sempre in quattro direzioni: politiche di selezione delle imprese, politiche del lavoro, politiche fiscali e politiche del mercato dei capitali”.

 

AZIENDE GIÀ ESISTENTI: ECCO I REQUISITI

“Innanzitutto è fondamentale selezionare delle imprese in grado di portare un valore aggiunto importante nel sistema economico per il livello di innovazione delle medesime, e che operino in settori ritenuti strategici per il Paese”. L’ingresso nel Pst delle imprese che hanno già superato la fase di start-up, e l’iscrizione ad un apposito registro (art. 26), quindi “sarà assoggettato comunque ad un Comitato Tecnico che adotterà quali parametri di valutazione dell’impresa: il fatturato, l’utile, l’occupazione, il possesso di brevetti, l’ìnnovatività dell’attività imprenditoriale, l’operare o meno dell’impresa in settori ritenuti prioritari e complementari con le linee di sviluppo del Parco. Le aziende di livello sono abituate ad essere assoggettate a delle serie valutazioni, fa parte delta quotidianità”. “Ma poi”, annuncia Arzilli, “una volta siglato il contratto con il Parco Scientifico e Tecnologico la strada è tracciata da soli automatismi al fine proprio di dare alle imprese quelle certezze di cui hanno bisogno, sia in termini di assunzioni, permessi di soggiorno e residenze”. Come detto, è “completamente nuova la parte del disposto del progetto dì legge che va a definire la regolamentazione relativa a imprese che hanno già superato la fase di start up e per questo sono capaci di penetrare il mercato”. Oltre ai requisiti “sostanziali” e quelli “residenziali” (a San Marino, ndr), “le imprese che faranno parte del Parco”, spiega Arzilli, “dovranno investire minimo ogni anno 20.000 euro in innovazione e ricerca e comunque il 2% del loro fatturato. Inoltre per potere entrare nel PST, le imprese dovranno assumere subito 3 dipendenti a tempo pieno inquadrati almeno in livelli che richiedono una qualifica”.

 

FACILITÀ DI ASSUNZIONI E PERMESSI DI SOGGIORNO

Come detto, un requisito fondamentale è l’assunzione di almeno 3 dipendenti. Un vincolo che, qui a San Marino, spesso spaventa gli imprenditori, perché non sempre riescono ad assumere le figure professionali che stanno ricercando. “Di non secondaria importanza sono le politiche del lavoro”, ribadisce quindi Arzilli, “ovvero la possibilità di assumere personale altamente qualificato e di potere operare all’interno della propria azienda da parte degli ideatori del progetto di impresa risiedendo nei luoghi ove si sviluppa l’attività dell’impresa medesima, come previsto nel progetto di legge con la regolamentazione di particolari forme di contratto di lavoro”. Questa legge, infatti, come avvenne già per le start-up, prevede particolari agevolazioni e deroghe all’attuale sistema di collocamento/assunzione anche per le imprese vere e proprie. L’art. 28 offre infatti la possibilità di assumere “dipendenti anche non avviati dalle Liste di Avviamento al Lavoro”, da inquadrarsi almeno in terza categoria (10 massimo) e in quarta (non è fissato un limite) e “possono essere assunti anche i soci e l’Amministratore Unico delle Imprese PST”. Inoltre, l’iter autorizzativo sarà semplificato: “La comunicazione nominativa preventiva di assunzione con qualsiasi forma di contratto, anche part-time e/o a tempo determinato, firmata dal datore di lavoro e dal lavoratore e corredata del contratto di associazione al PST, deve essere inoltrata all’Ufficio del Lavoro che deve rispondere entro due giorni dal ricevimento della comunicazione esclusivamente in merito al possesso o meno dei requisiti”. Inoltre, “può essere effettuata l’assunzione anche di persone che non siano domiciliate o residenti in Italia purché se provenienti da Paesi non inclusi nello spazio Schengen siano muniti di visti di ingresso” e devono richiedere e ottenere il permesso di soggiorno entro 30 giorni lavorativi. Infine la legge prevede “una tipologia di permessi di soggiorno speciali e di residenze per chi è socio e/o amministratore e/o ha un contratto di lavoro subordinato nelle imprese del Parco Scientifico e Tecnologico” e anche “per chi ha contratti di collaborazione professionale con imprese del Parco Scientifico e Tecnologico in quanto figura altamente specializzata” (art. 29).

 

IGR “SCONTATA”, CREDITO D’IMPOSTA E INCENTIVI

“Anche le politiche fiscali giocano un ruolo fondamentale in questo ambito”, spiega il Segretario Arzilli, “favorendo chi investe nelle imprese; sostenendo la possibilità da parte dei dipendenti di potere essere remunerati anche in base ai risultati raggiunti dall’impresa stessa, favorendo l’ingresso del management della proprietà dell’azienda, incentivando chi investe seriamente in ricerca e sviluppo”. Oltre all’esonero dal pagamento della tassa di licenza per tre anni dal momento dell’iscrizione nel Registro Imprese PST e la riduzione del 50% del costo della tassa di licenza per gli anni successivi, infatti, sono previsti incentivi fiscali importanti, quali (art. 36) la riduzione dell’IGR: il 4% per i primi 5 anni, l’8,5% dal sesto al decimo anno e il 10% dopo il decimo anno. Quindi l’esenzione fiscale delle royalties, in deroga a quanto previsto dalla Legge n. 166/2013: “Non concorrono”, si legge nell’art. 37, “alla formazione del reddito imponibile, in quanto esenti nella misura del 70 % da imposta, le royalties corrisposte da soggetti residenti e non residenti alle imprese PST e alle PST Start Up”. Inoltre, “fatte salve le disposizioni previste dalle vigenti convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni stipulate […] alle royalties percepite da soggetti non residenti e corrisposte da Imprese PST e PST Start Up (diversi dai privati) la ritenuta prevista si applica nella misura agevolata del 10%”.

Poi c’è il credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo (art. 38), “fino ad un importo massimo annuale di cinque milioni di euro”, “utilizzabile esclusivamente in compensazione con l’IGR”. Infine, incentivi e deduzioni fiscali per chi investe in Imprese PST (art.39).

 

REGIME NORMATIVO “FISSO” ANCHE SE CAMBIA LA LEGGE

Molto interessante l’art. 45 (Norma finale), che garantisce un nuovo livello di certezza agli imprenditori. “Al fine di superare il “rischio regolatorio”, ovvero il rischio per un’ impresa di vedersi cambiare improvvisamente norme fiscali e amministrative che ne modifichino notevolmente i piani di investimento, chi accede ai benefici e allo speciale regime normativo previsto dalla presente legge ha diritto di utilizzare il suddetto regime anche in presenza di modifiche e integrazioni successive alla presente legge a tutela dell’investimento fatto salvo decida di optare per altro regime. La presente legge”, quindi, “è modificabile con decreto delegato fatto salvo il precedente comma”. Una garanzia non da poco.

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