Home FixingFixing Enrico Pozzi: “La formazione? Non è sapere ma scoprire”

Enrico Pozzi: “La formazione? Non è sapere ma scoprire”

da Redazione

Il Presidente e co-fondatore della web agency TITANKA! tra lavoro, aggiornamento e sport. “Occorre monitorare costantemente le attività funzionali alla crescita dell’azienda”.

Titanka Enrico Pozzi 30

 

di Alessandro Carli

 

La coincidenza di date ci impone un incipit forse poco canonico ma doveroso: oggi, 3 giugno, compie gli anni (39, per la precisione) Enrico Pozzi, Presidente e co-fondatore della web agency sammarinese TITANKA!, nata nel 2000. Parlare del suo percorso di studi (“Ma soprattutto formativo” puntualizza con un sorriso) equivale a ripercorrere l’evoluzione di internet. “In Rete i tempi sono piuttosto diversi da quelli che scandiscono altri settori economici. Mi sono approcciato al mondo di Internet all’inizio del secolo: rispetto ai livelli raggiunti oggi, possiamo parlare tranquillamente di preistoria. Poiché è un universo che corre a grandissima velocità, sin dall’apertura di TITANKA! abbiamo investito nella formazione, intesa non tanto ‘del sapere’, attraverso i libri scolastici o le istituzioni, bensì in quella dello ‘scoprire’, monitorando costantemente le attività funzionali, in un momento preciso, alla crescita di un’azienda. E ogni giorno c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare”.

Formazione è quindi una delle parole-chiave. Altre? “Condivisione, crescita e benessere. Una persona deve stare bene nel posto in cui lavora: se stimolato, diventa una risorsa. Alcuni stagisti arrivati in TITANKA! due lustri fa, oggi ricoprono ruoli apicali”. Formazione e aggiornamento costante. Oggi sono due parole di uso corrente, ma pensiamole 10 anni fa, e uniamole idealmente al mare infinito (oggi) del web. “A inizio del Duemila eravamo davvero in una fase di gestazione: non si sapevano molte cose. La formazione veniva realizzata da privati, in Italia ma soprattutto all’estero, a costi non sempre così accessibili”.

Con sacrifici e determinazione però, Enrico li ha seguiti. E quel modus operandi, l’ha trasferito in TITANKA! “Il nostro mondo è in continua evoluzione e soprattutto non è circoscritto a un territorio definito: la competizione, che ritengo essere un elemento positivo, è a livello globale. Occorre quindi essere preparati. Ai nostri 65 collaboratori facciamo scegliere quali percorsi di formazione siano più utili per il loro ruolo. La crescita delle loro competenze ha ricadute positive per TITANKA! E’ un valore aggiunto che ci permette di innalzare la nostra professionalità”.

Al di là della formazione professionale, Enrico ne segue un’altra, che si declina negli sport. Volutamente al plurale. Ma prima di addentrarci nelle diverse discipline, una breve parentesi su una passione che ama profondamente, e che ha alcuni punti di contatto con i percorsi di aggiornamento: i viaggi. “Cerco sempre luoghi che mi possano arricchire sia come imprenditore che come persona. Il contatto con la natura mi è molto prezioso, così come il dialogo con gli abitanti, lo scambio di idee, costumi, modi di vedere il mondo, è per me un momento di crescita”. Adattamento, apertura, parole. “Sì, un po’ come avviene in azienda. Il viaggio è flessibilità: hai orari diversi rispetto a quelli della quotidianità, ma impari ad adattarti, non passivamente, alle situazioni che cambiano. Nel mondo del web, i cambi sono rapidissimi e devi saper sviluppare una strategia per poter competere e rapportarti. Gestire e controllare quindi diventa una scelta sostenibile”.

La parola flessibilità però significa anche altro. “Per me è la capacità che ha un’impresa di saper individuare i cambiamenti futuri e di saper prendere decisioni. Capire i macrosettori della web economy è il lavoro del futuro.

Ma oggi, c’è lavoro? “Nel nostro settore direi di sì, ma richiede specializzazione e professionalità. La competitività è sempre più alta, e per essere accettata servono figure preparate, flessibili negli orari di lavoro, flessibili alle esigenze del mercato e dell’azienda”.

C’è con grande frequenza una parola che gira e ritorna spesso quando si dialoga con Enrico Pozzi: flessibilità appunto. Anche fisica, se parliamo della sua ultima passione sportiva, i tuffi. “Ho sempre praticato sport sin da bambino: ho giocato a baseball e a calcio. Oggi mi alleno quattro volte alla settimana, dalle 6.30 alle 7.30 di mattina. E dopo una doccia, vado a lavoro. Pratico un po’ di crossfit e nell’ultimo anno ho scoperto il trampolino”. Ci tuffiamo tra l’acqua e l’impresa, cercando di non cadere di pancia. “E’ uno sport difficile, che ricerca la perfezione. I tuffi hanno tre tempi che, in qualche modo, appartengono anche al lavoro. La preparazione del tuffo, quindi concentrazione massima per raggiungere un obiettivo. L’esecuzione del tuffo, quindi lo sviluppo dei programmi aziendali. Con l’ingresso in acqua parliamo di controllo anche fisico degli sforzi fatti e di votazioni, quello che in azienda equivale all’analisi e ai risultati”. Eleganza. “Sì, anche quella. Oltre ai numeri, ci deve essere anche un senso estetico, di gusto”.

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