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IAM srl, gestione rifiuti: autocarri, le autorizzazioni e i documenti da avere

da Redazione

Chi è in possesso di un autocarro specificatamente destinato al trasporto dei rifiuti, deve ottenere la dovuta autorizzazione, che viene rilasciata dal collegio tecnico. Assieme al documento, dovrà avere con sé il formulario.

 

di Mirkare Manzi

 

Ogni inizio di anno nuovo porta con sé qualche novità e qualche adempimento normativo. Sì, anche per quel che concerne il nostro campo, la gestione dei rifiuti.

Come molte aziende già sapranno, in questo periodo siamo in procinto del catasto dei rifiuti 2016, che fa riferimento, chiaramente, ai quantitativi dell’anno che da poco si è concluso, il 2015.

Per una corretta compilazione dei “numeri” e per non rischiare di “scivolare” in qualche “nodo”, le imprese si devono rivolgere all’UOGA, l’Unità Operativa Gestione Ambientale, oppure alle associazioni di categoria.

Un’altra strada percorribile è quella di avvalersi di alcuni professionisti del settore: mi riferisco in particolar modo ai consulenti per la sicurezza ma anche alle aziende preposte che svolgono questo servizio specifico, come ad esempio la IAM srl.

Il nostro gruppo difatti fornisce gratuitamente questo importante “appoggio” a tutti quei clienti che “abitualmente” lavorano con noi.

Per quelli occasionali o “nuovi”, il servizio viene ugualmente “coperto” ma a pagamento.

 

IL TRASPORTO

Il nuovo anno però è anche altro, chiaramente. Andiamo a vedere assieme quindi le altre novità che riguardano il trasporto. Già dal 2009, con l’ingresso del Decreto Delegato, sono state disposte alcune precisazioni per quel che concerne le autorizzazioni che gli autocarri devono rispettare.

Nel 2015 questi “paletti” sono diventati ancora più stringenti. Chi è in possesso di un autocarro specificatamente destinato al trasporto dei rifiuti, deve ottenere la dovuta autorizzazione, che viene rilasciata dal collegio tecnico. Assieme al documento, dovrà avere con sé il formulario.

 

LE AZIENDE

E ora veniamo alle imprese. Per tutte le realtà che hanno una produzione di rifiuti interna, deve inviare la dichiarazione dei “quantitativi” e delle singole tipologie all’Azienda Autonoma dei Servizi. In base ai “pesi”, l’azienda in questione avrà davanti a sé due strade ben distinte: o gestire i “volumi” attraverso i cassonetti oppure chiamando una società privata. Già, ma quali sono i “limiti”? Li vediamo subito assieme. Se i “pesi” quotidiani rientrano nelle “tabelle” che permettono una gestione autonoma (sarò più chiaro: la normativa in vigore prevede che vi siano anche determinati limiti di peso giornaliero, nello specifico parliamo di 10 chilogrammi per i rifiuti indifferenziati, 4 chilogrammi per la carta, due chilogrammi per la plastica e altrettanti per il vetro), l’azienda potrà servirsi dei cassonetti. Se questi “paletti” vengono sforati, l’azienda potrà gestire “da sola” i rifiuti che rientrano nei parametri di peso ma dovrà chiamare un’azienda privata per quelle categorie che “eccedono”.

Logicamente, non esiste il “fai da te”: le verifiche sono “strette” e devono essere autorizzate dagli organi preposti. Non è un “dispetto”: voglio ricordare che una corretta gestione dei rifiuti ha ricadute positive sia per l’ambiente che per la salute delle persone.

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