Home FixingFixing “L’economia sammarinese cresce, trainata ancora dal manifatturiero”

“L’economia sammarinese cresce, trainata ancora dal manifatturiero”

da Redazione

Belluzzi (Lavoro): “Nuovi accordi occupazionali, poi la riforma del mercato del lavoro”. Arzilli (Industria): “Per la prima volta dal 2009 gli indicatori sono tornati positivi”.

 

di Daniele Bartolucci

 

L’economia sammarinese ha invertito la rotta, trainata dal settore manifatturiero, che sta intercettando i segnali di ripresa a San Marino e nel mondo. “Per la prima volta dal 2009 a oggi”, commenta il Segretario all’Industria Marco Arzilli, “ci sono i primi dati positivi anno su anno, dopo un arco temporale molto lungo caratterizzato dalla crisi e quindi dal deflusso di imprese e lavoratori. L’inversione è molto interessante”, spiega, “anche se i numeri sono ancora piccoli: 61 imprese in più, che significa l’1,2% di crescita. Non è moltissimo, è vero, però significa che il trend negativo si è finalmente invertito”. Come detto, a fare da traino è il settore manifatturiero, “che ha visto un più 9% nel numero delle imprese, che si è tradotto poi in 225 lavoratori in più. L’altro dato che vorrei sottolineare riguarda le immatricolazioni dei mezzi da lavoro, non le automobili come beni strumentali, che comunque sono tornate a crescere anch’esse come immatricolazioni, ma proprio i mezzi meccanici, i camion, i macchinari: altro segnale forte che l’economia riprende a muoversi”. “Il 2015”, gli fa eco il collega al Lavoro, Iro Belluzzi, “è stato l’anno con più procedure di mobilità di sempre, basti pensare ai casi Karnak e Factory Outlet, ma nonostante questo abbiamo avuto ben 143 occupati in più nel privato, ovvero 84 occupati come forza lavoro totale, se teniamo conto di ben 59 unità in meno nel pubblico”. Non solo: “Sono diminuiti gli accessi al fondo ammortizzatori sociali, ciò significa che sempre meno imprese ricorrono alla cassaintegrazione. E siamo sicuri che il 2016 ci darà numeri ancora più importanti”, annuncia Belluzzi, “anche perché abbiamo firmato l’anno scorso diversi accordi occupazionali con aziende che si andranno a realizzare nei prossimi mesi, una in particolare, riguarda una nuova reltà produttiva da almeno 34 dipendenti. Oggi (lunedì 25 gennaio, ndr), firmeremo quello per altri 25 lavoratori”. Numeri ancora piccoli, che però danno il senso di un cambiamento di rotta, “che potrebbe essere ancora più forte, e lo sarebbe stato se non ci fossero state le proteste ad esempio al Polo del Lusso”, spiegano all’unisono i due Segretari: “Oggi avremmo probabilmente la possibilità di dare respiro ai comparti dell’edilizia e dell’artigianato per allestire quel cantiere, ma non si è potuti partire per i motivi che tutti conoscono”. Non è però solo il Polo del lusso a risolvere i problemi del settore: “L’edilizia continua ad essere la maglia nera della nostra economia e la sua ripresa risulta fondamentale anche per altri settori, dal bancario all’artigianato, all’immobiliare pura. Stiamo valutando nuove misure per favorire questo rilancio, ma anche per consolidare i dati positivi”, annuncia Arzilli, “anche perché questi indicatori, ora positivi, sono quelli attenzionati dal FMI nei report annuali”.

Nel frattempo, annuncia Belluzzi, “presenteremo l’ultima bozza per la riforma del mercato del lavoro, all’interno della quale trova compimento ciò che stiamo facendo ora, in via sperimentale, per rendere più efficace il collocamento, con una nuova sinergia tra pubblico e associazioni di categoria”. Riforma del lavoro e dei contratti, sul modello del Jobs Act di Renzi? “A San Marino non abbiamo quella ricaduta del Jobs Act, perché non abbiamo tutta la casistica di contratti precari che aveva l’Italia, anzi, da noi tutti i lavoratori vengono stabilizzati e abbiamo già diverse leggi per agevolare il rapporto di lavoro stabilizzato. Semmai c’è la questione dei frontalieri, per i quali vogliamo valutare, già quest’anno, la possibilità di sbloccare le stabilizzazioni. Dovremo ragionarne anche con l’Italia, per la verifica dei controlli e per garantire eguali diritti a tutti, anche se la nostra attenzione massima, la priorità in pratica, è il rilancio dell’economia sammarinese e della occupazione in Repubblica”.

 

IL 56% DELLE IMPRESE NON HA ALCUN DIPENDENTE

Il totale delle imprese presenti ed operanti in Repubblica, al 31 dicembre 2015, è pari a 5.141 unità registrando, rispetto al 2014, un incremento di 61 aziende (+1,2%); analizzando il trend dell’ultimo anno solare, si è verificato un importante aumento nel settore manifatturiero (+9%) e nei servizi di informazione e comunicazione (+6,7%). Il “Commercio”, invece, è in leggera flessione (-19 unità pari al -1,6%) così come il settore “Attività professionali, scientifiche e tecniche” (-15 unità pari al -1,4%). A dicembre 2015 la forma giuridica più diffusa è quella societaria con 2.685 unità, +43 da inizio anno, sono inoltre presenti 456 imprese artigianali (-10), 132 imprese individuali industriali (-19), 378 imprese individuali commerciali ( -20), 771 attività libero professionali (+10); le cooperative sono 78 (-4) e i consorzi sono 6. Il Castello con il maggior numero di attività manifatturiere è come sempre Serravalle con ben 265. La maggior parte delle imprese sul territorio di San Marino, eccezion fatta per il settore manifatturiero, ha comunque piccole dimensioni, infatti il 95,1% del totale ha meno di 10 addetti e il 56%, quindi oltre la metà non ha alcun dipendente. Un’anomalia che perdura da anni.

 

SPAVENTANO I NUMERI DEI DISOCCUPATI: ORA SONO 1.611

E’ stato pubblicato in questi giorni il Bollettino di statistica del IV trimestre 2015 (ottobre-dicembre 2015), i cui dati sono stati commentati (vedi articolo sopra) con soddisfazione dai Segretari di Stato Arzilli e Belluzzi. Di seguito la sintesi sull’occupazione e la disoccupazione.

 

DISOCCUPAZIONE

Al 31 dicembre 2015 i disoccupati totali ammontano a 1.611 unità (+15 rispetto al 31 dicembre 2014); di questi, 1.336 sono disoccupati in senso stretto (+17 rispetto al 31 dicembre 2014), ovvero coloro che si rendono immediatamente disponibili ad entrare nel mondo del lavoro. Per questi ultimi, in particolare, la fascia di età che conta il maggior numero di disoccupati è quella dai 20 ai 29 anni (29,9% del totale), così come per i disoccupati totali (28,4% del totale). Tra i disoccupati in senso stretto, il titolo di studio prevalente è la licenza media inferiore (32,3% del totale), mentre la percentuale di disoccupati laureati è pari al 12,1% con 161 unità.

 

OCCUPAZIONE

Al 31 dicembre 2015 le forze di lavoro complessive sono pari a 21.516 unità di cui 11.806 maschi (54,9%) e 9.710 femmine (45,1%); rispetto al 31 dicembre 2014 si evidenzia un incremento di 73 unità (+0,3%). I lavoratori dipendenti sono 18.082 (83,9% della forza lavoro), 1.823 sono lavoratori indipendenti (8,6%) ed infine, 1.611 sono i disoccupati totali (7,5%), di cui 1.336 sono disoccupati in senso stretto. I lavoratori dipendenti del settore privato (14.503 unità, di cui 8.609 maschi e 5.894 femmine), nell’ultimo anno sono aumentati complessivamente di 143 unità (+1,0%); l’aumento più consistente risiede principalmente nel settore delle “Attività manifatturiere” (+225 lavoratori pari al +4,4%), seguito dal settore “Noleggio, Agenzie di Viaggio, Servizi di Supporto alle Imprese” (+63 lavoratori pari al +12,0%) e dal settore “Attività dei Servizi di Alloggio e di Ristorazione” (+38 lavoratori pari al +5,4%). Al contrario, i seguenti settori hanno registrato una marcata diminuzione di lavoratori: “Costruzioni” (-121 lavoratori pari al -12,0%), “Attività Artistiche, Sportive, di Intrattenimento e Divertimento” (-36 lavoratori pari al -14,0%) e “Trasporto e Magazzinaggio” (-27 lavoratori pari al -8,2%). Nel Settore Pubblico Allargato i lavoratori sono diminuiti anche nel 2015 e assestandosi a 3.579 (-1,6% rispetto al 31 dicembre 2014), di cui 2.159 femmine e 1.420 maschi. Le diminuzioni più consistenti si registrano nella Pubblica Amministrazione (-39), nell’Azienda Autonoma di Stato per i Lavori Pubblici (-12) e nell’Azienda Autonoma di Stato dei Servizi (-11). In controtendenza c’è l’Istituto di Sicurezza Sociale, che ha registrato un aumento di 6 unità.

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