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Industria, Artigianato e rappresentatività: il 90% dei lavoratori ha detto “Sì”

da Redazione

Il tema della rappresentatività sindacale (e dei datori di lavoro, di conseguenza), ha superato di slancio anche il banco di prova dei lavoratori, che hanno votato positivamente i recenti accordi sottoscritti dalla CSU con ANIS (Industria) e UNAS (Artigianato).

 

di Daniele Bartolucci

 

Il tema della rappresentatività sindacale (e dei datori di lavoro, di conseguenza), ha superato di slancio anche il banco di prova dei lavoratori, che hanno votato positivamente i recenti accordi sottoscritti dalla CSU con ANIS (Industria) e UNAS (Artigianato). Con una valanga di sì i lavoratori dell’industria e dell’artigianato hanno approvato i rispettivi contratti di lavoro sottoscritti la scorsa estate dalla FLI-CSU con ANIS (industria) e UNAS (artigianato). Al contempo i lavoratori hanno approvato, sempre a larghissima maggioranza, anche gli allegati ai due contratti in tema di rappresentatività. Tema questo al vaglio ancora del Consiglio Grande e Generale, per la verità, dove si tornerà a discutere ora con un elemento in più: i lavoratori sostengono la posizione espressa da ANIS, UNAS e CSU sull’esigenza di introdurre anche nell’ordinamento sammarinese (come da Proposta di Legge approdata in prima lettura in aula, su iniziativa del Segretario al Lavoro Iro Belluzzi) il principio della maggiore rappresentatività in materia di contrattazione sindacale, rendendo finalmente univoco il valore dell’erga omnes.

Tornando alla votazione, avvenuta con scheda segreta, va precisato che essa è avvenuta attraverso il referendum organizzato dalla FLI-CSU che in questi mesi ha coinvolto i lavoratori di tutte le aziende industriali e artigianali della Repubblica. Questi nel dettaglio i risultati: contratto industria 92,4% sì, 7,6% no; allegato rappresentatività 90,4 sì, 9,6% no. Votanti 3.080.

contratto artigianato 94,9% sì, 5,1% no; allegato rappresentatività 95,8% sì, 4,2% no. Votanti 118. Lo straordinario risultato del referendum contrattuale e sulla rappresentatività è stato illustrato prima di Natale dai Segretari Generali Giuliano Tamagnini (CSdL) e Marco Tura (CDLS), ed i Segretari della FLI-CSU Enzo Merlini (FULI-CSdL) e Giorgio Felici (FLIA-CDLS). Ha esordito Marco Tura, stigmatizzando l’emendamento presentato in Consiglio che “intendeva sottrarre il 20% di risorse dello 0,40% (finanziamento delle organizzazioni sindacali) per destinarle ad un non meglio precisato fondo di solidarietà. Non è stato approvato perché si è giunti ad un pareggio di voti, ma è stato votato da ben 27 consiglieri, che dimostrano così uno spiccato sentimento antisindacale e antidemocratico. È inaccettabile che si vogliano sottrarre risorse che sono dei lavoratori e del sindacato: noi la solidarietà già la facciamo in mille modi. Sono ben altre le risorse da cui attingere.”

Il Segretario FULI Enzo Merlini, nel rimarcare la grandissima maggioranza di consensi, si è soffermato sugli accordi sulla rappresentatività: “Il risultato del referendum rafforza il valore della solidarietà e della coesione tra i lavoratori che è insito nella contrattazione collettiva e nella validità erga omnes; i lavoratori delle piccole aziende si sentono tutelati al pari di quelli delle aziende maggiori, che hanno una forza contrattuale intrinsecamente superiore”.

Giorgio Felici, Segretario FLIA-CDLS, ha ricordato che “la legge del 61 ha creato un impianto contrattale solidale. Si è partiti dai contratti aziendali, e poi si è arrivati ai contratti collettivi nazionali, che mettono tutti i lavoratori sullo stesso livello”. Ha concluso Giuliano Tamagnini, Segretario Generale CSdL “È il secondo contratto che firmiamo con l’ANIS e UNAS in questa situazione di crisi economica; sul piano dei contenuti, è una continuazione di quello di tre anni fa. Do atto a questi nostri interlocutori di aver compreso la estrema difficoltà generale di questa fase, e che per uscirne è meglio essere il più possibile uniti. Voglio anche sottolineare l’estremo valore di questo passaggio democratico che è il referendum sui contratti, che la CSU pratica di molti anni. Altre organizzazioni invece firmano i contratti nel chiuso delle loro stanze e non si preoccupano minimamente di sottoporli ai soggetti ai quali i contratti sono rivolti”.

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