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San Marino, la Centrale del latte alle battute finali

da Redazione

Gli allevatori e il Governo stanno limando gli ultimi punti di distanza. Il piano industriale della Cooperativa: investimenti e occupazione. Le parole di Ugo Bonifazi.

 

di Alessandro Carli

 

Dopo un periodo di pressoché quotidiana “ebollizione” – la questione della Centrale del latte era sulla bocca di tutti e sulle pagine di tutti i giornali a cavallo tra la fine di 2014 e i primi mesi del 2015, con tanto di deadline, prevista per fine febbraio -, sulle sorti dell’azienda, dalla primavera in poi, è sceso il silenzio. Il dato certo è che ad oggi la Centrale, nonostante i tuoni, i fulmini, le minacce di chiusura, sta ancora lavorando: i suoi prodotti entrano tutti i giorni nelle case dei sammarinesi. Il futuro della Centrale però è tema di strettissima attualità: la politica, attraverso un bando che è scaduto il 28 novembre 2014, aveva deciso di “sbarazzarsene”. O meglio: di privatizzarla. In una prima fase sembrava che l’intenzione dell’esecutivo fosse quella di darla in gestione a Paolo Bernardi, imprenditore piemontese del settore che aveva presentato un piano industriale dettagliato (e pubblicato, con tanto di intervista allo stesso Bernardi, su San Marino Fixing). Poi però (e qui ci fermiamo), le attenzioni della politica si sono concentrate sulla cordata degli allevatori sammarinesi, intenzionati ad acquisire l’azienda. Un po’ per carattere – gli allevatori sono persone che preferiscono lavorare ed evitare proclami: sono abituati alla concretezza e meno alle parole e ai dibattiti – e un po’ per riuscire a presentare un piano industriale davvero incisivo e strutturato, la cordata ha pubblicizzato con grande parsimonia l’avanzamento della trattativa: qualche sporadico comunicato stampa e poco più: è dei primissimi giorni di settembre la lettera in cui gli allevatori hanno scritto che “sulla trattativa della Centrale del Latte, per la Cooperativa Agricola Latte Sammarinese rimangono minime richieste e integrazioni relative all’ultima bozza della Convenzione inviataci dalla Segreteria di Stato. Le ultime richieste della Cooperativa Agricola Latte Sammarinese sono coerenti con i termini previsti dal bando pubblico, ma anche coerenti con tutte le altre normative previste nell’Ordinamento Sammarinese per le Cooperative Agricole, ritenendoci alla pari di tutte le altre costituite a San Marino. I tempi sono maturi per sciogliere le riserve in Congresso di Stato e aprire la nuova pagina della gestione della Centrale del Latte”. A meno di scossoni dell’ultima ora, crediamo che la Centrale del latte verrà data proprio a loro. Abbiamo così contattato Ugo Bonifazi, uno degli allevatori che partecipano alla cordata, per capire i termini della loro iniziativa: parole che trovano conferma nel piano industriale, dette con un tono di voce quasi gentile, di chi ama profondamente la terra e i prodotti.

 

IL PIANO INDUSTRIALE

Gli obiettivi che i produttori di latte si pongono con tale progetto sono di fatto molteplici, e riguardano la valorizzazione delle risorse locali, il mantenimento delle attività agricole, la salvaguardia della territorialità e tipicità di tutta la filiera lattiero casearia, ma anche garantire le produzioni a marchio “Terra di San Marino”, ovvero dei prodotti a Denominazione di Origine. Per tali motivi i punti di forza del progetto imprenditoriale sono il mantenimento e tutela del comparto lattiero caseario, la tracciabilità dei prodotti sammarinesi, la valorizzazione del latte sammarinese e la garanzia della qualità dei prodotti. Il progetto imprenditoriale nasce dalla ferma volontà dei produttori di latte di salvaguardare l’identità storica e culturale dei sammarinesi, di tutelare la produzione agricola locale, sia la qualità che la sicurezza alimentare dei prodotti. Il progetto imprenditoriale si basa sull’adeguamento agli standard UE richiesti.

 

IL LATTE

Le principali fonti di approvvigionamento della Centrale del Latte saranno i produttori di latte sammarinesi. Il quantitativo di latte raccolto attualmente è di circa 1.100.000 litri raccolto dagli allevamenti sammarinesi. La Cooperativa si impegna ad acquistare tutto il latte prodotto dagli allevamenti sammarinesi e a lavorare tale materia prima. I soci aiuteranno la crescita della produzione stessa di latte, per poter così riflettersi in un incremento dei prodotti finiti. Questo lo si realizzerà grazie alla collaborazione degli enti preposti alla tutela del territorio e dello sviluppo dei prodotti tipici, che garantiranno la certificazione e la qualità della produzione.

 

PROIEZIONE ECONOMICA

Nel 2015 la Cooperativa Agricola chiede un mutuo aziendale di 500 mila euro da restituire in 10 anni (il mutuo è negoziato con il sistema bancario senza intervento dello Stato). La struttura attuale verrà ristrutturata con avvio immediato delle pratiche di ristrutturazione, dalla sottoscrizione della concessione in uso trentennale, per raggiungere le norma UE. Nel 2015 sono stati messi in preventivo 350.000 euro come investimento relativo alla ristrutturazione dell’immobile dello Stato senza mutuo, ma scomputato dal canone di locazione fino ad un importo massimo di 500.000 euro.

Oltre i 500 mila euro la Cooperativa non esclude di richiedere finanziamenti previsti dalla Legge numero 96 del 1989 (art. 40).

L’esenzione del pagamento del canone di affitto è previsto nelle “Condizioni dell’avviso per la presentazione di manifestazioni di interesse ad acquistare la Centrale del Latte della Repubblica di San Marino”: conduzione in uso per anni trenta del terreno di mq. 4.320 circa e del fabbricato su di esso insistente, siti in località Ca’ Martino – Acquaviva (…) ad un canone annuo di 32 mila euro da rivalutarsi ai sensi di legge; assunzione degli oneri e costi relativi alla realizzazione, sul terreno concesso in uso trentennale, di un nuovo stabilimento o alla ristrutturazione di quello esistente, da effettuarsi con modalità tali da assicurare il rispetto delle norme UE e garantendo la continuità dell’attività di lavorazione del latte. I predetti oneri verranno scomputati dal canone di locazione fino ad un importo massimo di 500 mila euro.

 

SPACCIO AZIENDALE

Nel piano della Cooperativa anche la costruzione di uno spaccio aziendale e di un ascensore o montacarichi, dei quali oggi la Centrale del Latte non dispone.

 

MACCHINARI

Il piano degli allevatori prevede l’acquisto di una nuova linea di imbottigliamento per latte fresco e yogurt da bere, compresa di collaudo di avviamento ed etichettatrice automatica, con capacità produttiva di 2.000BPH per il formato da 1 litro. Le altre spese riguardano i contenitori di lavorazione 1 litro, 0,5 litro e 0,25lt (130.000 euro), e altri macchinari utili per immettere sul mercato tutta la gamma di prodotti derivati dal latte.

 

RICERCA E SVILUPPO

Sul banco un importo di 20.000 euro all’anno (2015, 2016) per i compensi pagati a terzi, tecnici esperti (scienze e tecniche lattiero-casearie) per la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti.

 

IMPEGNI OCCUPAZIONALI

Dell’attuale forza lavoro della Centrale, la Cooperativa riassumerà 6 dipendenti (spesa annuale prevista: poco meno di 300 mila euro). Nell’organigramma verrà inserita inoltre qualche figura professionale della proprietà. Confermate invece le figure esterne. L’indennità pasquale sarà eliminata, anche se la Cooperativa non esclude di mettere a disposizione qualche benefit.

 

UGO BONIFAZI: LA MISSION AZIENDALE

Dietro alla Cooperativa, Claudio Salvi, Giorgio Stacchini e Ugo Bonifazi. “La missione aziendale deve essere proprio quella di interpretare al meglio le esigenze dei consumatori, con una continua ricerca di standard qualitativi, un’attenta selezione delle materie prime, l’utilizzo al meglio dei processi produttivi e dei controlli, sempre nel rispetto delle normative – spiega Bonifazi -. Ci siamo messi in corsa per la Centrale perché siamo del settore e ci interessa tutto il processo della filiera, dalla produzione passando per la trasformazione e arrivare alla vendita al consumatore finale”. Bonifazi poi si sofferma sulla storia dell’azienda. “La Centrale ha oltre 50 anni e necessita di una serie di lavori di ristrutturazione, anche attraverso l’utilizzo delle fibre di carbonio per rinforzare il solaio. La pavimentazione va rifatta e alcune attenzioni devono essere rivolte agli impianti”. Bonifazi poi fa il punto sulle aree. “All’interno della Centrale troviamo tre spazi, tre settori, che andranno rimessi a posto. Poiché parliamo di metrature importanti, mentre un settore sarà oggetto di ristrutturazione, gli altri due lavoreranno a pieno regime. Poi, a rotazione, anche gli altri settori verranno risistemati. Altri lavori riguarderanno anche l’esterno: il giardino e le aree adiacenti alla struttura”.

Confermati i 700 mila euro iniziali da impiegare nella Centrale (“Certamente serviranno anche altre risorse economiche, che verranno misurate in progress”), l’allevatore spiega che circa 25 mila euro verranno poi impegnati per la pubblicità. “La filosofia di marketing legata alla commercializzazione dei prodotti a marchio Eurolatte seguirà direttive legate alla sempre crescente consapevolezza del consumatore dell’importanza della genuinità e tipicità dei prodotti”.

I tempi? L’auspicio è che il Governo dia al più presto il mandato. In fondo la Centrale è un patrimonio dell’intera comunità: appartiene alla storia del Paese. Una storia che non vuole chiudersi, anzi. Una storia che vuole continuare anche nel domani.

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