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Lupin III a San Marino: la recensione del cartone animato

da Redazione

In platea tanti applausi e altrettante risate. Peccato solo per la sigla cantata da Moreno…

 

di Alessandro Carli

 

Teatro Concordia pieno di ogni ordine di posto con tanto di spettatori rimasti nel foyer, sabato 29 agosto, per l’anteprima mondiale della nuova serie di Lupin III, che si è concesso – dopo 30 anni – un’avventura italiana. Teatro gremito per una semplicissima e straordinaria motivazione: una puntata del cartoon del ladro-gentiluomo, “Il matrimonio di Lupin III” è stata ambientata proprio a San Marino (durante la prima proiezione, quella a cui abbiamo assistito, è stata data al pubblico anche una seconda puntata, che si svolge però a Roma) e il popolo del Titano pare abbia davvero gradito l’ospite.

Molte le autorità presenti in sala – dal sindaco di San Leo ai segretari di Stato Teodoro Lonfernini e Marco Arzilli, sino all’ingegner Enzo Donald Mularoni, CEO del Gruppo Del Conca, che proprio a Lupin III ha dedicato una linea di prodotti – ma anche molti bambini, accompagnati dai genitori, a dimostrare che il gruppo di ladruncoli – oltre a Lupin ritroviamo anche Jigen, Goemon e Fujiko – unisce le generazioni. Prima di recensire la puntata “sammarinese”, una nota: la nuova sigla cantata da Moreno. Difficile da “digerire” (online è partita anche una petizione), soprattutto quando quelle che la hanno preceduta (non tanto “Lupin, l’incorreggibile Lupin” ma piuttosto “Lupin” dell’Orchestra Castellina Pasi, quella cioè che inizia con “chi lo sa che faccia chissà chi è, tutti sanno che si chiama Lupin…”) sono entrate nelle case di tutti. Ci accodiamo quindi, ma non per nostalgia, a chi preferisce le vecchie versioni.

Detto questo, c’è da scrivere della puntata. Bella, molto. Salutata, ogni volta che appariva un monumento del Titano, da risate divertite e scroscianti applausi. A portare Lupin a San Marino è, apparentemente, l’amore: nella Basilica del Santo il ladro gentiluomo si avvicina all’altare per sposare Rebecca Rossellini, bionda e ricchissima ereditiera sammarinese quando entra l’ispettore Zenigata, che non crede ai buoni propositi sentimentali di Lupin, anzi…

Anche questa volta Zazà non si è sbagliato. Dietro al rapimento di Rebecca e dietro al classico tesoro, una corona (della Libertà) preziosa e bellissima, che viene messa sulla testa delle sposa, c’è anche molto esoterismo (la quarta Torre, equidistante dalle altre tre: per individuarla occorre seguire lo sguardo della Statua della Libertà) e, naturalmente, il Monte: il capitano Patrick, Palazzo Pubblico, il Pianello, il ponte di De Carlo di Dogana. Pubblico in estasi. Lupin III, con questa puntata, è diventato un ambasciatore del Titano nel mondo.

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